CAPITOLO 11

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Calma. Tranquillità. Pace.

Osservo le lingue di fuoco danzare all'interno del grande camino in pietra, mentre il silenzio della notte viene interrotto solo dal rumore rilassante della pioggia e dello scoppiettare del legno incandescente.

Il salone in cui mi trovo, a differenza della hall piena di luce all'entrata, è illuminato solo dalle fiamme davanti a me e da qualche piccola fioca lampada a muro.

Per qualche minuto nessuno dei due dice una parola, ma per la prima volta nel corso di questa assurda serata, non si tratta di un silenzio imbarazzante.

Sento i muscoli di tutto il corpo rilassarsi grazie al calore naturale del fuoco, che piano piano, sta asciugando i miei abiti fradici. La testa mi fa ancora male, gli occhi mi bruciano e sento la stanchezza e la debolezza cominciare ad insinuarsi nelle ossa, eppure... non mi sembra di essere mai stata meglio.

Quando distolgo lo sguardo dalla danza ipnotica delle fiamme rossastre e mi volto verso il mio silenzioso vicino mi sorprendo nello scoprire che i suoi occhi dorati erano già su di me.

In meno di un secondo il suo sguardo imbarazzato fugge dal mio per soffermarsi all'interno del vecchio camino e se non fosse per la scarsa luce, oserei dire che stia arrossendo...

Si allunga col busto all'indietro e reggendosi sui gomiti, si schiarisce la voce prima di interrompere il silenzio che tutt'a un tratto è tornato ad essere imbarazzante. Per lui almeno!

<< Allora... >>, gli occhi ancora immersi nelle fiamme; << Che vuol dire Tiou?>>.

<< Che? >>

<< Tiou! Or Teo.... Non lo so! Lo hai detto tu! >>, le sue iridi dorate finalmente incontrano le mie.

<< Non so di cosa tu stia parlando! >>, rispondo divertita dalla sua strana pronuncia di parole senza senso.

<< Oh andiamo! Lo hai gridato quando ti ho fatta spaventare! >>.

Quando capisco a quale parola si stia riferendo, non riesco a trattenermi e scoppio a ridere freneticamente lanciando la testa all'indietro! Il problema è che mi lascio andare con un po' troppa enfasi, finendo per perdere l'equilibrio e cadere a gambe all'aria con la grazia di una cazzo di tartaruga che si cappotta sul guscio!

Per fortuna ero già seduta a terra...

Smetto subito di ridere, vergognandomi come non mai prima d'ora e mi raddrizzo a sedere il più in fretta possibile sperando che il cantante non abbia assistito alla scena. E ovviamente...

Liam è sdraiato supino, intento a stringersi l'addome con entrambe le mani e a ridere a crepapelle.

Incrocio le braccia al petto e aspetto che abbia finito di fare il cretino prendendosi gioco di me.

Dopo un minuto buono, finalmente la sua risata comincia a scemare;

<< Hai finito!? >>, chiedo fulminandolo mentre lo osservo tirarsi sù e poggiarsi sui gomiti tornando nella posizione in cui era poco prima che il mio atterraggio "felino" lo portasse a rotolarsi a terra scompisciandosi.

<< Sì... >>, soffoca un'altro round di risata in partenza prima di fare un lungo respiro ed asciugarsi gli occhi umidi con il dorso della mano.

<< Scusami! E' solo che ... sei così buffa e... carina! >>.

Carina? Io?!? Ed eccolo che riparte a ridere!

<< Sì...Certo... >>, roteo gli occhi al cielo e comincio a fissare nuovamente le ceneri ai piedi delle fiamme vive.

Sento la risata di Liam spegnersi e i suoi occhi tornare su di me.

I Dare You - ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora