Eileen's pov
Continuai a sorridere, anche se stavo soffrendo.
La loro famiglia stava diventando più unita, mentre la mia sta cadendo a pezzi.Erano molto concentrati a parlare, così cercai di uscire senza dare troppo nell'occhio, ma appena afferai la maniglia, Victor scattò in piedi.
"Eileen d-"
"Vado a prendere dell'acqua. Non badare a me, voi continuate a parlare." e detto ciò gli rivolsi uno dei sorrisi più falsi che avevo mai fatto, per poi uscire dalla stanza e cominciare a piangere.La stanza di mio padre era al piano di sopra.
Quando entrai trovai mia madre con gli occhi rossi, stanchi e gonfi, che la imploravano di smettere di versare lacrime.
Mia madre nell'ultima settimana era rientrata in casa una sola volta. Io rimanevo molto spesso fuori fino a tardi, camminando con la testa piena di pensieri.
Tentai di farle un sorriso, ma non ci riuscii.
Mi avvicinai, e le posai una mano sulla spalla.
"Vedrai che andrà tutto bene." dissi, anche se il mio tono era pieno di malinconia.
"Lui non si sveglierà. Non andrà tutto bene. Questa dannate macchine per farlo respirare e mantenere attive le sue funzioni vitali costano un sacco di soldi. E i soldi cominciano a scarseggiare.
Tra due o tre giorni credo che spegneremo qualsiasi macchina. Lasciando che tuo padre passi a miglior vita." disse, continuando a versare lacrime.
Mi prese la mano e me la strinse.
Io la ritrassi, arrabbiata.
"Ma che dici mamma? Non starai parlando sul serio? COSTANO TROPPO? Maledizione stiamo parlando della vita di una persona. Stiamo parlando della vita di tuo marito. Di mio padre cazzo!" urlai.
La sua espressione non cambiò.
Il suo sguardo era spento.
Aveva perso la speranza.
Uscii dalla stanza, sbattendo la porta.
E me ne andai, correndo verso la torre d'acciaio.Victor's pov
Stavo cominciando a preoccuparmi.
Eileen era fuori da molto tempo.
E non riuscivo più a concentrarmi su quanto mi stesse dicendo Vladimir.
"Victor sei un'idiota."
"Si sai credo che..CHE COSA HAI DETTO?!" chiesi d'un tratto infuriato.
"Ehi calmo! Calmo! Volevo solo che mi ascoltassi. Vai a cercarla." disse lui prima con tono scherzoso, ma infine dolce.
Annuii, promettendogli che sarei tornato da lui la sera.Ero nel panico.
Avevo cercato al campo della scuola dove si stavano allenando gli altri, avevo cercato al campo al fiume, avevo cercato al parco vicino casa mia. Ma non l'avevo trovata.
Ero arrivato dalle parti della torre, quando la vidi, seduta lassú con le gambe al petto.
Mi precipitai da lei.
Eileen alzò il capo, e mi ritrovai davanti degli occhi stanchi e rossi. Ma cosa ancora peggiore, vuoti. Privi di ogni emozione.
Persi un battito, e gli occhi cominciarono a pizzicare.
Feci un passo, ma lei mi bloccò, alzando un dito, e portando lo sguardo verso il tramonto.
Abbassò il braccio e disse: "Vattene per favore. Sono Eileen Hace. Io non ho bisogno di nessuno."
Con quelle parole era come se mi avesse strappato il cuore, e lo avesse calpestato ripetutamente.
Lei riportò lo sguardo verso il suo grembo, e poi si prese la testa tra le fragili mani.
Ignorai quanto mi aveva detto, e mi avvicinai silenziosamente.
Le presi delicatamente il polso, e la alzai. La avvolsi tra le mie braccia, stringendola forte, e lasciandole un bacio tra i capelli.
Lei strinse la mia maglia, cominciando a piangere.
"Shhh...shhh...tu sei la mia piccola. E hai bisogno di me. E io sono qui." dissi, con voce roca e dolce.
Lei a poco a poco si calmò.
"Ho sonno." ammise, sbadigliando.
La presi in braccio e le sussurrai di dormire pure. Che li c'ero io.
E poco dopo, il suo respiro era regolare, segno che si era addormentata.
Visto che non sapevo ancora dove abitasse, la portai a casa mia."Mamma, sono a casa." dissi, indifferente.
Poco dopo mi si presentò davanti, con la faccia sporca di qualche chicco di riso.
"E quella bella ragazza chi è?" ammicò lei .
Arrossí, sapendo che aveva già intuito tutto.
Lei ridacchiò, e io mi diressi verso le scale, per portare la rossa in camera mia.Quando scesi, trovai mia madre intenta a preparare la cena.
"Papà non è ancora a casa?" chiesi, aprendo il frigo per prendere il succo d'arancia.
Lei scosse il capo, triste.
"Lo hanno chiamato per un lavoro fuori città, quindi fino a lunedì non sarà a casa. Comunque, Victor, mi hanno informato delle condizioni di Vladimir.
Ora però ti prego, smettila di pensare che sei tu la causa della sua sofferenza. Che sei tu l'artefice di tutto questo.
Tu sei il motivo per cui tuo fratello non ha mai smesso di lottare." disse sorridendo e con gli occhi lucidi.
La abbracciai, sorprendendola.
Non dimostravo mai molto affetto a lei e a papà.
"Grazie mamma." dissi con voce flebile.
Nel frattempo però, non mi ero accorto che Eileen era in piedi, a pochi metri di distanza da me, con i capelli scompigliati, le guance rosse e lo sguardo basso.
Si stavo mordendo il labbro, segno che era nervosa.
"Ben svegliata piccola." la accolsi dolcemente.Spazio autrice:
Ehi bella gente-
Claude:si lo so che sono bello. u.u
Yume:poco modesto, eh amore?
Claude: ╮(─▽─)╭
Stavo cercando di dire: Sono tornata!!
Spero che il capitolo sia bello e non sia noioso.
Aitor:se non ci sono io non può essere bello. (。-ω-)zzz
Io:zitto che anche se ti voglio bene, posso decidere se farti comparire ancora o no. -.-
Aitor: *comincia a fischiettare facendo finta di niente.*
Tra un po' ci sarà un altro speciale :3
Volete ancora la chat o qualcosa di diverso? :DCiao ciao da Gaia-chan *^*
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InazumaEleven: Complicated choice.
FanfictionIl sogno di Eileen è sempre stato il Giappone. È dovuta rimanere a Londra visto che sia la madre che il padre lavoravano lì. Nonostante sia nata e cresciuta nel paesino di Lawtown, lei è sempre rimasta favorevole al trasferimento della famiglia in G...