Capitolo 43

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Quando mi svegliai per la seconda volta, la stanza era illuminata dalla luce che filtrava attraverso le finestre scure. Mi girai su un fianco e tastai il materasso intorno a me, ma era vuoto. Aprii gli occhi lentamente e vidi che Neil non era più nel letto e tutti i vestiti che prima si trovavano sul pavimento a causa mia, erano stati di nuovo ripiegati ordinatamente sulla scrivania come la sera precedente. Alzai la testa per leggere il display del mio cellulare poggiato sul comò nero e segnava quasi le undici e mezza. Mi sentivo un po' più riposata anche se ero ancora frastornata, la testa continuava a farmi male e avevo lo stomaco sottosopra. Cercai di alzarmi, facendo attenzione a come reagiva il mio corpo, e dopo aver raggiunto un equilibrio decente sulle mie gambe che mi permettesse distare in piedi, andai a recuperare i miei vestiti che erano stati messi su una sedia, anch'essi ben ripiegati. Li poggiai su un braccio e mi abbassai per prendere le scarpe. Appena mi rialzai la stanza iniziò a girare intorno a me come se si fosse trasformata in un vortice. Oddio, non di nuovo. Lasciai cadere a terra tutto ciò che avevo raccolto e corsi fuori dalla camera, portando una mano davanti alla bocca.

<<Daisy, quando sei arrivata?>> chiese sorpresa Denise che come me era appena uscita dalla stanza di fronte a quella dove ero io. Le sfrecciai davanti senza risponderle, entrai nel bagno e sbattei la porta alle mie spalle. Poi si ripeté la scena di quella stessa notte.

<<Mamma,hai visto Daisy? Era in camera mia...>> riconobbi la voce di Neil al di là della porta e provai a chiamarlo ma nessun suono udibile uscì dalle mie labbra. Restai seduta per terra, con la schiena poggiata alle piastrelle bianche e fredde della parete,mentre sentivo Denise spiegare al figlio ciò che aveva appena visto.

<<Daisy sono Neil, posso entrare?>> bussò alla porta più volte,parlando adesso con la preoccupazione nel suo tono di voce.

<<Si...>>mi sforzai di parlare abbastanza forte cosicché riuscisse a sentirmi. La porta si aprì e Neil venne velocemente verso di me.

<<Daisy cosa è successo?>> si abbassò a terra, non sapendo bene cosa fare vedendomi in quel modo. Sembrava davvero preoccupato. E io dovevo avere un aspetto davvero orribile.

<<Vieni,non puoi stare sul pavimento, ti riporto in camera>> fece per prendermi da sotto le braccia, ma io non lo aiutai tenendomi a lui e così non riuscì a sollevarmi. Feci un verso di lamento quando ci provò per la seconda volta.

<<Va bene, restiamo qui. Hai vomitato di nuovo?>> chiese, alzandomi il volto così da guardarmi negli occhi. Io mi limitai ad annuire e poi riabbassai lo sguardo sul pavimento.

<<Aspetta qui, vado a prenderti un po' d'acqua>>

E dove sarei potuta andare in quel modo? Non sarei riuscita nemmeno a stare seduta se non ci fosse stata la parete a sorreggermi dietro di me.

Neil si alzò in fretta e aveva quasi raggiunto la porta quando io lo richiamai.Non volevo che mi lasciasse lì da sola, avevo bisogno di sentirlo vicino, desideravo che mi abbracciasse per riscaldarmi e scacciare via i brividi lungo il mio corpo, causati dalla stanchezza e dalle fredde piastrelle contro di me.

<<Eccomi,sono qui – disse voltandosi di nuovo indietro – mamma vai tu a prendere un bicchiere d'acqua per favore, io resto con lei>>spiegò velocemente a Denise cosa doveva fare e lei sparì nel corridoio.

<<Perché...è tutto nero...?>> sussurrai. La mia vista si stava annebbiando,era tutto a pallini bianchi e neri. Sbattei più volte gli occhi ma peggiorai soltanto la situazione, adesso quei pallini erano diventate macchie che si confondevano tra loro, facendomi girare la testa ancora di più.

<<Cosa vedi? Ehi, cosa è nero?>> domandò lui in fretta, tornando ad abbassarsi accanto a me e cercando di capire cosa stessi dicendo.

SOLI INSIEMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora