Capitolo XXXII ~ Incantesimo di guarigione.

6.1K 481 47
                                    

[Continuo a 100-120 voti]

**
"Chi ama vuole solo l'amore,
anche a costo del dolore."

- Italo Calvino.

**

Annabelle sbatté le palpebre più volte, si accasciò sul pavimento e adagiò la sua piccola mano davanti alla bocca. Aveva voglia di gridare, ma l'urlo le era morto in gola. Alzò lo sguardo verso Michael.

- Scappa - le suggerì quest'ultimo. - Scappa o altrimenti Andrew penserà che tu l'abbia ucciso di proposito e vorrà la tua testa.-

La voce del vampiro arrivava come un suono lontano alle orecchie dell'Ibrida. Lucas, il suo unico amore per oltre seicento anni, aveva smesso di respirare e la colpa era solo sua e della sua stupidissima voglia di vendetta. Aveva sempre creduto che da quest'ultima non ne derivasse nulla di buono, ma la voglia di riscattare sua madre, aveva preso il sopravvento.
Ora, però, guardando in faccia la realtà e vedendo cosa tutta quella voglia malsana avesse causato, non poteva far altro che darsi della stupida.

- Che mi uccida pure, non mi importa.-
- Annabelle, lui avrebbe voluto che tu ti salvassi - disse Calum.

La ragazza scosse la testa. «No. Lui avrebbe voluto che stessi con lui per sempre.»

- Da viva, non da morta.-

- Lui non può essere morto. Lui è Lucas Robert Hemmings, diretto discendente di Andrew Hemmings, uno dei Sette Originali esistenti al mondo. Lui è immortale.-

- Belle, nessuno è indistruttibile, neanche Luke.- Singhiozzò Michael.
- Lo riporterò in vita.- Borbottò.
- Come pensi di fare? Belle, è morto davvero. - Ashton era confuso.
- Anche prima era morto. - Farfugliò Michael.

Annabelle iniziò a pensare agli ultimi vent'anni che aveva vissuto insieme a suo padre. Aveva imparato a gestire alla perfezione i suoi poteri, era diventata più forte, quindi potevano farcela insieme.
Quasi come se Adrian le avesse letto nel pensiero, si teletrasportò in quella camera vecchia e poco curata con Andrew alle spalle. Lo stregone fissò la figlia e poi Lucas.

- Hai usato il pugnale su di lui? - domandò poi rivolgendosi a Belle.
- Si, pensavo che così facendo avrei potuto salvarlo.-

Evidentemente si era sbagliata, come sempre d'altronde. La sua idea era quella di fare addormentare il vampiro affinché avesse potuto riprendere le forze e guarirlo, ma era stata troppo lenta.

- Non è ancora morto. - Li informò Andrew.

Si voltarono tutti verso l'Originale attendendo una spiegazione.

- Quando i vampiri muoiono definitivamente, si polverizzano. Lucas è ancora qui, quindi non è morto. - Spiegò a tutti i presenti.

- Quindi si può ancora salvare. -
- Tecnicamente sì, ma non ha troppo tempo. -

Annabelle era oramai allo stremo delle forze, non avrebbe potuto fare qualcosa neanche volendo, così volse il suo sguardo colmo di speranza mista a disperazione, verso Adrian. Suo padre aveva sempre provato un certo astio nei confronti di Lucas, non avrebbe mai voluto che la figlia stesse insieme a lui e più volte aveva tentato di dissuaderla, invano.

- Padre. - Lo supplicò.

Adrian corrugò la fronte, non riusciva a guardare Annabelle negli occhi. Non lo voleva aiutare, ma sapeva che se non lo avesse fatto avrebbe perso la fiducia di sua figlia.

- E' pericoloso e poi lo sai, c'è bisogno di un consanguineo. -
- Per quello ci sono io.- Si propose Andrew.

Adrian scosse la testa, sconsolato. - Ci sono delle regole ferree a riguardo. Il donatore deve avere almeno la metà degli anni del ricevente, altrimenti non ci sono speranze che l'incantesimo possa funzionare e in più perderesti la vita inutilmente. E' un incantesimo di magia nera, quando vengono utilizzati questi incantesimi ci va sempre di mezzo qualcuno.- Cercò di dissuaderli dal tentare, ma ovviamente non ci riuscì.

