Capitolo 15.

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Mercoledì avevo meno compiti del solito, così dissi a Neil che sarei passata a vederlo in palestra. Mi vestii un po' più casual. Collant neri aderenti, una maglietta arancione semplice e le stesse comode scarpe da ginnastica nere e bianche. Arrivai davanti alla palestra dove si allenava. Conoscevo la strada, ero già stata qualche volta in quel posto. Neil mi aveva detto che gli allenamenti duravano dalle sette alle nove. Mangiai a casa, in modo da essere lì verso le otto. Quando entrai, vidi molti ragazzi in maglietta e pantaloncini che si stavano allenando. Lo riconobbi dopo qualche istante, dato che erano vestiti più o meno tutti allo stesso modo. La divisa della loro squadra era bianca e rossa. Neil aveva il numero 5 stampato nella parte posteriore della maglietta. Andai a sedermi su degli scalini laterali rispetto al campo. Lo osservai. Non si era accorto che ero arrivata. Mi guardai un po' intorno, alla ricerca di qualcuno che conoscevo, ma non vidi nessuno. Iniziai ad innervosirmi, mi sentivo osservata dalle poche persone presenti sui gradini di pietra che facevano da spalti per gli spettatori durante le varie partite. Constatai che quello non era il luogo adatto ad una come me, tutti quegli sguardi sospetti mi facevano sentire come una persona straniera proveniente da un altro pianeta. Ma fortunatamente questa sensazione di straniamento durò per poco tempo.

<<Tu devi essere Daisy>> Sentii una voce maschile accanto a me e mi alzai di scatto.

<<Si e tu sei...?>> chiesi, guardando quell'uomo alto che si era avvicinato.

<<Piacere, mi chiamo Ricky>> sorrise. Gli strinsi la mano.

<<Neil mi ha parlato di te. Finalmente ho il privilegio di vederti>> continuò. Ah, ecco come sapeva il mio nome.

<<Ah...si, io sono la sua ragazza>> sentii il bisogno di marcare il territorio. Lui rise.

<<Tranquilla lo so già. Lui non fa altro che ripetermelo, che ha trovato la ragazza più bella del mondo. È così felice quando parla di te>> Lo guardai sorpresa. Era un uomo molto giovane, alto, biondo e con poca barba. Aveva gli occhi chiari, celesti. Gli avrei dato più o meno ventiquattro anni, ma non ero sicura, dare l'età ad una persona non era mai stato il mio punto di forza. Ricky si accorse che lo stavo osservando.

<<Sei curiosa e attenta ai particolari proprio come mi ha detto Neil>>

<<Sì, lo sono sempre stata>>

<<Sa che sei qui?>>

<<No, non mi ha vista>> risposi. Lui alzò un braccio e chiamò Neil, il quale fermò la palla che aveva in mano e ci vide. Corse verso di noi ed io rimasi ad ammirarlo mentre si avvicinava. Aveva i capelli umidi a causa del sudore e la maglia gli fasciava perfettamente il torace. I pantaloncini erano stretti in vita e aveva le spalle scoperte, cosicché si potevano vedere i muscoli tendersi ad ogni movimento sotto la sua pelle chiara.

<<Ehi, da quanto sei arrivata?>> mi sorrise.

<<Da poco, circa dieci minuti>>

<<Vedo che hai conosciuto Ricky>> disse guardandolo.

<<Si, è un tipo simpatico>>. Ricky ridacchiò.

<<Scusami ma non posso restare altrimenti l'allenatore mi sgriderà. Torno dopo>> Neil mi lasciò un bacio sulla guancia.

<<E tu tieni le mani a posto>> avvisò il suo amico.

<<Torna ad allenarti, coglione>> rise Ricky e noi ci unimmo a lui.

<<Come fai a conoscere Neil?>> chiesi all'uomo al mio fianco appena il mio bellissimo ragazzo si era allontanato.

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