Eravamo seduti nella sala d'attesa della Dottoressa Berska quando tirai nuovamente il test di gravidanza fuori dalla tasca del giubbotto e lo fissai con aria frastornata. La notizia che non ero incinta mi scombussolò, ma dovevano essere solamente l'ansia e lo stress che si affievolivano. Ultimamente il mio cervello lavorava troppo.
Meditai però il contrario, che quella tacca rosa si sdoppiasse, rivelando una presenza innocua ed estranea nella mia pancia. Quasi la vidi e il respirò mi si mozzò, ma poi tornai alla realtà e alla figura di Dominik, seduto di fianco a me. Lo immaginai con un bambino di cinque anni, dagli occhi azzurri e i capelli biondi, in sella alla sua prima bicicletta senza rotelle mentre lui gli insegnava il trucco dell'equilibrio. Il bambino pedalò per qualche metro, poi rotolò a terra e pianse forte. Dominik corse da lui, lo prese in braccio e lo coccolò per calmarlo, trattenendo le risate.
Avrebbe avuto il suo stesso coraggio ad affrontare il mondo.
Il vero Dominik si rimise in tasca il telefono e mormorò qualcosa contro Michael, il quale era propenso a non rispondergli affatto.
Dall'altra parte ero felice per molti motivi, primo di tutti il fatto di non essere incinta. Sarebbe stato troppo vulnerabile e indifeso di fronte ai Petronovik e a quel mondo orrendo, e io non volevo che ci vivesse. Che Dominik fosse stato pronto o no, c'era anche Gilbert e io sapevo che in ogni maniera avrebbe detto la sua.
Se fosse stato un maschio sarebbe diventato come Dominik e Michael, prepotente e maleducato, se invece fosse stata una femmina avrebbe dovuto fare immediatamente i conti con il suo status inferiore. La mente retrograda della Russia mi nauseava e per la prima volta feci i conti con il mio aspetto interiore da donna: non volevo che Gilbert toccasse mio figlio. In ogni modo, sarebbe stato un nuovo Petronovik.
Mai.
Al solo pensiero mi montava una tale rabbia esplosiva che ero pronta persino a dare battaglia. Non mi importava se i Petronovik stavano bene economicamente e avrebbero potuto dare al mio bambino tutti i giochi o le istruzioni migliori del Paese; loro nascondevano i loro demoni dietro i soldi e ogni giorno i gemelli si battevano per rimanere a galla, quasi rimanendo soffocati. Promisi a me stessa che mio figlio, se un giorno ne avessi veramente avuto uno, non avrebbe mai conosciuto quel mondo.
«Secondo te cosa mi dirà la dottoressa?» domandai a Dominik, distraendomi dai miei pensieri.
«Non ne ho idea, ma stai tranquilla. È la migliore ginecologa di San Pietroburgo, puoi fidarti della mia scelta e della sua serietà» mi confermò.
«Pensavo che mi visitasse Lebediev, il medico di famiglia...» borbottai impensierita.
Dominik si strinse nelle spalle. «Volevo che ti visitasse uno specialista.»
«Ed è ora di pranzo. Come hai fatto ad entrare senza appuntamento?» lo sgridai.
Lui pensò a qualcosa perché la sua espressione si indurì e la sua fronte si aggrottò all'improvviso. Ripiegò la sua attenzione sulle scarpe della divisa della scuola, linde, ma leggermente sporche di fango nella soletta. Io lo guardai attenta, aspettando.
«Era un'amica di mia madre» disse e scrollò le spalle, intendendo finire lì il discorso.
Lo accontentai.
Non ero certa di volere fare una visita, in fondo il test era risultato negativo, ma Dominik insisté molto e alla fine accettai per far cadere del tutto le sue preoccupazioni e farlo zittire. In quel momento, seduta poco prima di quella spiacevole visita, mi domandai in cosa mi ero cacciata. Mi imbarazzava, lo ammisi, ma ero già stata visitata da un altro dottore senza il mio consenso, per di più un uomo.
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Bad Bro - Bluebeard
Mystery / ThrillerSydney, Australia. Chanel Isaac Leeroy non ha voce in capitolo quando la madre, Lacey, decide di fidanzarsi ufficialmente con il finanziere russo Gilbert Petronovik, il quale porta l'intera famiglia sotto lo stesso tetto. Con intenti nobili, il nuo...