Capitolo XVIII ~ Luna Park

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PASSATE DA PURE HEROINE.

**

Mi ricorderò di te

anche quando mi scorderò quasi tutto di me

e forse anche oltre.

La pelle non la freghi,

è lì che sta la memoria.

I segni sono lividi che scottano, non te ne liberi.

- Massimo Bisotti

**

- Mi sono stancata di stare qui! - sbottò Annabelle furibonda, staccando le catene.

Aveva i polsi pieni di lividi visto che le manette erano state fatte in argento per prevenire una sua eventuale fuga.

- Sei un pericolo pubblico! - adesso anche Luke aveva iniziato ad urlare.

- E cosa vorresti fare? Tenermi rinchiusa in questa stanza per sempre? -

Il biondo parve pensarci su, il che fece imbestialire ancora di più la ragazza, che uscì dalla camera nella quale era stata rinchiusa per settimane e andò nel piccolo salotto di casa Clifford, dove, Michael, Calum ed Ashton erano intenti a fingere di guardare una partita mentre in realtà stavano ascoltando la lite tra i due.
Annabelle prese posto tra Michael ed Ashton, incrociò le braccia sotto al petto e sospirò.
Michael le lasciò un bacio tra i capelli - Calmati principessa, prima di mandarmi a fuoco tutta la casa.- le sussurrò facendola leggermente sorridere.
Il buon umore della ragazza però, durò per poco poiché Luke non tardò ad arrivare urlandole contro - Non osare andartene mentre stiamo parlando! -
Le vene sul suo collo erano visibili, gli occhi erano gelidi e scrutavano Annabellr in malo modo.
- Non stavamo parlando, semplicemente tu stavi cercando di darmi degli ordini che io non voglio eseguire allora ho deciso di andarmene perché tanto con te non ci si può parlare.-

I ragazzi guardavano la scena in silenzio.

- Non fare la solita bambina, per piacere.-

- Bambina io? - Annabelle si alzò e si riavvicinò al biondo evitando di inspirare il suo profumo.

- Si, tu. Sei un pericolo per l'intera città, non sai controllarti, un pazzo cerca di comandarti... ma che importa? Tu vuoi solo uscire a fare la ragazza normale. Ma lascia che ti ricordi una cosa Annabelle: non sei una comune mortale quindi smettila di comportarti da tale. -

Annabelle inizialmente per qualche secondo era stata in silenzio mentre le parole di Lucas continuavano a ripetersi nella sua testa. Non era mai stata umana. Però, quando credeva di esserlo, le piaceva l'idea di diventare immortale, di poter stare con il suo Lucas per l'eternità. Quando si era ritrovata trasformata, poi, aveva visto la cosa come un dono, lo aveva anche ringraziato. Aveva avverato il suo sogno. Ma non aveva idea che in seguito il tutto sarebbe sfociato in continue liti, gelosia ossessiva, amore andato a male.
Quello che inizialmente era un sogno diventato realtà, si era trasformato in un incubo.

Annabelle strinse i pugni lungo i fianchi - Ti ricordo che quel pazzo - enfatizzò la parola - è mio padre. E probabilmente, seppur pazzo, ha voglia di ricongiungersi a me, al contrario del tuo che nonostante pensasse che fossi sua figlia non voleva far altro che uccidermi.- il tono di voce che aveva usato, era stato tagliente e aveva colto nel segno.
Luke spalancò gli occhi, sorpreso dalle parole della ragazza. Un attimo dopo la afferrò per i polsi, facendole male - Perché cazzo stai difendendo Adrian? - avvicinò il viso a quello di Annabelle, poteva sentirne il respiro accelerato.
Lucas era preoccupato. Capì che le stesse nascondendo qualcosa.
- Perché è mio padre.- sibilò puntando le sue pozze nere in quelle cristalline del ragazzo.

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