Parte 68

14 0 0
                                    

Ci alzammo da terra e andammo verso il divano mentre nella mia mente scorrevano tanti modi per uccidere quel bastardo ....bhe da una pallottola ad una coltellata...ci sedemmo sul divano e la mia mente passò dal tentato omicidio alla riflessione. Guardai Jo con lo sguardo perso nel vuoto mentre mi stringeva, volevo sapere quale fosse stato il suo piano ma esitai per un momento fin quando non fu lui a rompere il silenzio:
- Quel bastardo ti sta solo usando come messaggio per riferirlo a me
- Messaggio?
-Nel senso che mi sta avvisando che se non restituiscono tutto se la prendere con te...e stato così fin dall'inizio, da qunado ti ho difeso in quel ristorante,da li e scattato tutto...era la stessa riflessione che stavo facendo..
-Sai lo stavo pensando anche io, poi aggiungiamo anche il fatto che lo avete massacrato di botte....spero solo che non metta in atto ciò che mi ha scritto,in tal caso ho già pensato a possibili omicidi in vari modi...e mi scappò una risata isterica
- Ma da vero..rise anche lui...e dimmi un po quali sono
- Bhè ci sono la classica pallottola e coltellata,oppure lo possiamo torturare con le pinze, oppure legalarlo  e frustarlo,o anche sfigurarlo con l' acido, oppure....
-Ok ok stop ho capito, ma che razza di mente contorta sei....questa volta rise di gusto
-Oooo tu non sai cosa sono capace di fare se tocchi la mia famiglia o le persone che amo
-Allora perché ti sei fatta prendere dal panico...abbassai la testa
-Perchè i ricordi di mio fratello e della mia famiglia sono apparsi davanti agli occhi e solo il pensiero di perderli mi ha fatto star male, ho sempre reagito in questo modo quando sono da sola ovvio, è difficile che esterno i miei sentimenti...te invece parlami di te....

Jo pov
...te invece parlami di te....ecco il momento che temevo,ma glielo dovevo visto che lei con me in un modo o nell 'altro si sta confidando con me...così...
-Bhè diciamo che non abbiamo avuto una vita facile io e mia sorella..che approposito devo chiamare...sorrise alla mia affermazione....comunque è la classica storia di coloro che non hanno il padre perché non ha voluto prendersi le responsabilità, che la madre li ha lasciati ai nonni perché a lei piaceva la vita libertina,che ogni tanto di faceva vedere ma non restaurava legami....nella mia vita ho sempre sacrificato tutto, i miei nonni purtroppo avevano una misera pensione che ovviamente non potevano scomparire sempre e solo per noi, cosi ho incominciato a lavorare a 14 anni e contemporaneamente andavo a scuola..feci una pausa....mia sorella sognava di diventare una dottoressa quindi fino e un paio di anni fa andava a scuola e poi ha fatto due anni di università, ma un giorno incontrò quel bastardo e la sua vita cambiò,venne a sapere di nostra madre e non so come ma io ho cercato in tutti modi di proteggerla da questa cosa ma fu tutto inutile,comunque per fartela breve,ho avuto una vita di merda.....mi guardava sensa battere ciglio,il suo labbro inferiore incominciò a tremare,cosi la trinsi a me e la cullai
- Non piangere per me
- Come faccio...ha avuto una vita di merda,continui ad averla dimmi tu come faccio a non piangere
-Qui ti sbagli, tu la stai cambiando...se tu non fossi entrata nella mia vita improvvisamente io non sarei qui, ma sarei a fare stronzate in giro rischiando la galera...quindi un tempo forse ma non adesso....mi avvicinai e la baciai
-I tuoi nonni??
-Sono fantastici un giorno te li farò conoscere...sorrise e mi baciò di nuovo.

Era passata un altra settimana, quello che era successo con Matt lo avevamo rimosso per qualche istante ma sarebbe sorso molto presto. Era il giorno del mio compleanno non avevo tanta voglia di festeggiare, ma volevo comunque fare qualcosa tanto per distrarci, cosi dissi a tutti che la stasera saremmo andati a mangiare fuori, ma per qualche strano motivo mi rispose che erano impegnati,di sicuro volevo organizzare qualcosa quindi gli scrissi un messaggio riferendogli che se avessero fatto  quel pensiero non sarei stata contenta. Mi diressi a lavoro  sarebbe stata una giornata alquanto faticosa,ero nervosa e sicuramente sarei finita a litigare con qualcuno. Mi mancavano le persone più importanti della mia vita ma non potevo pretendere che venissero qui di punto in bianco, specialmente se papà è fuori per lavoro quindi mi ero rassegnata all'idea di una loro presenza. Ormai la giornata era volata, guardai l'ora e l'orologio segnava le 20.30 ne avevo per altre due ore che immancabilmente non finivano mai; andai nello spogliatoio per prepararmi la roba per dopo e trovai un pachettino sulla panca, lo presi e lessi il biglietto* per una persona speciale* aprii il pachetto e trovai un quadro fatto di legno con una foto mia e di mio fratello, sorrisi come un idiota e sfiorai la foto con le dita e una lacrima di nostalgia cadde su di esso, sapevo che erano stati i miei genitori e speravo vivamente che tornata a casa li avrei rivisti e ritornai in sala con quella speranza.

io ti aspetto....e nel frattempo vivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora