Capitolo 22

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Eileen's pov
Amy era una ragazza molto socievole, al contrario di me.
Aveva già fatto amicizia con quasi tutta la classe, evitado, di proposito, Joanne e Cerise.
La mora aveva un sesto senso infallibile riguardo a persone da non frequentare.
Una volta, mi aveva confessato di star così male a causa della mia bravura nella ginnastica. Quello era il suo sogno e glielo stavo portando via a poco a poco.
Questo era quanto mi aveva detto.
Ma lei era sempre stata più aggraziata di me, e nonostante non se ne accorgesse, era al mio stesso livello negli esercizi nei vari attrezzi.
"Ehi Eileen! Alla prossima ora che materia abbiamo?" mi chiese entusiasta.
"Educazione fisica, in comunque con dei ragazzi del terzo anno. Il professore ritiene che siamo la classe più forte dell'Istituto nella pallavolo, così vuole darci del filo da torcere, mettendoci contro quelli più grandi." ridacchiai, facendole l'occhiolino.
"Oh, beh, li batteremo. Ti ricordi? Siamo un duo imbattibile io e te." sorrise lei.
Annui, divertita.
Era vero. Amy era un'ottima alzatrice, mentre io ero brava sottorete, nelle schiacciate.
Il professor Kisuke entrò nella classe, chiedendo silenzio e stabilendo l'ordine.

Negli spogliatoi trovammo già le ragazze contro cui dovevamo giocare, e alcune ci guardarono con superiorità.
Feci una smorfia di disgusto per l'atteggiamento che avevano.
"Amy, comunque mi incuriosiva una cosa." dissi improvvisamente.
"La ginnastica?" intuì lei.
Annuii. "Che farai?"
"Ho deciso che troverò una società qui, e se ne sarò in grado, entrerò nella nazionale." mi rispose ottimista.
Ricambiai il sorriso, e mi diressi fuori dallo spogliatoi.
Mi scontrai contro qualcuno.
Riconobbi subito i capelli castani, che scompigliai amichevolmente.
"Ehi Riccardo."
"Aaah! I miei capelli!" si lamentò lui, sistemandoseli.
Scoppiai a ridere, per poi dirigermi con lui verso la palestra.
Dopo esserci scambiati un buona fortuna, ci posizionammo nei rispettivi campi.

Amy's pov
Ero l'ultima nello spogliatoio.
Mi ero talmente persa a parlare, che me ne ero dimenticata.
Quando uscii, vidi che contemporaneamente, un ragazzo, dai codini rosa e con un paio di occhi verde acqua. Rimanemmo a guardarci per qualche secondo. Gli sorrisi e lui arrossì.
Anche se volevo sapere chi fosse, mi diressi verso la palestra, pronta a iniziare.
E dopo essermi presentata al professore, cominciammo a giocare.

Eravamo in parità un set vinto da loro, e uno da noi. E ci mancava solo un punto per vincere, a loro due.
Una ragazza dai capelli lilla eseguì la battuta, a cui risposero senza problemi.
Dopo che una ragazza aveva intercettato il pallone, guardai Eileen per farle capire le mie intenzioni.
Lei annuì.
Le alzai la palla, e con una potenza fantastica la schiacciò nel campo avversario, conquistando la vittoria.
Tutta la classe si mise ad urlare. Erano tutti elettrizzati per quella conquista.
Mi girai.
Le ragazze ci guardavano storto.
Poi notai che il ragazzo di poco fa, si era fermato a guardarmi.
Arrossii violentemente, abbassando lo sguardo. E quando lo rialzai, me lo ritrovai davanti.
Tese la mano, e gliela strinsi.
"Bella partita." sorrise. "Io sono Gabriel García. Ma preferisco essere chiamato Gabi."
Il suo essere così solare, era contagioso.
"Amy Shine. Piacere." dissi, ricambiando il sorriso.
"Beh, sono sudato. E puzzo," ridacchiò, e io con lui. "vado a cambiarmi. Ci vediamo in giro."
Annuii, salutandolo con un semplice ciao.
"Oh-oh. Amy Shine fa conquiste già il primo giorno?" disse Eileen, trattenendo una risata.
Alzai gli occhi al cielo.