Annabelle si asciugò le lacrime e si issò in piedi. - Mi offro io. -
- Assolutamente no! Scordatelo! -
- Padre, il suo sangue circola nelle mie vene. Ho bevuto da lui quando mi ha trasformata.-
- Non rischierò di perderti. -
Belle sospirò e si avvicinò al padre. Strinse le mani dell'uomo e lo guardò negli occhi.
- Se non lo farai, mi perderai ugualmente. -

Adrian strabuzzò gli occhi, incredulo. Non sapeva se ridere o piangere per la testardaggine della figlia. Gli ricordava così tanto la sua amata Camille, con quello sguardo fiero di chi non teme la propria morte ma morirebbe al fine di salvare coloro che ama. La rivedeva, quasi. Sapeva che era inutile andarle contro, esattamente come era stato inutile fermare sua madre, quando aveva affermato di voler cambiare Andrew Hemmings.

- Dimmi solo...perché? - Domandò una volta arreso.

Annabelle regalò lui uno dei suoi sorrisi migliori. - Perché lo amo.-

Dopo aver sospirato ed aver accettato l'idea che sua figlia sarebbe stata disposta a sacrificarsi per un Hemmings, fece comparire un pugnale e lo porse a Belle.

- Con il pugnale dovrai scrivere il nome del ricevente. Considerando la lunghezza del nome, ti suggerirei di scriverlo in piccolo per non morire dissanguata.-

Annabelle afferrò il pugnale in argento. Non appena lo fece entrare in contatto con la sua pelle, fu pervasa da un dolore lancinante. Non aveva mai avuto la sfortuna di essere colpita da un cacciatore con le frecce d'argento, quindi non avrebbe mai potuto immaginare che facesse così male. Riuscì a fatica ad incidere il nome di Lucas per intero, sull'interno del suo braccio sinistro.

- Bene, bambina mia, ora ti dirò le parole dell'incantesimo e tu le ripeterai. Dovresti sentire come la sensazione che le forze ti stiano abbandonando.-

Annabelle annuì, e ripeté dopo il padre: - In the divine name of the goddess who breathes life into us all, I consecrate this blood as a magickal tool for healing. -

- Ora fai scorrere il tuo sangue sul corpo del ricevitore e dentro di te, pensa a quanto vorresti la sua guarigione. Mentre lo farai, il tuo corpo sarà lentamente pervaso dal fuoco.-

Mentre la mano oramai insanguinata di Belle sfiorava il viso di Lucas, pensò non solo a quanto avrebbe voluto che egli guarisse, ma anche a quanto lo amasse. Le forze la stavano abbandonando, era già parecchio sfinita ancora prima di offrirsi come volontaria. Il suo corpo bruciava, la sua mente era annebbiata. Ci vedeva doppio. Annabelle aveva superato i suoi limiti e lo sapeva bene, ma poco le importava. Ciò che invece era di vitale importanza, era riuscire a finire l'incantesimo senza perdere i sensi.

Recitò dopo suo padre: - Magick mend and my blood burn, sickness end, good health return. -

- Ora Annabelle, devi aspettare che le fiamme si spengano, allora l'incantesimo di dirà terminato. -

La ragazza annuì e attese per secondi che le parvero ore, secoli e anche centinaia di millenni, ma le fiamme non cessavano e la stanza intorno a lei girava vorticosamente.

- Sta perdendo i sensi! - Riuscì a distinguere la voce di Michael.
- Non toccarla, altrimenti tutto ciò che ha fatto, risulterebbe inutile! - Lo ammonì Adrian.

Molto lentamente, forse troppo, le fiamme si dissolsero nel nulla e poi il buio.

**
Autrice

Ci ho messo tantissimo a pubblicare questo capitolo, vero.
Il punto qual è?
Il punto è che non avevo affatto ispirazione e visto che ci tengo a tutte le mie storie e alla loro riuscita,
ho preferito prendermi più tempo e scrivere qualcosa di decente,
sebbene non mi soddisfi affatto,
anziché fare stronzate.
Tutto questo impegno, perché il prossimo capitolo,
ebbene sì,
sarà l'epilogo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perché a me non piace.
Ma ero stanca di aspettare.
Un bacio,
Alexandria Lewis.

Bad Blood. [lrh]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora