Capitolo 14

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Yume's pov
La giornata di ieri era stata veramente pesante. E il weekend era già finito.
E mi aspettava un'altra settimana di scuola.
Il fatto che Eileen finalmente mi avesse considerato come sua amica mi aveva resa meno triste.
Ma il dolore c'era comunque. E pesava come un macigno. Un macigno che sovrastava il mio fragile cuore.

Quella giornata, anche se immersa nelle spiegazioni di matematica, storia, scienze, per finire con un'ora di educazione fisica; era passata velocemente.
Solo che...Eileen non si era fatta vedere. E non avevo visto in giro nemmeno suo fratello. Si chiamava Tezcat, se mi ricordavo bene.

Tornai a casa, dove però, ad accogliervi, ci fu solo mia madre.
"E i nonni?" chiesi triste.
"Mi dispiace Yume, ma sono dovuti tornare a Hokaido. Nonno oggi, nel tardo pomeriggio, aveva una delle sue solite visite. Però ti hanno lasciato un regalino." affermò mia madre sorridente, facendomi l'occhiolino.
Andai in camera mia.
Mi avevano comprato dei paracalli per le parallele e un nuovo body: grigio e nero. Ed era bellissimo.
Mia mamma comparve davanti alla soglia della mia camera.
"Potrai provarli oggi ad allenamento, giusto?" ridacchiò mia madre.
"Giusto!" confermai, con un ampio sorriso.

Dopo aver fatto i compiti mi preparai per l'allenamento, che si sarebbe tenuto di lì a poco.
Ero già in palestra, entusiasta di indossare il body nuovo, e usare i paracalli alle parallele.

Eileen's pov
Trascorsi la notte in ospedale, sdraiata su una dee scomodissime panchine in plastica che mettevano nelle sale d'attesa.
Mamma e Tezcat erano tornati a casa, promettendomi di tornare la mattina seguente. Io invece mi ero ostinata a rimanere qui.
"Avete notizie di Aaron Hace?" chiesi, vedendo un infermiera passare.
"Certo, lo hanno portato in una stanza, ma quando avevano terminato stavi dormendo, e mi dispiaceva svegliarti alle tre del mattino." mi rispose, con un velo di tristezza.
"La ringrazio. Come sta?" continuai, sentendo l'agitazione crescere dentro di me.
"Mi dispiace, ma dovrai aspettare tua madre per avere i dettagli." mi rispose.
Annuii. "Che ore sono?" chiesi infine.
"Le due e mezza del pomeriggio." disse lei, andandosene.

Mi diressi verso la stanza 457. Quella di Vladimir.
Aprii lentamente la porta, cercando di non fare il minimo rumore.
Lui era lì che dormiva, e con lui, nella stanza, c'era anche Victor, addormentato sulla sedia che si trovava nell'angolo.
Mi avvicinai alla finestra, e mi sedetti, avvicinando entrambe le gambe al petto.
"Ehi, come mai già sveglia?" sussurrò qualcuno.
Mi guardai intorno, e vidi che Vlad aveva aperto gli occhi.
"Scusami, non volevo venire a svegliarti. Solo...non volevo stare da sola." gli risposi, mantenendo il tono di voce basso.
Lui mi sorrise, facendomi capire che era felice di vedermi. Poi si spostò, lasciandomi un po' di spazio accanto a lui, nel letto.
Non ci pensai due volte, e mi fiondai sotto le coperte, abbracciandolo, e riprendendo a piangere.
"Victor mi ha raccontato cosa è successo. Mi dispiace tanto, piccolina. Ma vedrai che andrà tutto bene." fece una pausa, portando lo sguardo verso il fratello. "Sì è ostinato a rimanere qui, sai? Non se ne sarebbe andato nemmeno se glielo avresti chiesto tu. Non lo avevo mai visto così. Lo hai cambiato. Ma lui deve ancora capirlo." rimasi stupita da quello che avevo appena sentito.
Si è ostinato a rimanere qui.
Non se ne sarebbe andato.
Non lo avevo mai visto così.
"Io non lo capisco." dissi dando vice ai miei pensieri.
"A volte neanche io, Eileen. A volte neanche io." disse, sospirando. "È un ragazzo particolare. Ha continuato ad incolparsi per come sono ora. A continuato ad accusarsi di avermi portato via il calcio. Si è incolpato di essere la causa della mia sofferenza, quando io gli ho sempre detto il contrario. E, purtroppo, lo fa tutt'ora. E continua a soffrire."
Rimasi scioccata. Non pensavo che il blu potesse provare questo ogni giorno.
"Beh ora vado, ma devo chiederti un favore. Prima che Victor se ne vada, mandami un messaggio."
E detto ciò, uscii dalla stanza, alla ricerca disperata di mia madre e mio fratello.

Yume's pov
Dopo lunghe ore di allenamento, tornai a casa sfinita. Ma, pochi istanti dopo, mi arrivò un messaggio.
Xavier:
"Ehi ti va di vederci al campo al fiume. Dovrei parlarti. Ti voglio bene. :3"
Alzai gli occhi al cielo, e scesi le scale, avvertendo mia madre che sarei uscita un attimo, e sarei tornata entro poco tempo.
"Non metterci troppo, avevo voglia di fare una torta insieme." urlò mia madre dal salotto.
Uscii, e mi diressi, correndo, verso il campo. Dove però non trovai nessuno.
Così, mentre aspettavo, mi avvicinai al fiume, e mi godei la brezza di, ormai, metà novembre.
Era davvero strano che non si morisse di freddo in questi giorni, ma il meteo aveva avvertito che questo clima sarebbe durato ancora per due o tre giorni al massimo.
"Vedo che hanno detto la stessa cosa a te. Ora capisco perché."
Mi girai di scatto, e vidi Claude con gli occhi rossi, e con delle lievi occhiaie.
Gli occhi cominciarono a pizzicare, e abbassai lo sguardo.
Vidi le sue scarpe nere e bianche avvicinarsi a poco a poco.
Mi alzò il mento con delicatezza. "Guardami ti prego." aveva la voce rauca.
Rimasi lì, con lo sguardo intrecciato al suo, non riuscendo a smettere di guardarlo.
"Sono stata così male a causa tua. Per colpa di quel bacio." dissi a bassa voce.
"Io sono stato male perché continuavi a fingere di non conoscermi. Sono stato così male perché Joanne aveva visto qualcosa tra noi due che io non avevo ancora notato. Sono stato così male perché ha fatto qualcosa per dividerci, e ci è riuscita. Sono stato così male perché provo qualcosa per te." quando finì, delle lacrime scesero lungo le sue guance. D'istinto, gliele asciugai, e sorrisi. Si erano invertiti i ruoli.
"E io mi sono accorta di provare gli stessi sentimenti." dissi con voce fragile.
E, in quel momento, ci baciammo. Un bacio che racchiudeva tutta quella mancanza e quella sofferenza che avevamo provato.

Quando ci staccammo, imbarazzata chiesi: "Senti...cioè...ti va di venire da me? Mia madre voleva fare una torta."
Lui annuì sorridente, intrecciando le nostre dita.

Spazio autrice:
Waaaaa ma quanto sono cariniiiiiii.
E finalmente Yume adesso è felice. Eheheh :D
Io penso che questo sia uno dei capitoli migliori che sia riuscite a scrivere.
Fino ad adesso, quale parte vi è piaciuta di più?
Aitor:quella in cui compaio io.
Io:ma tu non....ah.
Aitor:sto scherzando, sto scherzando. Le lettrici mi ucciderebbero se continuassi a dire cose così.
Io: ^-^

No okay questa ve la devo dire. Stavo scrivendo ucciderebbero e il correttore automatico mi aveva corretto con UCCIDERE BIBERON.
Ma perché?! D:

InazumaEleven: Complicated choice.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora