Capitolo 11

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«Prego.»

Mi alzo dal letto. Squilla il telefono di Jason.

«Pronto?...Sì...Sì sta bene....Ok, ciao...è per te» dice Jason dandomi il cellulare.

«Se è Justin puoi anche chiudere grazie!»

«Dai, fallo per lui.»

«Appunto per questo è che non gli rispondo» rispondo ovvia.

«Beh tu lo ascolti lo stesso!»

Mette il viva-voce.

«Emy, come mai ti sei sentita male? Stai bene adesso?»

«Inanzi-tutto ti calmi e dopo a te che te frega..tanto scommetto che ne stai approfittando. Mentre io sono qui a New York tu ti starai facendo tutta Los Angels.»

«Ma cosa stai dicendo?»

«Ryan e Chaz mi hanno raccontato tutto...e io che credevo che fossi un ragazzo dolce e sincero...»

«Infatti lo sono, ti giuro Emy che non è vero.»

«Sì, come no.»

Detto questo me ne vado giù. Dopo dieci minuti viene anche Jason che mi lancia uno sguardo omicida.

«Che hai?»

«Niente!»

Lo lascio stare.

«Emy hai disfatto le valigie?»

«Non ancora.»

«Martina aiuti Emy a disfare le valigie?»

«Certo.»

Andiamo di sopra.

«Madonna...hai tanti vestiti» dice aprendo una valigia.

«E quella è solo la prima.»

Ride.

Ci impieghiamo un'ora e mezza per mettere tutto a posto.

«Manca ancora quella.»

«Vero...non l'avevo vista» dico ridendo.

«Neanche io.»

Suona il campanello d'entrata. Sento la porta aprirsi e poi chiudersi. Sarà Jason!?

«Che bello questo vestito!»

«Grazie.»

La porta di camera mia si spalanca di botto facendomi prendere un colpo. Ma non solo perché la porta si era aperta velocemente, ma per chi l'ha aperta.

«Tu!?» dico sorpresa.

Ok, calmati! Jason fa un segno a Martina.

«Io vi lascio soli...ciao.»

«No! Tu resti qui» dico.

«Ciao.»

Se ne va giù con Jason chiudendo la porta.

«Esci immediatamente Justin!»

«No! Non me ne vado finché tu non mi ascolterai.»

«Allora resterai qui a vita, fino alla tua morte, ti avverto.»

«Almeno morirò con te vicina.»

«Contaci, contaci.»

«Sì, ci conto.»

Si avvicina a me.

«Fa un altro passo e io..io..»

«Tu cosa?»

Si avvicina a me e mi prende dai fianchi.

«Lasciami stare stupido.»

«Non ti lascerà mai più scappare adesso che ti ho di nuovo.»

«Ma che sono, un giocattolo?»

«No!»

Si siede nel letto.

«Siediti.»

«No!»

Mi prende il braccio e mi fa sedere sopra di lui. Io mi tolgo e mi metto di fianco.

«Vedi...io un tempo ero così...loro te lo hanno detto perché a da tre anni che non ci vediamo e parliamo quindi loro non sapevano che ero cambiato...sei stata tu a farmi cambiare totalmente.»

«La solita frase.»

«Sono serio.»

«E anche io.»

«Ti prego perdonami....anche se non ho fatto niente.»

«Niente?»urlo arrabbiata.

«Sì, niente!»

Lo fisso male.

«Non fare quella faccia...non ti ho fatto niente, sei tu che ti sei fatta i film mentali!»

«Ti odio!»

«Cosa?» dice sorpreso.

«Hai sentito bene!»

Stupido! Emy tranquilla, devi calmarti!

«Papà!» urlo forte.

Cazzo, non di nuovo!

«Emy cosa hai?»

Sale di corsa mio padre.

«Cosa hai?» dice preoccupato.

«Non mi sento la mano e la faccia...papà...» dico in lacrime.

TI AMO ANCHE IO|JUSTIN BIEBER|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora