Capitolo 9.

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Era il 19 Marzo.

Mi feci trovare alle otto davanti alla casa di July, come promesso il giorno prima. Avevo portato un po' di cose per sistemarmi. Lei mi fece entrare e la aiutai a scegliere un vestito. Optammo per un vestito senza maniche color pesca , molto chiaro e carino, con un piccolo fiocco sotto al petto. Le scarpe, con un piccolo tacco, erano abbinate. Io avevo portato il vestito che mia mamma mi aveva regalato per il mio diciassettesimo compleanno. Non lo avevo mai indossato. Era nero, anche il mio senza spalline, con dei ricami bianchi sparsi in tutta la superficie. Mi arrivava all'altezza delle ginocchia e ci abbinai dei sandali bianchi con il tacco basso. Dopo aver provato svariate acconciature, nessuna convincente al cento per cento, decisi di lasciarmi i capelli sciolti. Alla fine, non dovevo farmi "bella" per nessuno. Juliet invece li raccolse in una treccia laterale. Ci truccammo entrambe un po' più del solito e uscimmo. Ero soddisfatta del risultato che avevamo ottenuto. Mentre eravamo in macchina del padre della mia amica, che ci avrebbe accompagnate e poi riprese, parlai.

<<July, ma Eric viene da solo?>>

<<Si, lui ha già la patente. Gli ho mandato l'indirizzo prima, quando arriva davanti al locale mi scrive, così andiamo a prenderlo>> Ero in ansia di rivedere Neil. Volevo vederlo, ma nel frattempo volevo evitarlo. Però ero curiosa di conoscere questo Eric, finalmente. Era sempre una persona che faceva sorridere Juliet e già per questo mi stava simpatico.

Arrivammo all'indirizzo che Alex ci aveva inviato il giorno prima. Non era un pub come mi ero aspettata. Ci trovammo davanti ad una grande villa, con un giardino illuminato intorno. Sembrava enorme. La musica si sentiva già da fuori.

<<Dai, entriamo>> mi incoraggiò Juliet. Entrammo in una stanza spaziosa e gigantesca, piena di ragazzi e ragazze che ballavano e conversavano. C'erano bicchieri di plastica sparsi un po' ovunque e l'odore dell'alcool ti invadeva le narici appena entravi. Okay, non era proprio il nostro tipo di festa. Perché eravamo lì?  July mi sorrise per rassicurarmi che stavamo facendo la cosa giusta. Mi sforzai di ricambiare il sorriso per farle capire che stavo bene. Più o meno. In realtà ero tesissima. Lei mi prese per un braccio tirandomi.

<<Andiamo in cucina>>

<<Perché?>> domandai.

<<Dobbiamo fare gli auguri al festeggiato!>>

<<July! Mi avevi detto che lo avremmo evitato se non avessi voluto vederlo – le ricordai – e non voglio vederlo>> aggiunsi in tono troppo incerto. Lei sbuffò.

<<Va bene, dopo puoi anche tornartene a casa. Ma non puoi presentarti alla sua festa di compleanno senza neanche fargli gli auguri!>> Mi arresi e la seguii in cucina. Alla fine aveva ragione. Nell'altra stanza c'erano meno persone e anche meno confusione. Vidi un gruppetto di ragazzi e ragazze che stavano parlando. Mi resi conto che non conoscevo nessuno.

<<Ragazze! Che bello vedervi qua! Avete accettato l'invito alla fine>> urlò Alex sopra il volume della musica, arrivando alle nostre spalle e facendo sobbalzare entrambe per lo spavento.

<<Si, stavamo proprio cercando te e il tuo amico>> rispose Juliet.

<<Ah, bene! Seguitemi>> disse lui, prendendo un bicchiere dal tavolo. Lo seguimmo e ci portò in un'altra stanza ancora. Quest'ultima era molto più piccola delle altre due. Da sola, mi sarei sicuramente persa in questa casa o palazzo o come poteva essere chiamata. Varcammo la porta subito dietro Alex e lo vidi. Era lì, al centro della stanza, piena di regali. Sembrava ancora più bello. Indossava dei jeans neri stretti in vita, una maglietta bianca semplice con sopra una giacca blu notte. Rimasi impalata a fissarlo per qualche secondo.

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