CAPITOLO 5

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La sua schiettezza mi lascia spiazzata.

Ero quasi del tutto sicura che avrebbe optato per il licenziamento dopo la scaletta della serata, dal peggio pensabile al peggio più improbabile; ma speravo che mi avrebbe lasciato almeno il tempo per spiegare! O meglio, per inventarmi qualcosa che mi avrebbe permesso di salvarmi il culo perlomeno.

<< Cosa??? No!!! No Frank ti prego! Sono stata io!! Ero io ad avere i drink in mano! É tutta colpa mia, lo giuro!>> Linda è in lacrime e la disperazione ha ormai rimpiazzato lo shok iniziale.

<< NON OSARE DIFENDERLA!! >>, le urla Frank a pochi centrimeti dalla faccia, costringendola a indietreggiare.

Noto solo ora che due dei cinque ragazzi al tavolo si sono alzati allarmati dall'improvvisa aggressività del nostro capo, ma sono troppo agitata e sconvolta per capire di chi si tratti o in quale preciso momento siano balzati in piedi dalle loro sedie.

Un fischio acuto continua a ronzarmi nelle orecchie in fiamme e la testa comincia a girarmi...

Tutto ciò a cui riesco a pensare è che non voglio e non devo essere licenziata. Non posso permettermelo. Non posso...

<< Frank...possiamo prima parlarne un attimo per favore?>>

Implorare non è nella mia natura. O almeno non lo è più; ho già implorato abbastanza durante la mia vita e partendo per la Scozia circa dieci mesi fa, mi sono promessa di non farlo mai più, per niente e per nessuno.

Nuovo Stato, nuova città, nuova gente, nuova Me.

Ma in questo momento l'unica cosa che mi interessa davvero è tenermi stretta questo lavoro e se per farlo devo mettere da parte la mia promessa, così sia.

È solo grazie a questo lavoro che riesco a pagare l'affitto e perderlo per dover cercarne un altro a metà novembre sarebbe un'impresa ardua, se non addirittura impossibile.

Frank, dopo aver notato l'espressione attonita dipinta sulla faccia di ogni singolo cliente presente in sala, deve essersi reso conto di quanto forte abbia gridato contro Linda e di quanto in questo momento, sembri un pazzo sull'orlo di una crisi di nervi. I pochi capelli rimastigli sono scompigliati, le guance gli vanno a fuoco. Riesco ad intravvedere le due piccole vene che sono solite comparirgli sulle tempie ogni volta che s'innervosisce.

Il fatto che abbia bevuto (che sorpresa!) non aiuta! L'alcol gli fa perdere le staffe più facilmente, rendendolo più nevrotico e insopportabile del solito.

Dopo aver dato un'occhiata al manager senza giacca e dalle braccia conserte, che lo fissa come ad aspettarsi una qualche soluzione magica per la sua cazzo di giacca firmata, il petto di Frank si gonfia in un lungo respiro per poi cominciare a parlare, sforzandosi di sembrare calmo, ma pur sempre autoritario;

<< Ne ho avuto abbastanza di te Corine. Non c'é altro da dire! Ti avevo avvertita!>>.

<< Ma questa volta é stato un incidente!>>, odio il suono disperato della mia voce.

Tuttavia, per quanto io possa tenere al fatto di non perdere il lavoro, mai e poi mai farei ricadere la colpa su Lilù; conosco la sua situazione ed è peggio della mia attuale.

Vive in un monolocale in affitto che non raggiungerà neanche i 40 metri quadrati con suo padre Chad, un uomo straordinario e i suoi due fratelli gemelli di dieci anni, Mason e Luke.

Qualche mese fà, durante la chiusura io e Linda ci siamo trattenute nel locale a bere di nascosto una bottiglia di vino rosso rubato dalla scorta personale di Frank; e dopo aver riso per la prima volta nella mia vita fino ad avere il mal di pancia ... la mia amica dal naso e dalle guance rosse per l'eccesso alcolico, mi si è buttata al collo ed ha cominciato a piangere.

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