Eileen's pov
Educazione fisica era la nostra ultima ora per quel giorno. Ed io ero sfinita.
Non avevo dormito molto quegli ultimi giorni.
Come sempre, mi diressi all'ospedale. Con me c'era anche Tezcat.
"A te come è andata invece?" chiesi, dopo aver finito di raccontare la mia giornata.
"Amy? Non mi sarei mai aspettato di vederla da queste parti. Comunque bene. Ho passato del tempo con i ragazzi del club di calcio, hanno detto che una loro vecchia conoscenza, di Victor in particolare, verrà a fargli visita domani. Chissà chi è. Sono curioso." rispose.
Sembrava perso nei suoi pensieri.
Non dissi niente, lasciandolo a ciò che stava pensando.

In ospedale faceva abbastanza freddo, e questo mi preoccupava.
"Ma il riscaldamento non funziona?" chiesi, anche se imbarazzata, all'infermiera che era nella nostra stessa stanza.
Lei mi guardo triste: "Si è rotto, ed il tecnico passerà solamente domani."
Annuii.
"Ehi fratellone, io passo a salutare Vladimir. Dopo, visto che stai morendo di fame, andiamo a casa a mangiare."
Lui concordò, pregandomi di fare veloce.

Quando bussai alla stanza 457, non ricevetti nessuna risposta, così pensai che stesse dormendo.
Ma, aperta la porta, mi trovai davanti il letto vuoto. E mi preoccupai.
"Vladimir ieri è uscito. Sai il dottore gli ha dato permesso, una volta al mese. Con le stampelle. Torna più tardi." mi avvertì un'infermiera.
Mi ricordai il discorso di qualche giorno fa che, un dottore dai capelli bianchi e che avevo spesso visto in compagnia di mia madre, aveva fatto.
Tornai da Tezcat, scusandomi, e dicendogli di tornare senza di me. E che avrei aspettato il mio amico.
E dopo essersi lamentato, uscì, lasciandomi un bacio sulla guancia.

Mentre mi trovavo in quel limbo che separava la realtà dal mondo dei sogni, sentii che qualcuno mi stava stringendo la mano.
Cercai di ricordarmi dove mi trovavo, e, sentendo il continuo bip della macchina che indicava il battito cardiaco di mio padre, alzai gli occhi, e rimasi a fissare la mia mano.
Poi guardai l'uomo che era steso sul letto, e scoppiati a piangere.
Aveva gli occhi aperti e un sorriso in volto.
"Ciao bambina mia." sussurrò con voce flebile.
Mi catapultai tra le sue braccia, cominciando a singhiozzare rumorosamente.
"PAPÀ!"
La porta si aprì, lentamente, e ne entrò una donna stanca e debole. Mia madre.
Si girò verso di me, per poi spostare lo sguardo sul letto accanto a me.
Si portò entrambe le mani alla bocca, cadendo in ginocchio e cominciando a piangere.
Mio padre tentò di alzarsi, ma fu bloccato da delle fitte.
Gli feci segno di rimanere steso, e andai da mia madre.
"Vedi che hai fatti bene a darmi ragione?" sorrisi, ancora con le lacrime agli occhi.

Spazio autrice:
sono tornataaa :D
Ho notato che anche questo speciale vi è piaciuto tanto e sono davvero contenta.
Mi sono commossa anche io scrivendo questo capitolo. Non avrei mai fatto morire il suo papà ╥﹏╥
La ragazza nella foto è Amy :3
E poi, chi sarà mai quel ragazzo che arriverà alla Raimon?
Nel prossimo capitolo la storia si farà ancora più interessante.
Aitor:Io ci sarò?
Io:Forse. u.u
JP:E io?
Io:No.

Gaia-chan *^*

InazumaEleven: Complicated choice.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora