capitolo 49

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«Mamma mia sto cazzo» dico arrabbiata.

«La smetti di prendertela per uno stupido scherzo?»

«Sì, certo, uno scherzo!»

Me ne vado fuori a prendermi una boccata d'aria. Odio quando le persone ti criticano senza sapere nulla su di te. Mi fermo in un piccolo parchetto con una panchina e un'altalena. Mi siedo nella panchina e prendo il telefono dalla tasca. Attacco le cuffie e accendo la musica a tutto volume. Mi sento toccare la spalla, mi giro e vedo Justin.

«Vattene, voglio stare da sola!»

Si siede vicino a me.

«Capisci o vuoi che te lo disegni?»

Mi toglie le cuffie dalle orecchie.

«Che vuoi?»

«Voglio parlare con te.»

«Lo stai già facendo.»

«Cosa ti è successo in passato?»

«Nulla.»

«Allora perché avevi detto quello?»

«Niente!»

«Dai dimmelo!»

«Niente ti ho detto!»

«Non fare la difficile!»

«Senti, non ho voglia di piangere e di parlarne con te capito?»

«Insisto!»

«Mamma mia quanto rompi!»

«Dai su.»

«Quando ero alle medie e alle superiori ero un po' diversa, mi vestivo tutta scollata e corta, tutti mi chiamavano prostituta. E grazie a loro mi tagliavo e avevo cercato anche di suicidarmi con delle pillole(vedo lucido) ed è per questo che mi sono incazzata prima!»

Grandioso, proprio adesso le lacrime devono proprio entrare in scena?

«Io...»

«Sta zitto! Non voglio più parlarne!» dico mentre asciugo una lacrima.

Mi abbraccia.

«Ti prego di scusarmi» dice.

«Va bene.»

Ricambio l'abbraccio. Perché deve essere tutto così difficile tra di noi?

TI AMO ANCHE IO|JUSTIN BIEBER|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora