Una volta infilato il body, tirai fuori la borsa dove tenevo tutte le cose necessarie per farmi i capelli. Presi sue elastici, le unii e con quelli feci la coda. Poi presi il pettine e tolsi quei grumi schifosi che ero solita a creare quando facevo la coda. Presi due forcine e le usai per tirare indietro due ciocche di capelli che mi arrivavano in faccia. Tirai fuori il gel e fissai i capelli sulle forcine. Successivamente, spruzzai della lacca per essere sicura che stia tutto in ordine, per evitare disagi in pista. Infine mi infilai i pattini ed uscii dallo spogliatoio. Guardammo l'ordine di entrata in pista e scoprimmo che mancavano ancora due ragazze prima del mio prova pista ufficiale. Allora Sara mi disse cosa avrei dovuto provare in pista e in che ordine. Intanto il tempo era passato e dovetti entrare in pista. Mi veniva tutto tranne una catena: quella con il Lutz, cioè "doppio Lutz, Rit, doppio Rit, Turen, doppio Flip". Sbagliavo sempre il Rit, ma per il resto ero abbastanza contenta. Quando ci fecero uscire di pista, avevo ancora i muscoli freddi, allora feci dei saltelli per scaldarmi, ma non funzionò molto. Poi, come se i muscoli freddi non bastavano, ero sempre più in ansia. Continuavo a muovermi nervosamente avanti e indietro per il bordo pista continuando a sciogliere i muscoli, come se servisse a scaricare la tensione, ma il tentativo fallì miseramente.
<<In pista Pozzi Stacy>> disse una voce femminile al microfono. Ero così nervosa quel giorno che quando entrai in pista mi tremavano le gambe e nella posizione iniziale non riuscivo a stare ferma. Quando partì lo stacchetto, feci un respiro profondo e tentai di calmarmi. La musica partì e i miei movimenti iniziali prima del doppio Toe-loop singolo erano alquanto rigidi. Con quel salto mi sciolsi un po' e mi sbloccai psicologicamente. Eseguii abbastanza correttamente la catena "doppio Flip, Turen, doppio Flip, Turen, doppio Salcow", se non fosse per dei frenacci all'arrivo di entrambi i Flip. Eseguii anche abbastanza bene la Tacco Destra. Era più lunga del solito, stranamente, per cui ero contentissima. A quel punto feci la serpentina di passi obbligatoria. La mia era piena di Tre e Controtre per cui ogni tanto, per l'agitazione, mi incastravo, ma riuscii a cavarmela in un modo o nell'altro, inventando un paio di passi dove mi incrastrai. Dopo tutte le varie difficoltà, ero quasi arrivata alla fine del disco. Mancavano solo due difficoltà: la catena che non mi riusciva con il Lutz e la trottola "Tacco Sinistra, Interna Indietro, Tacco Destra". Feci i passi incrociati per prendere spinta prima di quella famelica catena, quando accadde l'irreparabile. Per sbaglio, non calcolai bene le misure della pista, per cui iniziai a fare il doppio Lutz molto tardi rispetto a come lo facevo di solito, poi feci il Rit e, finalmente mi uscì il doppio Rit. Così, decisi di rischiare e di fare il Turen e poi il doppio Flip. Ed è proprio qui che successe. Come ho già detto, avevo calcolato male le misure, quindi arrivai dal Flip a pelo contro la balaustra. Il problema è che io caddi in quell'orribile salto, quindi, non so come esattamente, la mia testa sbatté contro la balaustra in ferro che delimitava la pista. Un dolore atroce partì dalla testa e si diffuse in tutto il corpo. Non riuscivo ad alzarmi, la testa mi girava, così decisi di rimanere a terra finché non mi fosse passato il giramento di testa. Mi toccati la testa, nella parte dove avevo sbattuto, e mi ritrovai la mano completamente insanguinata. Non capii come poteva essere accaduto. La testa mi girava sempre di più ed io capivo sempre di meno. Poi feci fatica persino a respirare. Sentii la musica fermarsi e da quel momento non sentii più alcun suono distinto. Sentii solo la gente borbottare. Vidi delle immagini sfuocate di gente che veniva verso di me. Riuscii a distunguere a malapena il volto di Sara e vidi due uomini con la divisa arancione. Il dolore era sempre più forte tanto che riuscii a sentire dei brividi freddi in tutto il corpo, e mi sentii sempre più debole, sempre più dolorante ogni secondo che passava. Questa fu l'ultima cosa che vidi, prima che una luce bianca mi impedì di vedere oltre. Iniziai a vedere dei "flash" assieme a quella luce. Rividi il volto dei miei genitori, la mia sorellina, i miei migliori amici, Luca e persino un paio di pattini. La luce divenne sempre più accesa, sempre più forte, fino a che non udii una specie di ronzio e poi tutto divenne estremamente buio. Assieme alla luce anche quei "flash" se ne andarono, lasciando spazio all'oscurità più totale. A quel punto, non sentii più un solo dolore, non riuscii più a fare nemmeno un minimo movimento.
E quello fu il momento preciso in cui esalai il mio ultimo respiro.
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Vita sui pattini || Amore a otto ruote
Tiểu Thuyết ChungMi chiamo Stacy Pozzi e ho 16 anni. Sono qui per raccontarvi una storia: la MIA storia. Non è come nei romanzi rosa dove ormai è tutto scontato. È tutto diverso. Trascorrevo le mie giornate come una normale adolescente, quando, un giorno, tutto è ca...