35 Un angelo senza ali✔️

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Michael e io quella notte facemmo l'amore due volte prima di crollare addormentati l'uno sull'altro, felici, nudi e completi. Non sognai niente, o almeno nulla di mia memoria. La mia mente era leggera, riuscivo solamente a pensare a Michael, alla mia felicità di essere finalmente con lui, concedermi così apertamente e senza preoccupazioni, e mi dissi che quello era il giorno più bello della mia vita.

Questo finché non cominciai a cadere dal mio stato di dormiveglia; una strana ansia mi attanagliò le viscere e quella volta non era il vomito o la paura: era ansia. La riconobbi. Era la solita e mal nutrita sensazione di aver lasciato qualcosa indietro, il peggio era che non ricordavo cosa fosse.

Mi ero dimenticata di fare i compiti?

Mi ero dimenticata lo zaino da qualche parte?

Avevo un impegno importante?

No, semplicemente, e lo compresi tempo dopo, avevo dimenticato il resto dei Petronovik. Gilbert e Dominik. Loro, che con i loro pensieri e le loro tradizioni volevano tenermi lontani da Michael e dal loro sangue, come avrebbero reagito una volta saputa di questa malefica relazione? Oh, per Gilbert sarebbe stata un'arma a doppio taglio: lui voleva immediatamente un bel nipotino, uno da coccolare e rovinare la vita prima ancora iniziasse e per me sarebbe stata la mia condanna a morte. A quel punto sarei stata libera di andare, ma non avrei mai osato farlo: Gilbert avrebbe tenuto mio figlio con sé. Non avrebbe mai lasciato che Michael mi sposasse. No, mai, era meglio la morte per lui.

Non con me, una dal sangue impuro, senza beni materiali o tanto meno mentali, cosa potevo dare in garanzia a Gilbert? Nulla. Io non valevo niente.

Dominik sarebbe stato il vero problema: che faccia avrebbe fatto una volta che Michael gli avrebbe annunciato il nostro fidanzamento? Si sarebbe messo a ridere, dando delle pacche sulla schiena del fratellino e esclamando: «Ti ha fregato! Ti sei fatto fregare!» o la sua faccia si sarebbe storpiata, diventando brutta e oscena? Non lo sapevo. La mia mente era divisa.

Amare Michael era dannatamente complicato. Pensavo, grazie a Paige, che l'amore non era niente di che, un sentimento naturale da far sviluppare come un rampicante, ma avevo ed ero riuscita ad aprire gli occhi. Quello era l'amore per i ragazzini di sedici anni, quello fatti di baci, di abbracci e serate insieme. Probabilmente con Michael non sarei riuscita ad avere niente di ciò. Erano mondi diversi. Capii che l'amore non era una pianta rampicante, ma un sentimento autodistruttivo.

Io ero pronta a rischiare tutto.

Quando il corpo di Michael tremò leggermente capii che si stava svegliando e, pochi attimi dopo, aprì leggermente gli occhi e se li sfregò con un grande sbadiglio assonnato.

«Buongiorno, principessa del reame» mi disse e io gli sorrisi un po'.

Avevo gli occhi pesanti, mi sentivo ancora stanca da ieri e mi faceva male la schiena. Non dissi niente a riguardo. Quello era il suo momento felice.

«Dovresti smetterla di chiamarmi così, non sono per niente una principessa» chiarii.

Michael mi strinse maggiormente a sé e io gli posai una mano sul petto nudo, abbracciandolo con le gambe. «No? E cosa fa di una donna il titolo di principessa?» domandò.

«Be', una corona, vestiti belli, gioielli, tanto per iniziare...»

«Te li darò.»

«Michael,» lo chiamai «non mi servono simili oggetti per essere felice. Tutto quello che già ho mi basta, sono felice così. Non ti snervare. Guarda, ti vengono le rughe qui!» esclamai e gli misi un dito in mezzo agli occhi, sopra quel piccolo solco che aveva ogni volta che si concentrava su qualcosa.

Bad Bro - BluebeardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora