capitolo 20

1.3K 100 6
                                    

Mi ci vorrebbe una bella corsetta. Vado in camera mia per cambiarmi e prendere una bottiglia d'acqua per poi uscire dall'Hotel iniziando a correre .

Three months later...

«Salve Lucas, come va oggi?»

«Bene signorina Emy.»

«Dammi pure del tu.»

«Com'è andata oggi la giornata?»

«La solita, e tu?»

«Anche.»

«Adesso vado in camera mia a posare queste buste» dico.

«Ok, arrivederci.»

«Ciao.»

Vado in camera mia e poso tutte le buste. Finalmente posso riposarmi, sono esausta. Mi squilla il telefono, è mia madre.

«Hei» dico rispondendo alla chiamata.

«Hei tesoro, va tutto bene?"

«Sì dai, tu?»

«Sì, quando ti deciderai a farmi visita?»

«Molto presto, tranquilla.»

«Non vedo l'ora di rivederti.»

«Anch'io mamma, adesso vado che ho delle buste da svuotare, ciao.»

«Ciao.»

Riattacco. Io e lei non abbiamo mai smesso di sentirci. Metto apposto le buste e vado su internet a cercare nuove canzone da scaricare.Vedo una canzone che si chiama "Wait a minute". Decido di ascoltarla. Mi è familiare, purtroppo non riesco a trovare il cantante, anzi i cantanti, ma vabbeh la scarico lo stesso. Apro un'altra finestra di Google e cerco dei voli per domani perché è il compleanno di mia mamma e vorrei fargli una sorpresa. Chiamo un'agenzia viaggi

«Salve, vorrei sapere se per domani ci sono voli per Los Angeles» chiedo.

«Aspetti che controlli.»

«Ok, la ringrazio.»

Aspetto due minuti.

«Sì, c'è ne e uno alle nove e mezza, uno alle tre e quaranta e l'ultimo alle sette e mezza di sera.»

«Prenoto quello delle nove e mezza» dico.

«Ok, mi dii il suo nome.»

<Emanuela Wood.»

Sento che digita dalla tastiera del computer.

«Ok, allora domani deve andare allo sportello dell'aeroporto, pagare, e poi le daranno la ricevuta» dice informandomi la donna.

«Ok la ringrazio, arrivederci.»

«Arrivederci.»

Riattacco, adesso mi tocca fare la cosa che odio di più al mondo. Le valigie! Le prendo da sotto il letto e inizio a caricarle. Dopo tre ore di affaticamento, bussano alla porta.

«Chi è?» domando.

«Sono io, Lucas.»

«Arrivo.»

Vado ad aprirgli.

«Te ne vai?» dice guardando le valigie già pronte nell'angolo della stanza.

«Sì, domani, faccio un piccolo regalo a mia mamma» dico sorridendo.

«E quando tornerai?»

«Non lo so, per ora ho solo fatto il biglietto per l'andata.»

«Si sentirà la tua mancanza» dice.

TI AMO ANCHE IO|JUSTIN BIEBER|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora