nono capitolo

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Mi presi un attimo per ragionare. Ma se lui era nella mia stanza senza Lexa, perché lei era a "spassarsela", ciò vuol dire che Non aveva fatto nulla con il mio Jo... con josh.
Mi sentii come sollevata, senza capirne il motivo, credevo di star diventando davvero una bigotta noiosissima. E non poteva essere possibile.
Ma al mio strano sollievo si frappose subito un grande e fastidiosissimo dubbio.
Perché allora era nella mia stanza?
Perché aveva dormito proprio da me tra le tantissime camere dell'edificio?
E poi ancora:
Perché proprio a me?
I dubbi erano troppi e troppo pungenti per poterli tenere dentro, la mia curiosità mi diceva di chiedergli tutto, anche se il mio buon senso mi diceva di ignorarlo, e contemporaneamente io non ci stavo capendo nulla, come sempre.

Chiamai Ally al telefono e decidemmo di uscire per visitare un po' il centro città e trovare qualcosina da mettere per la scuola. Avevo davvero tanta voglia di uscire da questa struttura, tutti questi eventi, queste persone, queste novità successe troppo velocemente una dietro l'altra, mi hanno lasciata un tantino scombussolata, e il clima dell'università mi sembra troppo soffocante.
Io amo pianificare, non maniacalmente, ma mi piace sapere che ciò che faccio sia perfetto e adatto a me.
E tutto questo non lo avevo minimamente previsto.

La trovai appena uscii dall'edificio, appoggiata al salice di Gernych, un vecchio salice altissimo che raccontano sia li da oltre 300 anni ed è da sempre stato l'emblema dell'accademia. Era  bellissima anche in una sempice magliettina grigia.
Quando mi ritrovai, all'improvviso, -come sempre- tra le sue braccia, il dolce odore della camomilla mi sferzó il viso come un soffio di vento e si fermó alle narici, dandomi un brividino di energia positiva, l'energia di Ally.
"Dove intendi andare?"

"Non lo so, pensavo prima a mangiare qualcosa, poi in giro al centro." Si, stavo davvero morendo di fame, odiavo saltare la colazione.
La mia migliore amica battè le mani soddisfatta e prima di girarsi mi rivolse un "mi hai letta nel pensiero."

***

La vidi tornare al tavolo con un vassoio pieno di cornetti e due tazze fumanti, così la mia espressione cambió notevolmente, regalandomi un sorriso da un occhio all'altro.
Dio, amavo il cibo, sarei potuta morire per un overdose di cioccolato senza nessun rimorso.

Uscite di la il primo posto in cui decidemmo di andare fu un negozzietto su una grande strada alberata, pieno di felpe e cose comode che io adoravo. In quanto a soldi, per il momento ero apposto, avevo l'indispensabile per i primi mesi, oltre quelli che mi mandava mia madre per l'alloggio, quindi potevo permettermi qualche svago, senza però esagerare.

Camminando per la Sven Road Ally mi costrinse ad entrare con lei in un negozio di scarpe, o meglio dire, tacchi, che io non avrei mai messo, ma lei li amava, quindi cedetti alle sue implorazioni dopo poco, esausta.
Si provó circa 10 paia di décolleté diverse, di vari colori, con tacchi alti e vertiginosi. Avevo paura che sarebbe potuta cadere da un momento all'altro.

Dopo quella che mi parve un'ora di dubbi e complessi, la mia amica se ne prese un paio beige e pagammo per poi catapultarci fuori.

"Ricordami di non accompagnarti più in giro quando ti servono scarpe."
Ironizzai, buttando un sospiro di sollievo.
Ally mise il finto broncio e incroció le braccia al petto, finché io non riuscii più a trattenere un risolino isterico e scoppiammo a ridere come matte. Adoravo la mia migliore amica, i suoi occhi brillanti, i suoi capelli morbidi, le sue lentiggini estive che gli spuntano sul naso e sulle guance, le sue labbra sempre piegate in un sorriso, la sua mania per festeggiare il compleanno nello stesso giorno e ricordarmi che lei è più grande di me di 1 ora e 13 minuti, il suo odio indiscusso per i gatti e la schizzofrenia che le prende quando vede un ragazzo coi capelli neri e gli occhi azzurri. Ecco perché sta con Jack. Adoro la mia migliore amica, come non sono mai riuscita ad amare nessun altro.

Senza accorgercene, perché troppo occupate a ridere come deviate, andiamo a sbattere contro due ragazzi, il quale torso è più simile ad un muro, che quasi rimbalzo all'urto.
Ally alza gli occhi infastidita, mentre io vorrei sotterrarmi per la figura.

"Ma guardate dove andat... Jamy! Josh! Che ci fate qua?".
Strilla la mia amica gioiosamente.
Un attimo. Josh? L'ansia mi stringe lo stomaco come una morsa. Perché?
Alzo gli occhi e vedo due ragazzi con gli occhi scuri, così capisco che si tratta di un altro Josh, che stupida. Meno male, almeno posso tornare a respirare.

"Ehm passeggiamo?"
Fa il tipo più alto.
Ally ride imbarazzata ed io cerco di nascondere un sorrisino.
"Stasera vieni, cioè venite alla festa di Brooke? Comunque, piacere, io sono Jamy." Punta l'attenzione su di me porgendomi una mano.

Gliela afferro e la stringo, senza però dire nulla. Che idiota.
"Tu ti chiami?"
Fa lui stranito.
"Oh, Alex, sono Alex."
Cerco di sorridere na sembro una dispotica, ora sono io quella in imbarazzo.

"Certo che veniamo, a che ora è?"
Chiede Ally soddisfatta.

È troppo convinta con sta storia delle feste a casa di sconosciuti, dove si beve, si scambia saliva con gente che non sai nemmeno il nome, si vomita, si torna a casa barcollando e il giorno dopo si ci risveglia con un forte mal di testa e un'amnesia totale. È convinta anche di potermici trascinare, ma su questo sono irremovibile. Non metterò mai piede ad una festa così agitata, e poi chi diavolo è questo Brooke?

"No, io credo che resteró agli alloggi. Devo ancora finire di programmare le lezioni d questa settimana, e già lunedì ho le prime. Ho bisogno di tranquillità per prepararmi al meglio."

Ally si volta verso di me, poi dinuovo verso i due.

"Tranquillo, stasera viene anche lei, dite a Brooke di aggiungere due posti a tavola."

Strizza l'occhio al tipo che le sorride e mi tira via per un braccio.

"No che non ci vengo!"
Cerco di ribattere ma la mia adorata Ally mi tappa la bocca ridacchiando.

《《《《》》》》

Ciao :)

due perfette imperfezioni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora