24 Trenta draghi di peluche✔

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(Hergò Yamazaki)

Millicans era una moto, il gioiello preferito di Ilona. Era una Roadster Kawasaki Z900 nera con delle rifiniture verde acido molto eleganti. Sabato pomeriggio, con uno zainetto sulla spalla stracolmo, tra il mio pigiama, un cambio, la trousse da bagno, mi impiantai impaurita davanti a quella bestia. Ilona mi spinse il casco tra le mani e io guardai Villa Petronovik dietro di me.

«Preferisci restare?» mi domandò lei, facendo fare un rombo fiammante alla sua moto.

Mi infilai il casco, me lo legai stretto e salii con qualche difficoltà su Millicans.

«Tira su i piedi.»

Appena partimmo la abbracciai forte, sperando di non cadere e venire trascinata da quel mostro a due ruote per mezza San Pietroburgo. Il cancello della proprietà si aprì e Ilona ne approfittò per farmi mancare un fiato, tuffandosi con un salto nel traffico. Ilona guidava in un modo raccapricciante, o almeno fu quello il mio pensiero dopo le guide sicure di Lacey Miller e Michael Petronovik. Sopra Millicans era tutto un gran sballottamento. Ilona schiacciava troppo pesantemente l'acceleratore quando partiva e io rischiavo ogni volta di volare indietro. Quando frenava inchiodava e io finivo schiacciata contro la sua schiena, il naso sulla visiera.

Percorremmo meno di un miglio a quella folle andatura quando si decise a rallentare adagio e a fermarsi davanti a una villetta in stile coloniale a tre piani, interamente imbiancata dalla neve.

Quando entrammo, una graziosa bambina di sei anni corse da noi e si aggrappò alla gamba della ragazza, chiamandola forte in russo.

«Lei è mia sorella Luiza... ha delle crisi d'affetto, come puoi ben notare!» esclamò, poi si liberò dal suo agguanto mortale e andammo in salotto.

C'erano i signori Pidvakova ad aspettarci ed entrambi stavano sorseggiando una tazza di cioccolata calda, lo intuii dall'odore. Suo padre e sua madre si chiamavano Antonin e Ida Daiana Pidvakova. Erano entrambi avvocati, e lo sembravano. Suo padre aveva un aspetto curato e professionale, la poca barba non tagliata sulle guance aveva dei fili bianchi, come sui capelli, ma il tutto gli conferiva un'aria affascinante. I suoi occhi grigi mi guardarono indagatori, forse troppo abituati al loro lavoro. Sua madre, al contrario, mi dava un'aria più serena e distaccata. I suoi occhi verdi erano uguali a quelli di Ilona e di Luiza e il suo sorriso era ampio, le labbra colorate di un rosso scuro.

«Questa è Chanel» mi presentò Ilona.

I suoi mi sorrisero, non sembrarono alterati da me come molti mie altri compagni o sorpresi della mia visita, segno che a) conoscevano Gilbert e appartenevano a quella parte che lo considerava un ottimo padre e benefattore, b) Ilona doveva averli avvertiti.

«Come stai, Chanel? Il tuo patrigno?» mi chiese suo padre, appoggiando la tazza sul tavolino.

«Stiamo tutti bene, anche Gilbert» risposi.

Parlarono un po' di Millicans e la rimproverarono di avermi accompagnata su quel coso a detta loro "aggeggio mortale a due ruote", che avrei potuto cadere e farmi male, che io non ero esperta come lei e apprezzai le preoccupazioni. Ilona sbuffava per tutto il tempo, ma penso che una parte di lei piacesse ricevere quel genere di assilli, come a me.

«Ti fermi a dormire, spero» disse la signora Ida Daiana.

Annuii e Ilona corse in mio soccorso. «Resta fino a domani. Dominik ha detto che passavano a riprenderla prima di pranzo.»

«Oh, Dominik e Michael sono tornati allora? Come stanno?»

«Bene, bene» fece Ilona, evasiva. «Be', adesso io e Chanel saliamo di sopra, andiamo a vedere un film.»

Bad Bro - BluebeardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora