Arrivò il giorno della gara. Passai a prendere Milena e Mirko e poi ci avviammo in direzione Busto Arsizio. Partimmo alla mattina alle 7 e saremmo arrivati alle 8:30 circa. Infatti, attorno a quell'ora arrivammo davanti alla palestra. Lì ci gareggiai già l'anno precedente ma, nell'arco di un anno, avevano ristrutturato e così era decisamente meglio. Quando arrivai, Sara era già lì e, stranamente anche Luca ed Edoardo. Andammo a salutarli e li feci conoscere a Mirko. Avevo ancora in mano la borsa con i pattini perciò Luca disse:<<andiamo! Ti accompagno agli spogliatoi>>. Prese la mia borsa e lo seguii, mentre gli altri andavano a sedersi in tribuna. Gli spogliatoi erano fuori, il che significava subire il freddo ogni volta che ti serviva la borsa, cioè quasi sempre. Nello spogliatoio eravamo in tutto dieci. Non so quanti altri spogliatoi c'erano, ma non mi interessava, mi bastava solo che nessuno mi toccasse la roba. Rientrai nella palestra e diedi un'occhiata all'ordine di entrata: eravamo in totale 46 e io dovevo entrare per 34. Fantastico! Ci avrei messo due o tre ore per gareggiare se non di più. Mi scaldai con Sara, Luca e il suo allenatore. Un po' di corsa e salti a secco. I ragazzi gareggiano sempre prima delle ragazze, per cui Luca avrebbe gareggiato nel primo gruppo, dato che i maschi erano solo in tre. Come al solito il suo prova pista era perfetto. Mi sono sempre chiesta come faceva quel ragazzo a non sbagliarne mai una. Era raro vederlo cadere. Mi sarebbe piaciuto assistere ad un suo allenamento solo per poterlo vedere cadere. Sì è strana come cosa, ma il fatto che non cadeva mai mi faceva sentire stupida perché io cadevo sempre. Comunque, ci avevano divisi in 7 gruppi da sette, tranne per l'ultimo gruppo in cui c'erano in pista solo quattro atlete.
Per cui avrei gareggiato per penultima del sesto gruppo. Meraviglioso!
Il mio prova pista è partito male, ma poi il resto è andato tutto bene. Nella pattinata prima della catena con il Lutz, andai a sbattere contro la balaustra e, come se non bastasse, andai a sbattere contro un'altra ragazza in pista. Quando uscii dalla pista mi ritrovai Luca di fronte con il body di gara indossato e i pattini ai piedi, perché tra poco sarebbe toccato a lui, che mi disse:<<Volevi avere una rivale in meno eh?!>> riferendosi alla ragazza a cui sono andata addosso. Scoppiammo a ridere.
Andai in tribuna con Mirko, Milena, Edoardo e mio padre, che aveva un sorrisino sulla faccia, forse per le figure di merda che avevo fatto in pista, ma vabbeh. Ora c'era il prova pista ufficiale del primo gruppo, quello dove avrebbe gareggiato Luca. Nel prova pista non mi sono concentrata solo su di lui, ma ho guardato come pattinavano gli altri, sia di stile che di difficoltà. Per tutti e tre le difficoltà erano alte, mentre lo stile faceva schifo. Tanto! Comunque, spostai un attimo lo sguardo nella zona degli allenatori, cioè il bordo pista e vidi, dietro alla schiera di allenatori, Giulia che stava sulle punte per poter vedere meglio chi c'era in pista e agitava la mano per salutare e dimenava le braccia per farsi vedere. "Ma cosa sta facendo?" pensavo. I pattinatori sotto gara non si concentrano mica su una tizia che continua ad agitarsi! Bisogna avere una soglia di attenzione molto bassa! Infatti non la guardava nessuno e la cosa mi ha fatto sentire felice. Dopo il prova pista gareggiò un ragazzo, però i suoi punteggi erano un po' bassini.
<<In pista Brambilla Luca>> disse una voce al microfono.
Entrò, si mise nella posizione iniziale, partì la musica e iniziò la gara. Fece una bella gara tranne per la Tacco Destra, in cui, quando salì sul tacco, continuava a dondolarsi con la schiena involontariamente, rischiando di cadere da un momento all'altro. Ma con destrezza riuscì a rimanere in piedi e a portare a casa un buon punteggio: 7.7/7.8/7.6/7.7 per le difficoltà e 7.8/7.6/7.7/7.7 per il contenuto artistico. Appena dati i punteggi, andai da lui a bordo pista. Assistii ad una scena assurda. Risi per settimane! Vidi Giulia che si avvicinava a Luca per abbracciarlo e lui che la rispingeva allungando la mano per allontanarla e dicendole qualcosa che non riuscii a sentire, per avvicinarsi a me e abbracciarmi. Vidi lei che si allontanava in lacrime e non rientrò più. Quell'abbraccio è stato magnifico! Non me lo scorderò mai! Lui era più alto di me e, coi pattini era ancora più alto. Per cui gli arrivavo alla spalla se non poco più in basso. Mi sentivo protetta e non volevo staccarmi più. L'unico problema era che aveva appena terminato la gara, per cui aveva il fiatone per lo sforzo ed era un po' sudato. Ma non me ne fregava niente. Giulia se ne era andata via e nessuno ci avrebbe più diviso. Mi sarebbe piaciuto rimanere lì per sempre.
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Vita sui pattini || Amore a otto ruote
Ficción GeneralMi chiamo Stacy Pozzi e ho 16 anni. Sono qui per raccontarvi una storia: la MIA storia. Non è come nei romanzi rosa dove ormai è tutto scontato. È tutto diverso. Trascorrevo le mie giornate come una normale adolescente, quando, un giorno, tutto è ca...