Capitolo 11.

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Indecisa se rispondergli o meno, salvai intanto il numero sulla rubrica. Poi non resistetti.

*Non so, devo pensarci* risposi secca, cercando di irritarlo quanto lui stava irritando me. Certo che avrei voluto conoscerlo meglio. Per farlo avremmo dovuto per forza rivederci. E sì, io volevo rivederlo.

*Ti sei divertita con me?* rispose subito. In quel momento non riuscii a controllare la rabbia. O gelosia?

*Certo, e anche tu con me eh? Scommetto che ti sei divertito molto di più dopo, con quella biondina* inviai il messaggio, disgustata dall'immagine di loro due insieme che cercava di farsi spazio nella mia mente.

*Sei gelosa?* Ma come gli era venuto in mente?

*Io? Ma figurati! Gelosa di cosa poi, puoi fare ciò che vuoi con chi ti pare*

La sua risposta non tardò ad arrivare.

*Ah allora se non sei gelosa posso raccontarti cosa abbiamo fatto dopo che te ne sei andata* Lanciai il telefono sul letto appena lessi quelle parole. Ero furiosa. Chi si credeva di essere? E poi a me non interessava.

Arrivò un altro messaggio e lo aprii, troppo curiosa per non farlo. Trattenni il respiro e...

*Abbiamo pulito la casa e l'ho riaccompagnata a casa sua. Quella "biondina" è mia cugina* Rilasciai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto. Dovevo credergli? Che idiota ero stata. Scelsi di fidarmi.

*Scusa, di nuovo*

*Non fa nulla. Domani ci vediamo a ricreazione?* Sorrisi da sola come un'ebete.

*Si...*

*Perfetto, allora a domani. Un bacio* Lessi e arrossii. Per fortuna non poteva vedermi.

*Aspetta...posso farti una domanda?*

*Certo, anche più di una sola* sorrisi di nuovo. Mi sorpresi di come Neil fosse riuscito a farmi passare da irritata a gelosa, poi avermi fatta sorridere e arrossire, tutto in...due minuti e con dei semplici messaggi? Mi preoccupai per come mi sarei sentita se fosse stato qui con me a parlare faccia a faccia. Non poteva avere questa specie di potere sulle mie emozioni.

*Ricordi cosa mi hai detto ieri?*

*Sì, ma ho detto molte cose...dammi un altro indizio*

*Ciò che hai detto a me prima che tua cugina ti chiamasse. Dopo il commento sulla mia timidezza* digitai in fretta e inviai. L'ansia iniziò a farsi sentire, in attesa di una su risposta. Speravo che se lo ricordasse.

*Ah, sì certo. Lo penso ancora, non ho cambiato idea. Mi piaci.*

Anche tu mi piaci, sei così bello e dolce, non vedo l'ora di rivederti e sai che il mio cuore sta battendo così forte che forse, se porti il cellulare vicino al tuo orecchio, riusciresti a sentirlo? Gli risposi così nella mia mente, mentre in realtà risposi con un semplice *Okay...grazie*

*Okay, prego. No, devi smetterla di ringraziarmi sempre* lessi il suo messaggio.

*Hai ragione, scusa*

*Intanto smetti di ringraziarmi, poi con il tempo lavoreremo anche sul fatto di chiedere sempre scusa. A domani, un altro bacio*

Con il tempo? Significava che voleva passare altro tempo con me? "Lavoreremo". Mi piaceva quel verbo usato al plurale. Non io, non lui. Noi lavoreremo. Insieme.

*Va bene, a domani* gli risposi un'ultima volta e poi spensi il telefono.


Il giorno seguente non vedevo l'ora che fossero le undici, l'ora dell'intervallo. Dalle dieci alle undici avevamo il compito di matematica. Non riuscii a concentrarmi; per fortuna Juliet mi suggerì un po' di risposte. Fortunatamente per la classe ma sfortunatamente per me, il compito si prolungò e occupò anche i venti minuti della ricreazione. Così mi agitai. L'ora dopo avevamo storia dell'arte. La professoressa era anziana e poco sveglia cosi stavamo sempre tutti al telefono durante le sue ore, senza che lei se ne accorgesse. Mi arrivò un messaggio.

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