Due

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Cosa si fa quando tutto ciò che dovrebbe essere casa ti sembra tutto fuorché quello?

Ormai sono ore che sono chiusa tra queste quattro mura, che una volta erano la mia cameretta. È tutto esattamente come l'ho lasciato, addirittura ci sono ancora vari poster appesi sulle pareti, c'è Zac Efron e anche Joe  Jonas. Ci sono vari vestiti ormai troppo piccoli per me, ci sono tanti libri di scuola ormai inutili e ci sono anche un bel po' di foto appese sparse nella stanza; una delle più importanti si trova sul mio comodino.
Inconsciamente pensando ad essa mi sporgo dal letto e la afferro.

Eravamo così piccoli, penso.
Così felici e ignoranti della vita.

É impressionante pensare che prima bastava un luogo all'aperto e due bambini potevano essere felici insieme.
Adesso mi rendo conto che non so nemmeno se quei due bambini si parleranno mai più, figuriamoci essere felici insieme.
Penso che se Harry fosse fuggito da me tempo fa non avrei perso un secondo a rincorrerlo  fuori di casa per parlargli. Oggi capisco che ha bisogno di spazio, capisco che sia normale che non voglia vedermi o parlarmi, devo dargli del tempo, lo farò, aspetterò finché posso, nonostante la mia voglia di parlargli sia grande, quasi quanto la paura per questo confronto. Sarà stata questa paura a immobilizzarmi? Nella mia mente in quell'istante passavano così tanti pensieri che mi rifiuto di pensare che la mia scelta di non corrergli dietro sia stata dettata dalla razionalità. Mi è più logico pensare che il mio 'non far nulla' sia stata una reazione provocata dalla paura del confronto.

Nella mia piccola casa a Londra, seduta sul divanetto marrone di pelle, più volte mi ero immaginata di tornare a casa mia nel Cheshire. Quando ero di buono umore spesso fantasticavo su un ritorno piacevole, dove tutti mi avrebbero accolta a braccia aperte. Nelle serate no non riuscivo a credere che qualcuno sarebbe stato contento di vedermi; arrivavo a pensare che persino mia madre mi avrebbe chiuso la porta di casa in faccia.
Oggi tutto ciò sul quale ho fantasticato per 4 anni si è compiuto e non so ancora dire se sia stato meglio o peggio rispetto alla mie aspettative. Il vero problema è che non avrei dovuto avere delle aspettative, perché qualsiasi cosa fosse successa non sarebbe stata come immaginata da me. Non erano tutti contenti del mio ritorno, come non tutti ne erano scontenti: ma di chi mi importa veramente?

Benché la mia priorità vada a mia madre, ora come ora riesco solo a pensare a quel ragazzo, ormai uomo, fuggito da me.

I miei pensieri vengono interrotti quando mi madre irrompe in quella che una volta sentivo come la mia stanza.
"Elisabeth, ti va qualcosa da mangiare?"
non appena queste semplici parole uscirono dalle labbra di mia madre non potei non pensare a Clare e Easton, le uniche persone che a Londra erano solite pormi questa domanda con affetto.
"No mamma, sono apposto così."
La osservai mentre portò tutto il suo corpo dentro la stanza. Mosse dei piccoli passi, quasi spaventata, verso di me, per poi venirsi a sedere al mio fianco sul letto.
"Mi è mancato molto vederti in giro per casa. Com'è stata Londra?"
"Bellissima mamma, bellissima." mi sentii quasi in colpa ad ammettere che i quattro anni passati a Londra furono alcuni tra i migliori mai vissuto fino a quel momento.
Londra era stata magica con me. Nonostante i primi momenti di sconforto e il costante pensieri verso il passato, i luoghi visti e le persone vissute sono state in grado di rendere il mio soggiorno a Londra indimenticabile.

"Sono contenta tesoro, piano piano mi racconterai tutto. Vado a preparare la cena adesso, tu perché non vai a trovare Kate, sono sicura che muore dalla voglia di rivederti."
Kate, insieme a mia madre, era stata l'unica persona con la quale mantenni un rapporto una volta andata via. Era come una sorella per me,  avrei potuto abbandonare tutti, ma non lei, come lei non avrebbe mai abbandonato me.
L'avevo sentita una settimana prima di decidere di tornare, le avevo accennato il fatto che probabilmente avrei compiuto questo passo, ma non le avevo dato conferma, volevo farle una sorpresa, perché sapevo che lei lo avrebbe apprezzato.
"Hai ragione mamma, penso che andrò da lei."

Years · h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora