Capitolo 2.

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Le due mattine seguenti trascorsero come i soliti noiosi giorni di scuola, anche se la tensione e l'eccitazione per la gita si facevano sentire sempre di più. Dopo le svariate raccomandazioni delle

due professoresse, una di matematica e l'altra di inglese, che ci avrebbero accompagnato nel viaggio di istruzione, andai come ogni mattina a parlare con Juliet. Juliet era la mia migliore amica, ci conoscevamo da quattro anni ormai, e la nostra amicizia era un legame davvero profondo, quasi invidiabile. Anche lei era timida come me e, proprio come la sottoscritta, trovava difficile farsi nuovi amici.

"Per fortuna quel giorno in prima liceo ho preso coraggio e le ho parlato" pensai tra me e me sorridendo, mentre mi avvicinavo. Si, ci siamo conosciute proprio così, io che commentavo la sua merenda e lei che timidamente mi rispondeva. Da lì era iniziata una conversazione, la prima di tante, perché da quel giorno siamo inseparabili. Con il resto dei compagni invece, non abbiamo mai legato molto, ma ci bastiamo l'una con l'altra, noi ci troviamo sempre. Parliamo e ci raccontiamo tutto. Tranne il tuo passato, aggiunse la vocina nella mia testa, ma la zittii subito.

<<Il passato devi lasciarlo indietro, dimenticalo Daisy>> sussurrai a denti stretti.

Ma dentro di me sapevo fin troppo bene, sapevo che non ci sarei mai riuscita anche se desideravo disperatamente lasciarlo nel passato, lì dove doveva stare, senza che gli permettessi di torturarmi ogni giorno.

A proposito, mi sono presentata descrivendomi fisicamente e accennando al mio carattere che scoprirete in seguito, ma non ho detto il mio nome. Daisy, così mi chiamo. ma penso che lo avevate ormai capito dalla frase precedente.

<<Hei Juliet!>> dissi avvicinandomi.

<<Daisy!>> rispose con un cenno della mano la ragazza castana, occhi celesti, poco più alta di me. <<Vengo da te oggi pomeriggio, così prepariamo la valigia!>> continuò con un pizzico di eccitazione negli occhi.

<<Valigia?! Per tre giorni basta un piccolo borsone!>> le dissi accennando una risata.

<<Si, ma conosci mia mamma. Porta la crema solare, il costume, a Marzo poi! - disse fingendo un tono esasperato - e l'ombrello?! Se piove, porta il piumino!>> continuò, imitando ancora la madre. La sua espressione irritata e divertita allo stesso tempo, mi strappò un sorriso e lei si unì a me iniziando a ridere, mentre entrambe prendevamo lo zaino per aspettare il suono della campanella.

Sentii alcuni ragazzi di classe parlare tra loro.

<<Allora oggi noi compriamo la birra, voi portate le cicche - disse uno di loro, indicando gli altri intorno a lui - ce la spasseremo!>> continuò ammiccando alla ragazza bionda che aveva accanto e posandole la mano nella parte bassa della schiena, fin troppo bassa. Lei non disse niente, si limitò a sorridergli in modo malizioso. A quel punto, nauseata, distolsi lo sguardo.

<<Pronta per domani?>> bisbigliò Juliet in tono dolce, che mi aveva seguita verso la porta dell'aula e aveva osservato la mia espressione di disgusto.

<<A parte il fatto che dobbiamo svegliarci alle cinque del mattino, per il resto...credo di sì.>> Risposi con una risatina nervosa, cercando di non far trasparire la mia preoccupazione.

<<Dai che ci divertiremo>> aggiunse la mia amica, spintonandomi delicatamente, per alleggerire un po' l'atmosfera che si era creata in quegli ultimi istanti.

<<Speriamo>> risposi fiduciosa.

Tranquilla dai, aggiunse il mio subconscio, che questa volta aveva deciso di essere dalla mia parte, con Juliet ti sei sempre divertita e poi è soltanto una banale e stupida gita di tre giorni, cosa potrebbe mai succedere.

Dopo essermi autoconvinta, sorrisi a Juliet che mi stava osservando e, libere dal suono della campanella, ci incamminammo parlando del più e del meno in modo spensierato verso la stazione, per prendere il solito autobus e tornare a casa.

<<Pensaci un attimo, il lato positivo è che salteremo tre giorni di scuola>> ridacchiò Juliet, mentre aspettavamo sotto l'ombra della tettoia della fermata.

<<Oh sì, niente esponenziali e logaritmi per tre pomeriggi. Forse hai ragione, dovrei iniziare ad amare le gite scolastiche>> concordai.

<<Brava, questo è ciò che voglio sentire. Inoltre non siamo mai state a Capri, sarà una bella esperienza, visiteremo posti nuovi>> continuò entusiasta.

<<Sai che lì ci vanno in vacanza molte persone famose?>>

<<Sì ne ho sentito parlare! Chissà, magari incontreremo il tuo principino moro>> mi prese in giro lei.

<<Pff magari. Ma Zack è in tour adesso e poi non sono mai stata fortunata in queste cose. Non lo incontrerò mai così per caso>>

<<Daisy, smettila di essere sempre così pessimista! Lo incontrerai prima o poi, davvero>> mi rassicurò Juliet dolcemente.

<<Non sai quanto spero che tu abbia ragione>> sospirai, salendo sull'autobus che si era appena fermato nella strada davanti a noi.



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