"Amore va tutto bene? Ti stai divertendo?"
"Certo mamma.."
Sento un botto in salotto.
"Mamma scusa ora devo andare"
e le chiudo il telefono in faccia. Corro in salotto preoccupata, magari è caduto Sascha, o è caduta Sabrina; in quel caso riderei e basta. Come metto piede in salotto mi si gela il sangue: Sabrina sdraiata su Sascha intenta a baciarlo e lui che cerca di liberarsi. Dalla bocca mi scappa un gridolino, mentre mi si bagnano le guance dalle lacrime involontarie. Io odio piangere.
Corro in camera di Sascha, dove rifletto due secondi: lo sta baciando e io devo fare qualcosa. La mia tristezza si trasforma in rabbia, e con passo deciso torno in salotto. Con immenso piacere noto Sabrina che piange per terra e Sascha che sta lanciando roba contro di lei
"Puttana!"
le grida, e lei piange ancora di più. Per quanto avrei voglia di lasciarle cinque dita sulla faccia mi trattengo e mi avvicino a Sascha mettendogli le mani sulle spalle.
"Amore fermo, basta. Hai già fatto abbastanza, guardala."
mi giro a guardare Sabrina che è rimasta per terra.
"Levati di mezzo"
mi risponde duramente. Leggo la rabbia nei suoi occhi, ma non mi muovo.
"Sascha..."
mi prende di peso e mi sposta di lato. Si avvicina a Sabrina e inizia a dirle le peggio cose che si possano dire ad una persona. Lei piange sempre di più e io decido che tutto questo deve finire. Così, furente, mi avvicino a lei e la alzo di peso. Sono magrolina, ma ciò non significa che io non sia forte. La porto in ingresso e la faccio uscire
"Questa volta ti ho difesa, la prossima volta ti smonto."
e chiudo la porta, mentre lei è ancora lì che mi fissa. Torno in salotto e inizio a ripulire il pavimento da quello che Sascha ha lanciato alla Sabrina:Ciabatte, una tazzina, cereali, piatti... di tutto. Mentre ripulisco Sascha è seduto sul divano con la testa fra le mani che fissa il pavimento; potrei giurare di vederlo piangere.
Non so cosa pensare,così mi siedo accanto a lui per chiedere spiegazioni. Come mi siedo lui inizia a parlare "Senti , io non volevo, è stata lei, mi mi è saltata addosso." gli trema la voce e le lacrime gli corrono veloci giù per le guance. Lo guardo bene in faccia, gli asciugo una lacrima e lo bacio. Non faccio fatica a credere che sia stata lei, e poi altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui la insultava e le lanciava cose. Però io giuro che se gli si avvicina di nuovo uno schiaffo non glielo leva nessuno.
Che poi voglio dire, è tuo cugino cazzo! Io non bacerei mai mio cugino; anche se ne avessi uno così scopabile come Sascha.