Eileen's pov
Ieri sera, dopo essere tornata a casa, ed essere salita in camera mia, mi sono subito addormentata.
Nonostante stessi troppo male per stare in mezzo alla gente, cosa che comunque non sopportavo, e seguire cinque ore lezione, mia madre mi ha costretto ad andare a scuola.
In tutte le ore di lezione che mi separavano dalla ricreazione, avevo tenuto lo sguardo fisso fuori dalla finestra, ignorando chiunque tentasse di rivolgermi la parola e i richiami dei professori. Forse avevo preso anche una nota.Suonò la campanella, e subito mi alzai in piedi, insieme agli altri, e uscii.
In quel momento stare all'aria aperta era ciò che mi serviva.
Yume all'improvviso corse verso di me e mi abbracciò.
"So che c'è qualcosa che non va. Ma avendo capito come sei, ti lascerò stare, e quando passerà, mi racconterai tutto. E comunque grazie. Grazie di tutto Eileen Hace, sei fantastica." e detto ciò sciolse l'abbraccio e se ne andò.
Quella ragazza era davvero fantastica.
Ciò che vidi dopo, fu devastante.
Una ragazzina, pensavo sempre del primo anno, stava parlando con Victor. E un istante dopo le loro labbra erano unite.
Lui si staccò, guardandosi in giro.
I miei occhi si riempirono di lacrime, per quelle poche potevano essermi rimaste. Misi il cappuccio della mia felpa nera, allontanandomi prima di essere notata, e cacciando le mani in tasca.
Mi diressi verso il campo da calcio.
Nelle ore successive la prima squadra si sarebbe allenata, quindi trovai la cesta con i palloni già lì.
Recuperai una palla, e la scaraventai in porta. In quel pallone erano racchiuse la mia rabbia e la mia frustrazione. E anche un immenso dolore.
Non sentendomi soddisfatta, la calciai utilizzando l'ombra leggendaria.
"Wow." disse una voce, che mi fece sobbalzare.
Un ragazzo, un poco più alto di me,si avvicinò.
"Da dove viene tutta quella pot-. Aspetta tu stai piangendo? Che cosa c'è che non va?" chiese, d'un tratto agitato.
Mi sedetti a terra, incrociando le gambe e prendendomi la testa fra le mani.
"Tutto." risposi solamente.
Lui si sedette accanto a me. "Ne vuoi parlare?" chiese gentilmente.
Io scossi la testa: "Non ne ho le forze." sussurrai.
"E vuoi restare con noi, ad allenarti fino a quando non è ora di pranzo? Possa parlare io con la tua insegnante." sorrise.
"Parli sul serio? Non sono d'intralcio?" continuai, sempre con un tono di voce basso.
"Non dire assurdità. Sai che Arion non aspetta altro. Vuole giocare con te. Ora vado a dire al professor..." non sapeva come continuare.
"Al professor Yuushi." continuai per lui.
"Ecco,al professor Yuushi che sei stata convocata dal club calcistico urgentemente. Tu se vuoi puoi andare ad indossare la divisa intanto."
Era un ragazzo davvero premuroso.
"Riccardo?" chiesi.
"Mh?"
"Mi chiamo Eileen."
Cercai di sorridergli, senza ottenere risultati.
Lui annuì, andando a cercare il professore.
Io mi diressi alla sede, raggiungendo gli spogliatoi. Trovai una signora dai capelli blu, con un paio d'occhiali, a cui chiesi delle informazioni.
"Mi scusi." si girò. "Riccardo mi ha detto di venire ad indossare una divisa,dove la posso trovare?" chiesi educatamente.
"Come ti chiami?" cambiò discorso.
"Eileen. Eileen Hace." risposi sicura.
"Oh, adesso ho capito chi sei. Arion parla molto di te. Ecco tieni, questa è in più. Spero che le scarpe ti vadano bene." mi disse sorridente.
"La ringrazio. Dove-"
"Infondo a destra." rispose, intuendo la mia domande.La mia maglia aveva il numero 22, e le scarpe andavano bene, più o meno. Tornata al campo, vi trovai Riccardo, Arion, un ragazzo con dei codini rosa, e uno dai capelli azzurri.
Mi avvicinai a testa bassa.
"EILEEN! NON CI CREDO!" era Arion ad urlare.
Corse verso di me, ma mi scansai prima che potesse abbracciarmi.
Cadde. Si rialzò, massaggiandosi la testa.
"Che bello vederti." disse entusiasta.
"Ringrazia il tuo amico Riccardo." dissi, impassibile.
Gli altri due ragazzi si presentarono: Gabriel,o Gabi, era quello dai codini rosa, pilastro della difesa, e l'altro si chiamava Aitor, un altro difensore.
"Puoi chiamarlo anche Barbie o codini rosa, se preferisci." scherzò lui.
Nonostante il loro entusiasmo, il mio dolore non si sminuiva.
"Ehi Victor!" lo accolse Arion.
Era all'inizio delle scale, e quando mi notò si bloccò.
Rimase a fissare i miei occhi, ancora rossi per il pianto probabilmente. E subito il suo sguardo si intristì.
"Ehi girella, io prendo una palla e comincio ad allenarmi." dissi, per evitare il blu.
Recuperai un altro pallone, cominciando a palleggiare.
Ma dopo un po', la scena del bacio tra il blu e la ragazza del primo anno, si fece spazio nella mia mente.
Evocai il mio spirito guerriero: "Expiria, fantasma oscuro!" e indossai l'armatura, per poi calciare la palla con una potenza inaudita,che finì in porta.
"Quella palla era imprendibile!" urlò Aitor, stupefatto.
Lo ignorai, cominciando a fare dei palleggi.
"Eileen." disse con voce roca Victor alle mie spalle.
Mi girai, e balzai indietro.
"Stammi lontano." dissi fredda.
"Eileen..." la voce era più debole.
"Ti ho detto di starmi lontano!"
Presi la palla e gliela lanciai contro.
La fermò di petto senza difficoltà.
"Che tu succede?!" mi urlò contro.
"Assolutamente niente." mi limitai a rispondergli.
"Arion, allora, cominciamo?" chiesi annoiata, e ignorando il ragazzo davanti a me.Spazio autrice:
Eccomi qui con il primo capitolo. Oggi è il compleanno di mia cugina, e più tardi dobbiamo trovarci, quindi spero di trovare altro tempo per postare il capitolo successivo.
Aitor:siiiiiii ci sono anche io! (」゚ロ゚)」
Io: (∩_∩)
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InazumaEleven: Complicated choice.
FanfictionIl sogno di Eileen è sempre stato il Giappone. È dovuta rimanere a Londra visto che sia la madre che il padre lavoravano lì. Nonostante sia nata e cresciuta nel paesino di Lawtown, lei è sempre rimasta favorevole al trasferimento della famiglia in G...