Capitolo 21.

474 41 0
                                    

Il mio turno passa velocemente e quando esco fa parecchio freddo ed è già buio; però stranamente ad aspettarmi fuori non c'è ne Sascha nè mamma nè papà... decido di rientrare nel negozio ad aspettare perchè fuori fa freddo e non voglio ammalarmi. Controllo più volte il cellulare e dopo circa mezz' ora chiamo Sascha, che però non risponde. Riprovo, nulla. Allora decido di provare a chiamare Mamma. Segreteria. Riprovo e le lascio un messagio in segreteria anche se so che non li sente mai.

"Mamma mi sto iniziando a preoccupare. Se lo senti richiamami"

Non posso tornare a casa da sola perchè casa mia è dall'altro lato della città e non ho più biglietti del bus; e comunque i tabacchini sono chiusi.

Il negozio si sta svuotando dei miei colleghi e decido di chiedere ad una mia "amica" se è in macchina di accompagnarmi.

La fermo sulla strada e le chiedo

"Ciao scusami Emily, sei in macchina? Dovevano venire a prendermi ma non ho biglietti e i tabacchini sono chiusi."

"Certo, ti accompagno a casa."

"Grazie mille, mi hai salvata. Il mio non è proprio un bel quartiere..."

Ci dirigiamo verso il parcheggio quando vedo una macchina arrivare con una velocità disumana e fermarsi in mezzo alla strada. Il conducente scende e inizia a correre e ci sorpassa, ma non faccio caso a guardare la faccia. Poi riconosco l'odore: sapone e menta. Sascha.

"Emmy è il mio ragazzo vado, grazie mille comunque."

"Oh, certo. Figurati ciao!"

mi incammino verso l'entrata del negozio e vedo sascha piegato su se stesso con le mani sulle ginocchia che tenta di prender fiato davanti alla saracinesca abbassata. Accelero il passo e nel frattempo lui si guarda intorno e mi nota; così inizia a correre e mi abbraccia. Ha ancora il fiatone, ma continuiamo a camminare in direzione del parcheggio. Quando arriviamo in macchina lui la sposta da in mezzo al parcheggio nel primo posto libero ed una volta spenta la macchina posa la testa sul volante ed inizia a respirare sempre più velocemente. Gli prendo la testa fra le mani e la alzo, e mi accorgo che sta piangendo.

"Amore che è scuccesso? Perchè piangi?"

lui mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e continua a piangere. Decido di scavalcare il cambio e di sedermi su di lui. Gli prendo la testa fra le mani e gli sussurro

"Ehy, calma. Respira. "

lui fa un respiro profondo ed io gli asciugo le lacrime. Poi inizia a parlare. Ha la voce arrabbiata, piangeva per il nervoso.

"Io la disintegro a quella troia!" urla, quasi spaccandomi i timpani.

"Calma, calma. Raccontami che è successo." gli dico mettendogli le mani sulle spalle.

"Allora: io ero uscito per andare a fare compere e indovina chi ho incontrato? Sabrina. Fino qui tutto bene ma poi siamo entrati nello stesso negozio e lei era dierto di me alla cassa. Ha iniziato a dirmi che sei una troia, che non meriti di stare con uno come me e altri insulti. Ora io essendo in un luogo pubblico non ho potuto fare nulla; ma si è cagata sotto quando mi sono girato e quello sguardo è valso più di mille parole. Ha mollato tutto sul primo scaffale che ha trovato e se l'è data a gambe. Io ho pagato e sono tornato in macchina; però non ero nelle condizioni per guidare. Per questo ho fatto più tardi."

Quando ha finito di raccontare mi sale la carogna e giuro su qualsiasi cosa che se la vedo sta volta la meno. E qui non si tratta di gelosia; qui ti sei permessa di andare ad insultarmi dal mio ragazzo.

Lo ha fatto apposta, sà che Sascha è emotivo per quanto possa fare il duro e nonostante ci riesca se lo conosci lo capisci che è una persona sensibile. Se la vedo la levo d'insieme.
Sascha non piange più però ha ancora il fiatone. Così restiamo ancora dieci minuti nel parcheggio e mio mentre torno al posto del passeggiero mando un messaggio a mia mamma che ritarderemo ulteriormente.
Sascha si è ripreso e mette in moto l'auto; guidando verso casa.

"Sa' ma come mai fa così?"

"Perché è una troia!"

"Non può essere solo per questo. Ho capito che sei suo cugino di secondo grado, che tu sia da stupro e tutto quello che vuoi ma porca troia! Non può fare così."

Resta in silenzio per un po' ed al primo semaforo rosso si gira verso di me.

"In realtà un motivo c'è. Vedi... io e lei..."

La macchina dietro di noi suona il clacson perchè il semaforo è diventato verde.

"Continuiamo dopo Fra"

Periscope | Sascha BurciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora