Capitolo 24.

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Davanti agli occhi mi passano mille immagini: io e lei che corriamo per mano in un prato che ci sembra enorme,lei che si chiude in camera sua ogni sera, lei che risponde sempre male infine lei che scappa di casa.

Sascha continua a scuotermi e io riemergo dal mio quasi coma.

"FRANCESCA! PORCA PUTTANA RISPONDIMI TI PREGO!"

"Mh, si, si ci sono"

"CRISTO, MI HAI FATTO PREOCCUPARE!" urla stringendomi a se. È una fortuna che i miei siano andati in vacanza, altrimenti ora sarebbero corsi qui.

"Ora spiegami chi è Sara"

"Sara era... è, scusa , mia sorella maggiore che è scappata di casa quando aveva vent' anni. Credo sia scappata all'estero perchè in Italia non si è mai trovata. Adesso dovrebbe avere circa trent anni "

"Ah. E perchè si prende la briga di farsi sentire solo ora?" sento la sua rabbia crescere.

"Non lo Sascha, non ne ho la più pallida idea. Quando è scappata i miei genitori sono entrati in depressione. E io... no nulla."

"Tu cosa?"

"Nulla"

"Francesca... puoi dirmi tutto lo sai."

faccio un respiro profondo

"Io... io... ho sofferto di bulimia."

"Ommioddio amore vieni qui" mi stringe nuovamente a se, ed io faccio dei respiri profondi per non piangere.

"Non fa nulla, sono guarita ed è successo anni fa." "Sto bene, tranquillo"

"Sicura?"

"Sì, ora mettiamo a posto questa faccenda."

"Chiedile un appuntamento, poi fai mezzo turno a lavoro mentre io registro per il canale, poi andiamo insieme."

"Okay okay va bene" lascio cadere la schiena sul letto e fisso il soffitto per alcuni secondi, poi mi alzo.

"Vai a lavarti che sei in ritardo per il lavoro"

Corro in bagno e poi mi butto addosso i primi vestiti che trovo. Sascha mi aspetta in macchina e quando salgo parte velocemente.

[...]

Esco nel parcheggio e vedo Sascha appoggiato alla macchina che parla con un ragazzo. Vado verso di loro e come mi avvicino loro si salutano e il misterioso ragazzo se ne va. Chi è? Sarà un amico di Sascha ma non avrebbero smesso di parlare quando mi hanno visto.  Entro in macchina e per poco non vomito sul tappetino appoggia piedi; per fortuna riesco a girare la testa e vomitare sull'asfalto. Sascha mi tira su i capelli evitando che mi finiscano in faccia mentre mi sale un altro conato. Quando ho finito mi porge un fazzoletto e mi pulisco la bocca con ancora quel gusto schifoso dentro.
Voglio ancora sapere chi è quel ragazzo con cui parlava e poi dobbiamo andare all'appuntamento con Sara e no, non posso stare male.

"Scrivi a Sara che stai male e che non andiamo."

"No, non se ne parla ci andiamo." "Andiamo a casa, prendo qualcosa per lo stomaco e andiamo."

"Ti porto a casa ma non esci."

Resto in silenzio,non ho fisicamente la forza di continuare ora la discussione. Sono convinta ad uscire. Non può impedirmelo.

Quando entriamo in casa lui va sul divano e si sdraia, mentre io vado in bagno e dallo sportello accanto allo specchio prendo un medicinale per lo stomaco. Guardo l'orologio: mezz'ora all'appuntamento. Dato che devo andare in autobus parto ora perché il servizio del bus fa veramente schifo come orari.
Mi sciacquo la bocca con del colluttorio e mi sistemo i capelli arancioni che mi danno tanti problemi. Li lego in una coda alta ed esco dal bagno. Poi vado in salotto

"Sascha, io esco."

"Non se ne parla Francesca. "

"NON PUOI IMPEDIRMI DI USCIRE! NON SONO LA TUA SCHIAVA A CUI PUOI DIRE COSA FARE! Questa è l'occasione per rivedere mia sorella dopo anni e non me la lascerò scappare. Ci andrò, con o senza di te."

"HAI APPENA FINITO DI VOMITARE! E SE TI SENTI MALE PER STRADA?"

"Se vieni con me ci sei tu, altrimenti pace, vomito di nuovo e pace."

"Dio mio che testina che sei!" "Ringrazia che io non sopporto l'idea che tu possa stare male mentre sei sola."

"Grazie" dico in tono sarcastico.

Si infila le scarpe e si mette il giubbotto seguendomi giù per le scale.  Per tutto il tempo è stato zitto, ora siamo davanti al bar e io vado verso un tavolino fuori dal bar. Per essere dicembre fa caldo. Mi siedo e Sascha si prende una sedia e si siede accanto a me. Poi prende il suo cellulare e risponde velocemente ad un messaggio, senza darmi il tempo di leggerlo. 

"Chi è?" chiedo.

"Nessuno." 

"E' inutile essere così secchi. Prima o poi lo scoprirò. Gne" arriccio le labbra in un broncetto da bimba, e lui non fa a meno di lasciarmi un bacio a stampo su quell'adorabile broncio.

Parliamo ancora per un po' ma poi vedo due figure in lontananza. E posso giurare che dalla camminata quella è mia sorella.





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