tredicesimo capitolo

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Durante la notte sento parlicchiare Ally dal suo letto, ma capisco che è solo sonnanbula, quindi mi costringo a riaddormentarmi.

Il sole sorge presto, troppo velocemente. Scosto il viso dal cuscino e con la mano cerco il telefono. Lo afferro e me lo avvicino al viso per sapere che ora è.
Sono le 8 del mattino, ed io sono a pezzi. Mi stropiccio gli occhi con le mani e mi alzo a sedere.
Mi osservo e vedo che sono ancora vestita, con la sola differenza che ora il mio vestito è risalito sulle coscie nude. Mi affretto a riabbassarlo come se fossi osservata da qualcuno. Cerco Ally sul suo letto ma non la trovo, allora per un istante mi balena in mente l'idea che se ne sia potuta andare senza di me e mi assale il panico più assoluto. Poi però sento rumori nel bagno e capisco che è lei.

Mi alzo e mi incammino in punta di piedi verso la piccola porticina bianca.

La apro lentamente e non vedo la persona che avevo tanto sperato di trovarvi. Ma siccome la fortuna non è mai dalla mia parte, e comincio a pensare che qualcuno lassú ce l'abbia con me sul serio, mi trovo davanti un corpo nudo coperto da solo un paio di pantaloncini grigi.

I miei occhi seguono l'andamento delle sue gambe, la perfezione dei suoi polpacci in cui scopro esserci tatuato un disegno ad inchiostro nero, un fiore forse.
Poi le sue gambe sottili si allargano in due cosce magre, finché il mio sguardo non cade sul suo addome liscio e scolpito.

Resto come stregata da quel che vedo, muscoli che guizzano ad ogni suo movimento, anche al minimo. È incredibile il modo in cui tutto ciò riesca ad abbindolarmi e ipnotizzarmi.

I miei occhi continuano la loro corsa e raggiungono prima il petto, poi il suo viso.

Inciampo su me stessa non appena provo a sporgermi per vedere meglio i suoi lineamenti, poiché la leggera nebbiolina causata dal vapore mi impedisce una buona visuale.
Il mio corpo che si stravacca a terra causa un rumore sordo, udibile anche a centinaia di chilometri.
Che deficiente.

"Cosa cazzo fai tu qui? Che fai nel mio bagno?"

Non ho più bisogno di guardare, ora so di chi si tratta, e mi maledico mentalmente.

"Il tuo bagno? Io sono qua perché ho dormito in questa casa, comunque!"

"Cos'hai fatto tu? Come ti sei perm..."

"Sta zitto, la casa non è solo tua, non puoi sempre controllare tutto, e non ti devi permettere di rimproverarmi. Chi diavolo ti credi di essere?"

"Sta zitta, odio le galline che urlano."
Ringhia acido.

"Perché?"
Chiedo.

"Perché cosa?"

"Perché mi tratti così? Cosa ti ho fatto di male per meritarmi i tuoi schifosi insulti?"
Strepito, ormai esausta.

"Stammi lontana, non tutti devono piacere a tutti, e tu non piaci a me, tutto qui, quindi se non vuoi essere trattata male, stammi alla larga."
Parla senza nemmeno guardarmi in faccia, cosa che mi fa imbestialire.

"Sei stato tu a dormire nella mia stanza, l'altra notte. Perché eri la?"

Mi guarda, infastidito.

"Ma perché devi rompere a me? Ti piace essere insultata? Smettila di fare domande e sparisci da casa mia."

Si volta nuovamente, dandomi le spalle.

"Sai dov'è Ally?"
Non so nemmeno io perché ancora stia in questo bagno con lui, che mi insulta e mi porta al limite delle mie energie.

Niente, non risponde.
Allora mi volto, faccio per andarmene ma una mano calda mi stringe il polso.

"Dimentica di quegli stupidi episodi in quella casa sul lago, avevo solo bisogno di una ragazza da portarmi a letto, non di una scocciatura. Fa finta che non sia mai successo nulla. Non voglio avere a che fare con la gente come te, siamo troppo diversi."

Strattono via il braccio infuriata e i miei occhi si riempiono di lacrime.

"Stronzo, va a quel paese."
Sono le uniche stupidaggini che riesco a dire prima di scappare via. 
Forse mi piace soffrire, forse inconsapevolmente ricerco sempre il dolore per uno strano piacere perverso, per cadere in un vortice di auto-commiserazione. Mi piace proprio farmi del male, forse è la cosa che mi riesce meglio.

Non ho bisogno di lui, del male che mi fa, non ho bisogno di un errore in più nella mia vita.
Ha ragione, siamo pianeti opposti, due parallele troppo lontane per potersi anche solo sfiorare, due poli opposti che si respingono e che lo faranno sempre.

Torno nella stanza e mi asciugo le poche lacrime che mi sono sfuggite dal controllo, e freddo tutti i sentimenti nell'anticamera del mio cervello, come ho sempre fatto.

"Alex! Ma dov'eri?"
Mi volto e vedo Ally affiancata da Jack. Cerco di sorridere ma non mi è mai venuto facile fingere.

"Ero in bagno, ti stavo cercando."

"Ho appena fatto colazione al piano di sotto e ti ho messo da parte qualche cosina, ti conviene scendere prima che sparisca!"
Sorride e noto le sue tremende occhiaie che risaltano sulla sua pelle chiarissima.
Ha anche i capelli arruffati in un groviglio di fili dorati.

A quanto pare anche Jack ha dormito qua stanotte, chissà quanta altra gente è rimasta.

Scendo al piano di sotto e trovo Grant che beve da una tazza seduto al tavolino al centro della cucina.
Lo raggiungo e comincio ad adocchiare delle appetitose
Ciambelle. Muoio di fame.

"Alex! Credevo che non ti saresti più svegliata!"

La sua risata di prima mattina mi rincuora come una tavoletta di cioccolata nascosta nell'armadio.

"Ciao."
Sorrido gentilmente.

"Hai dormito bene?"

"Si, grazie per l'aiuto e per averci fatte restare qua stanotte, ero andata nel panico."

Mi risponde con un gesto della mano mentre sorseggia il caffè dalla tazza.
Mi posiziono di fronte a lui e comincio a mangiare una ciambella.

"Domani che lezioni hai?"
Mi scruta profondamente negli occhi e mi costringe a distogliere lo sguardo.

"Ehm, psicologia, biologia, scienze umane e poi qualche presentazione di corsi liberi a cui voglio iscrivermi per i crediti formativi..."

Stringo le mani intorno alla tazza calda per riscaldarmi.

Grant mi sorride e poi distoglie lo sguardo, scrutando qualcuno dietro alle mie spalle. 
Mi giro e vedo Josh che viene incontro a noi, e so che è casa sua e non posso fare o controbattere nulla, so che ora sono di troppo, così scatto in piedi.

"Credo sia ora di andare..."

《《《《》》》》

Ciao :)

due perfette imperfezioni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora