Capitolo 45

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Quando uscimmo dal fiume Neil mi appoggiò sulla coperta che aveva disteso sull'erba e poi si sdraiò accanto a me. Io feci lo stesso,appoggiando la schiena a terra e piegando le ginocchia. Mi persi ad osservare il lieve spostamento delle nuvole nel cielo, con il cinguettio appena accennato degli uccellini nei loro nidi, sugli alberi intorno a noi.

<<Sono appena le tre del pomeriggio. Tra una mezz'oretta inizierà ad arrivare un po' di gente e non saremo più soli. Stiamo qui al sole,così quando saremo meno bagnati potremo rivestirci>> mi informò Neil.

<<Si>>non lo guardai, ma sorrisi ugualmente. Mi sentivo così bene adesso,piena di energia, completa, viva. Avrei potuto scalare una montagna senza sentirmi stanca.

<<A cosa stai pensando?>> domandò Neil, voltandosi verso di me.

<<Niente in particolare. È bello stare di nuovo qui con te>> mi sistemai anche io su un fianco, per guardarlo a mia volta. Ciò che avevo appena detto era la verità, ma solo in parte. Neil non avrebbe mai potuto capire o realizzare a pieno come mi sentivo bene in quel momento dentro di me, e quanto lui era riuscito a farmi essere felice di nuovo con quelle semplici parole che invece avevano cambiato tutto in me.

<<Sì, anche per me. Mi sei mancata>> disse di nuovo.

<<Mi sei mancato anche tu, Neil>> gli sorrisi e lui ricambiò subito.

<<Però mi sento anche un po' egoista adesso>> continuai.

<<Perché? Non è vero, non lo sei>> ribatté accigliandosi.

<<Sì invece. Mi sono fiondata in camera tua praticamente da ubriaca quando tu eri appena tornato da quanto...dieci minuti? Non negarlo, non ti vedevo da due settimane e non ti ho nemmeno chiesto come stai. Ho messo in mezzo subito me stessa, con i miei problemi, e tu sei così buono che non me lo hai detto e hai fatto finta di niente. Succede sempre così, sai penso che a volte dovresti essere più duro con me,pensare a te stesso e mandarmi a quel paese senza farti troppi problemi>> spiegai e lui ridacchiò.

<<Ma io penso a me stesso, solo che il mio compito adesso è quello di prendermi cura di te e poi già per il fatto che ti stai scusando adesso, significa che non lo hai fatto di tua volontà. Stavi male sul serio e a me ha fatto solo piacere che ti sei sfogata con me invece che da sola. Io voglio aiutarti sempre, e comunque puoi recuperare ora il tempo perduto>>

<<Ma non è lo stesso>> mi lamentai.

<<Per me va bene, è perfetto>> iniziò a giocherellare con delle ciocche dei miei capelli bagnati. I suoi erano tutti scompigliati sulla sua testa e arrossii leggermente quando sentii nascere dentro di me il desiderio di passarci le dita, di stringerli e poi scompigliargli di nuovo. I raggi di luce risplendevano sulla sua pelle chiara, cosparsa da piccole gocce d'acqua che scivolavano lentamente dal petto fino a ricadere sul tessuto della coperta e mi ritrovai ad invidiarle per un'istante, poiché lo stavano accarezzando al posto mio.

<<Va bene... com'è Miami?>> chiesi curiosa, riportando lo sguardo sul suo viso angelico.

<<Il mare è fantastico ma anche la città, con tutti i grattacieli proprio sulla spiaggia, sembra di essere su un altro pianeta rispetto a qui>> spiegò.

<<Ti sei divertito?>>

<<Si, abbastanza>>

<<Da solo?...Intendo, con nessuna bionda sexy?>> lo guardai negli occhi.

<<Si da solo, a me piacciono le castane scure>> ridacchiò e io lo colpii sul braccio.

<<Ormai avevamo già prenotato da tempo, ma la prossima volta ti porto con me>>

SOLI INSIEMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora