CAPITOLO 63

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Liam's POV

<< PORCA PUTTANA!! >>, grido balzando seduto sul letto.

Ho la faccia completamente lavata, mentre gocce d'acqua gelida cadono lungo tutto il mio petto!

Ma che razza di risveglio è questo???

Mi siedo sul bordo del letto, ancora confuso su cosa diavolo sia appena successo! Alzo lo sguardo su Corine, la quale è lì in piedi davanti a me con sguardo agguerrito e due bicchieri vuoti tra le mani.

<< Ma che diavolo ti è preso!? >>, chiedo scioccato e confuso!

Lei mi fulmina con lo sguardo e incrocia le braccia al petto; << Dovevo svegliarti! >>, la sua voce è ferma e fredda.

<< E non potevi semplicemente chiamarmi?? Jeeez! >>, la guardo senza parole, domandandomi quale razza di problema possa avere sta ragazza! Do un'occhiata alla sveglia sul comodino; sono solo le otto!! Non sono affatto in ritardo! A questo punto, suppongo stia solo cercando di farmela pagare per essere sparito ieri sera, ma più osservo il suo sguardo glaciale e più comincio a realizzare... e ad andare nel panico...

Lei sa.

<< Te lo ha detto Paul? >>, chiedo incredulo mentre i suoi occhi stanchi non si scostano dai miei neanche di un millimetro; è troppo impegnata a lanciarmi silenziose sentenze di morte.

<< No. Lo hanno fatto gli altri. >>.

<< Cosa? Io l'ho detto solo a Paul! >>.

<< E lui si è sentito in dovere di dirlo ai tuoi colleghi, meglio conosciuti come i tuoi migliori amici razza di cretino! Quando cazzo avevi intenzione di dirmelo, eh?? >>.

<< Ho saputo della gravidanza di Sandra solo ieri... Te lo avrei detto prima o poi! >>.

<< Non prendermi per il culo Liam! Hai chiesto a Paul di non dire una parola, soprattutto a me! Quindi ora credo mi sia lecito chiedermi cosa cazzo aspettavi! Che la pancia di Sandra si gonfiasse con una fottuta anguria o cosa?? >>.

<< Ti dispiacerebbe smetterla di urlare? >>.

<< Perché? Ti devi concentrare forse? Così puoi inventarti una risposta più credibile da darmi?? >>.

<< NO! PERCHE' LA MIA TESTA E' SUL PUNTO DI ESPLODERE PER TUTTO L'ALCOL CHE HO INGURGITATO IERI SERA!>>.

<< E CHI CAZZO TI HA DETTO DI ANDARTI A RIDURRE COSì!?! >>.

Premo il mio palmo destro contro le labbra per impedire alla mia fottuta bocca di aprirsi nuovamente, mentre con il sinistro stringo forte le lenzuola. Chiudo gli occhi per un momento e faccio un grande respiro nel tentativo di calmarmi.

Non voglio litigare con lei. Non è colpa sua. Ieri ho reagito come un bambino e ne sono consapevole. Non avrei dovuto andare nel panico in quel modo e sparire per ore per andarmi a sbronzare in quel modo in uno squallido bar.

Alcuni flash-back confusi di ciò che è successo dopo che Paul mi ha riportato in hotel tornano in mente ed il senso di colpa e di disgusto per come ho lasciato che lei mi vedesse mi assale.
Ricordo della sberla che mi ha mollato e dello sguardo con cui mi ha guardato, tanto ferito e deluso che non posso fare a meno di sentirmi un fallito. Sono stato debole e stupido.

Se fossi stata in lei, mi sarei colpito più forte!

<< Sono andato nel panico... >>, ammetto mantenendo gli occhi bassi sulla soffice moquette; << Quando ti ho lasciato con Louis in camera, ero pronto ad affrontare James... Non avevo un piano specifico; l'unica cosa che volevo era trovarlo. Ma Sandra ha trovato prima me... e quando mi ha detto del bambino non potevo crederle. Pensavo stesse mentendo per farmi tornare con lei, ma mi ha mostrato l'ecografia e ... >>, m'interrompo al ricordo di quella piccola immagine in bianco e nero di quel minuscolo esserino... talmente piccolo da essere a malapena visibile , ma comunque lì e reale... << Mi sono impanicato e sono corso fuori per prendere un po' d'aria... e quando finalmente mi sono trovato da solo... non riuscivo a smettere di domandarmi cosa sarebbe successo dopo... alla mia carriera... al mio rapporto che credevo ormai chiuso con Sandra, ma soprattutto a noi due. Non posso perderti... >>, mi sforzo ad alzare lo sguardo su di lei e non appena i miei occhi incontrano il caldo e magico color nocciola dei suoi, ho subito la sensazione di essere a casa. Mi sta fissando con occhi lucidi; le morbide labbra leggermente socchiuse, concentrata sulle mie parole ed aspettando che io prosegua. Ma per poter andare avanti devo per forza rompere il contatto visivo, perché non posso dire ciò che sto per dire e guardarla negli occhi contemporaneamente... << Più pensavo al bambino e più lo vedevo come un problema... e mi odio da morire per questo! L'annuncio di una gravidanza dovrebbe portare gioia e felicità, ma io non riuscivo a sentire altro che paura e rabbia! >>, faccio un gran respiro e riporto i miei occhi nei suoi... << E poi mi sono ricordato di te... e di quello che mi hai raccontato sulla tua infanzia; sul fatto che tuo padre fu troppo codardo per restare ad occuparsi di te e tua madre e del modo in cui sei stata costretta a crescere a causa di ciò... >>, rabbrividisco al solo pensiero di come la sua vita possa essere stata... << E mi sono sentito ancora peggio. >>.

I Dare You - ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora