Capitolo 20.

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Passarono le tre ore più lente della mia vita. Non prestai ascolto alle lezioni e non pensai neanche a mia madre. L'unica cosa di cui ero preoccupata in quel momento era Neil. Adesso lui credeva che io non volessi più vederlo, mentre per me lui era tutto ciò che volevo. Tutto ciò di cui avevo bisogno. Non potevo lasciarlo andare, non così, per dei pensieri sbagliati di mia madre. Ormai era entrato nella mia vita e non doveva lasciarmi come altre persone avevano fatto in passato. Non poteva.

Suonò l'intervallo e io corsi subito in corridoio, seguita da Juliet. Arrivai davanti alla porta della loro classe. I suoi compagni uscirono nel corridoio, uno dopo l'altro. Riconobbi Alex e dietro... c'era Neil. Il mio Neil.

Alzò la testa e i suoi occhi si scontrarono con i miei. Era un ragazzo così sincero e trasparente che potei quasi leggergli l'anima sul volto. Stavo imparando a conoscerlo e fui letteralmente colpita da tutte le emozioni che lui provò in quell'istante. Si fermò di scatto, dischiuse le labbra ma non disse niente, poi fece un passo avanti, insicuro. Io indietreggiai e vidi il panico balenare per un istante nei suoi occhi. Queste situazioni le avevo sempre viste nei film romantici che la mia amica Juliet mi costringeva a vedere con lei,e non avrei mai pensato che, un giorno, io ne fossi stata la protagonista. Sembrava tutto fermo intorno a noi e, il mio cuore, batteva così forte che ero sicura Neil potesse sentirlo.

Dopo aver fatto un passo indietro, corsi verso di lui e saltai. Lui mi avrebbe presa, lo sapevo, non avevo dubbi. Mi aggrappai al suo collo e circondai i suoi fianchi con le gambe. Lui mi strinse forte e quella fu una delle sensazioni più belle che avessi mai provato. Mi era mancato il suo corpo, il suo profumo, la sua presenza accanto a me.

<<Daisy, credevo che non ti avrei più rivista>> sussurrò. Lo guardai negli occhi. Sembrava così fragile, così vulnerabile.

<<Neil...non so cosa ti abbia detto mia madre, ma non è vero, qualunque cosa abbia inventato>> sussurrai a mia volta. Non ne capii il motivo, ma forse, quando due persone sono vicine così come lo eravamo io e Neil in quel momento, non c'era bisogno di urlare. Perché i nostri cuori erano vicini, le nostre anime si sfioravano, si abbracciavano e non c'era bisogno di nessun'altra parola. I nostri occhi, parlavano da soli, gli uni dentro quelli dell'altro.

<<Lei...lei ha detto che non volevi più vedermi>> abbassò lo sguardo. Mi si strinse il cuore a vederlo in quel modo. Non lo sopportavo. Gli alzai il mento, in modo che mi guardasse di nuovo negli occhi. Doveva credere a tutto ciò che stavo per dire.

<<Ehi, Neil, guardami...io voglio vederti, abbracciarti, baciarti. Desidero vedere ogni giorno, ogni ora, ogni secondo il tuo sorriso. Perché solo in questo modo sorrido anche io. Se tu non mi lasci, io non ti lascerò mai. Sono qui ora e ci sarò sempre>>. Lui mi appoggiò lentamente a terra e poggiò la testa tra la mia spalla e il mio collo, nascondendo il volto tra i miei capelli.

<<Hai capito?>> mormorai, accarezzandogli la schiena. Lui annuì e lasciò un bacio dolce sulla mia pelle, prima di guardarmi di nuovo.

<<Mi vuoi ancora?>>. Aveva bisogno di sentirselo dire un'altra volta.

<<Io ti vorrò sempre, Neil. Non dubitare di te stesso e non pensare di non essere all'altezza per mia madre. Sei troppo anche per me, sei la persona che ho sempre voluto si prendesse cura di me e tu ci riesci. Mi migliori la vita ogni giorno>> feci sfiorare i nostri nasi e lui finalmente sorrise. Mi baciò delicatamente, poggiando il palmo della sua mano calda sulla mia guancia. Fu un bacio casto e pieno di sentimento. Erano passati solo tre giorni ma cavolo quanto mi erano mancate le sue labbra.

<<Anche io ti vorrò sempre. Sei la cosa migliore che mi sia mai successa>> mormorò sulla mia bocca e non riuscii a evitare che il mio cuore si sciogliesse.

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