Le mie giornate erano sempre tutte uguali: scuola, compiti, allenamenti, Sophie, amici e Luca. Le mie giornate erano stra piene e ogni fine settimana ero stressatissima. Perciò cercavo di passare le domeniche in compagnia di Sophie e della mia famiglia. A scuola andavo piuttosto bene e le medie erano alte in tutte le materie. Gli allenamenti erano abbastanza faticosi perché mi stavo preparando per gli altri campionati regionali, dove avrei gareggiato con le ragazze più piccole di un anno. Sophie, invece, stava sempre peggio: era sempre pallida, era sempre più magra ogni giorno che passava e non riuscivo a sopportare che lei perdesse la sua allegria, pian piano, giorno dopo giorno. Il cancro la stava distruggendo lentamente e non c'era niente che potessi fare per aiutarla. Quando andavo a trovarla provavo in ogni modo a farla felice, ma con scarsi risultati. L'unico modo per distrarmi un attimo dalla sua situazione, era uscire assieme a Luca, Milena ed Edoardo, le poche volte che potevo.
Inoltre insegnavo ancora al primo corso. Le bambine si impegnavano molto e questo lo apprezzavo tantissimo. In quel periodo le trottole mi riuscivano meglio dei salti, e le catene di salti mi riuscivano meglio di quelli singoli, cosa alquanto insolita. Mi impegnai moltissimo perché ero intenzionata a fare una bella gara, non come quella di Suzzara. Circa una settimana prima della gara, mi scrisse Luca chiedendomi se potevamo incontrarci. Proposi di trovarci alla stazione di Milano, con i fratelli Brambilla e la mia migliore amica. Avevo intenzione di far conoscere Luca a Mirko, ma lui era troppo impegnato con il suo nuovo ragazzo. Usciva sempre con lui e non aveva mai, o quasi, tempo di uscire con noi. Anche quella volta mi disse che doveva uscire col suo ragazzo, ma mi promise che sarebbe venuto a vedermi a Busto Arsizio, dove avrei gareggiato.
Prima di andare alla stazione, Milena mi chiese di andare a casa sua per decidere cosa mettersi. Tirò fuori praticamente di tutto e alla fine decise di mettersi dei jeans stretti e una felpa leggera. Guardammo l'ora e, per la prima volta in tutta la mia vita, ero in ritardo.
<< Milena dobbiamo correre, il treno è già arrivato!>> urlai mentre iniziai ad avviarmi verso la stazione. Milena mi raggiunse e arrivammo in ritardo di 10 minuti.
<<Scusate il ritardo, ma abbiamo avuto un piccolo problemino tecnico>> dissi spostando lo sguardo su Milena. Io e lei scoppiammo a ridere mentre Luca ed Edoardo ci guardavano perplessi. Dopo quel momento "follia", iniziammo a camminare. Non sapevamo dove andare, così decidemmo di camminare in giro per Milano, senza una meta. Dopo un po', Luca mi prende la mano e camminiamo assieme così. La sua mano era calda e la pelle era liscia e morbida. Ad un certo punto, non mi ricordo esattamente a che punto della giornata, incontrai Alessandra che era in giro con sua mamma. Appena mi vide si avvicinò a me, mi saluto e mi disse, a bassa voce in modo che nessuno ci possa sentire:<<Lo sapevo che prima o poi vi sareste messi insieme!>>. Sorrisi e poi lei se ne andò. Dopo un paio d'ore circa, ci fermammo a parlare su una panchina.
<<L'altro giorno mi ha scritto Giulia...>> mi disse Luca. Milena mi guardò sorpresa, ma non disse niente.
<<Ah. E che ti ha detto? Se posso sapere>> dissi io.
<< Niente di importante. Mi ha chiesto se poteva venire anche lei a vedere la gara a Busto. A te da fastidio?>>
<<Se viene non è un mio problema. L'importante è che stia lontano da me, dalla mia visuale e soprattutto dai miei amici>>
<<Anche io la penso così. L'ingresso è libero. Non possiamo impedirle di entrare, ma possiamo impedirle di non avvicinarsi a noi>>.
<<A questo ci pensa Stacy>> disse Milena intromettendosi nel discorso scoppiando a ridere. Mi ricordai di quando le tirai un pugno e scoppiai a ridere anche io.
Nei due giorni successivi non riuscii ad andare a trovare Sophie all'ospedale perché i compiti erano tantissimi e, una volta finiti, dovevo letteralmente correre agli allenamenti per non arrivare in ritardo. Non avevo il tempo nemmeno per respirare. Quando, finalmente, riuscii a vedere Sophie rimasi stupita da come si era ridotta in quei pochi giorni in cui non l'avevo vista: era ancora più magra e la poca allegria che le era rimasta sembrava essere sparita del tutto.
<<Ehi Scoiattolina!>> le dissi <<come stai?>>.
<<Perché non vieni più a giocare con me?>> disse lei ignorando completamente la mia domanda.
<<Tesoro sono stata molto occupata con i compiti. A scuola me ne danno tantissimi e devo farli tutti>> risposi.
<<Non è vero>>
<<Si che è vero, te lo giuro>>
<<No! Da quando c'è Luca tu non mi vuoi più bene>> disse lei girandosi dall'altra parte per non guardarmi.
<<Luca non c'entra niente. Io ti voglio sempre bene, anche più di prima. Ti voglio sempre più bene ogni giorno che passa. Ti giuro che da oggi verrò sempre a trovarti anche se ho tantissimi compiti. Verrò sempre!>>
<<Sempre sempre?>> disse rigirandosi.
<<Sempre sempre!>> risposi. Dopo mi abbracciò e mi disse:<<Ti voglio bene sorellona!>>
<<Anche io!>> riposi.
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Vita sui pattini || Amore a otto ruote
Genel KurguMi chiamo Stacy Pozzi e ho 16 anni. Sono qui per raccontarvi una storia: la MIA storia. Non è come nei romanzi rosa dove ormai è tutto scontato. È tutto diverso. Trascorrevo le mie giornate come una normale adolescente, quando, un giorno, tutto è ca...