Capitolo 25

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Il giorno dopo, cioè il giorno della gara, ci svegliammo alle 8 e andammo a fare colazione. Presi un cappuccino e mangiai una brioche, poi andai a prendere un po' di affettato. Dopo di che tornai in camera e sistemai le cose per andare via. Portai la borsa con i pattini nello spogliatoio e poi me ne andai. Scoprii che i maschi della mia categoria, quindi anche Luca, non avrebbero gareggiato come me sulla pista di cemento, anche se tanto cemento non era, dato che era un po' scivolosa. Loro avrebbero gareggiato sulla pista col parquet, la stessa su cui gareggiai l'anno precedente. Era bellissima come pista perché ad ogni arrivo ti slanciava e ti dava la spinta per fare il salto successivo, o almeno, questo era quello che sentivo io quando pattinavo. Alle 11:30 andammo a mangiare e subito dopo andammo a vedere l'ordine di entrata in pista. Luca avrebbe gareggiato per quarto e in totale erano in ventuno. Io, invece, avrei gareggiato per ventesima e in totale eravamo in cinquanta due. Luca andò a scaldarsi. Mentre io, Edoardo, Sara e gli altri andammo alla pista di parquet per assistere alla gara dei ragazzi. Alle 13 iniziò il prova pista ufficiale di 5 minuti e i ragazzi del primo gruppo, tra cui Luca, avevano solo quel poco tempo per provare tutto prima di essere chiamati a gareggiare. Il primo ragazzo a gareggiare era bravissimo e il suo body era spettacolare: era azzurro, con le relative sfumature, e bianco. Aveva anche qualche Swarovski per cui ogni volta che si muoveva, anzi, che respirava, sbrilluccicava. Penso proprio che quel ragazzo potrebbe benissimo contendersi il podio con qualcuno perché, anche se non avevo ancora visto gli altri, era evidente. Aveva uno stile favoloso. Però la sua musica era estremamente noiosa e aiutava il pubblico a dormire. Comunque, la gara di Luca fu all'altezza di quella del ragazzo che gareggiò per primo. I punteggi erano molto simili, per cui non avrei saputo chi aveva battuto chi, prima della premiazione. Come già avevo immaginato, Luca aveva difficoltà diverse nel disco: aveva catene di salti diverse. Non so come faccia quel ragazzo a saper fare così tante catene e a cambiarle così tante volte senza andare in confusione e sbagliarle. Anche se può anche essere che, dato che non se le ricorda, le inventi al momento. Potrebbe essere, dato che non seguo i suoi allevamenti e non so che cosa sa fare esattamente. Dopo il suo inchino finale al pubblico e ai giudici, lo raggiunsi a bordo pista. Ascoltò il discorso del suo allenatore e, subito dopo ascoltammo i punteggi.
<<Giuria punteggio. Contenuto tecnico: 7.5/7.6/7.5/7.5. Contenuto artistico: 7.6/7.7/7.4/7.4>>. Detti i punteggi mi abbracciò e mi sollevò come se pesassi solamente due chili. Prima che lui andasse a cambiarsi, mi chiese di seguirlo, tenendomi per mano. Mi fece passare in un posto interno dove si stavano scaldando degli atleti e pochi passi più in là, si voltò verso di me e mi disse:<<Dammi un bacio>>. Io senza nemmeno pensarci mi avvicinai per dargli un bacio, ma lui, essendo già alto di suo, aveva indosso anche i pattini per cui arrivarci era praticamente impossibile, teneva anche la testa alta di proposito. Se ne stava lì a sghignazzare, mentre io saltellavo cercando di dargli un bacio.
<<Dai! Stronzo!>> dissi iniziando anche io a ridere. Alla fine lui cedette e riuscii ad ottenere quel bacio. 1 a 0 per me! Dopo lui andò a cambiarsi per mettersi una tuta comoda. Tanto di tempo libero ne aveva fin troppo. Io, intanto, uscii dalla palestra e andai a prendermi un ghiacciolo. Quel giorno faceva davvero molto caldo e mi stavo praticamente sciogliendo. Così, anziché stare all'interno della palestra di cemento, dove sicuramente avrebbe fatto più caldo, preferii stare fuori, seduta su una scalinata, a chiacchierare con i fratelli Brambilla. Poi, non mi ricordo nemmeno perché, decisi di scrivere a Mirko e a Milena. Dissi loro che stava andando tutto bene per il momento, che Luca ed Edoardo li salutavano, e loro mi fecero gli auguri per la gara. Intanto l'ansia iniziava a farsi sentire, soprattutto quando un paio di ragazze che avrebbero gareggiato contro di me mi passarono davanti e iniziarono a scaldare i muscoli proprio davanti a noi. Erano stra brave! Potevo solo sperare che non saltavano così con i pattini. Comunque, dopo che ebbero finito di scaldarsi, saltare, fare stretching e cazzi e mazzi, si dissero qualcosa tra di loro a bassa voce, mentre ci guardavano. Mentre se ne stavano per andare una ragazza ci salutò con la mano, sorrise e fece l'occhiolino a qualcuno. Non capii esattamente a chi anche se una mezza idea ce l'avevo. Guardai Luca con una faccia stupita e lui pure. Nessuno aveva risposto al saluto fortunatamente, perché altre troie in giro non volevo vederle. Dopo un po', arrivò Sara e mi disse:<<È appena finito il prova pista del gruppo precedente al tuo. Iniziamo a scaldarci>>. La seguii fino ad arrivare in un posto all'ombra, dove non c'era nessuno. Feci dei salti a secco, un po' di stretching e poi andai a cambiarmi negli spogliatoi.

Vita sui pattini || Amore a otto ruoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora