dodicesimo capitolo

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La casa è enorme.
Cerchiamo Ally dovunque, in qualsiasi stanza, sbarrando porte senza nemmeno bussare e dopo poco ci ritroviamo al piano superiore. Uno squillo mi distrae e mi fa voltare, vedo Grant che si porta il telefono all'orecchio.

"Cosa? Ma sono impazziti?... no!... digli che se fanno danni pagano loro!... capito... va bhe sto arrivando."
Riattacca sbuffando.

"Scusa, mi hanno appena riferito che in giardino stanno facendo delle cazzate! Vogliono fare uno spettacolino col fuoco. Mi sa che mi tocca correre giù e mandare via quegli ubriachi menomati! Scusa ma devo proprio, tu continua a cercare Ally qua, mancano solo poche porte e nessuna di loro dovrebbe essere chiusa!"

Fa lui indietreggiando ansioso di scendere giù. Poi di colpo si ferma e con passo deciso avanza verso di me. Io comincio a deglutire lentamente e lo vedo camminare come in una slow-motion. Le braccia gli dondolano sui fianchi ad ogni passo e la camicia bianca gli fascia il busto perfettamente.
Solo ora mi rendo conto di quanto sia perfetto e meraviglioso.

Ma non è Josh, mi rammenta il subconscio.

Che diavolo sto Josh, è un perfetto idiota, la bellezza non è tutto in una persona.

Mi si inchioda davanti e si china a stamparmi un bacio umido sulla guancia fredda. Non posso evitare di chiudere gli occhi quando il suo fiato mi arriva all'orecchio.

"Non ti dispiace se mi sono fatto dare il tuo numero da Ally, vero?"
La sua voce tiepida mi arriva come un sussurro. È così tremendamente bella che non riesco a rispondere nulla e mi limito ad annuire sorridendo.
Si stacca da me raggiante e lo vedo allontanarsi, poi, senza voltarsi mi saluta con un cenno della mano e dice
"Ci si vede, piccola."
e sparisce giù dalle scale.

Ho il cervello in poltoglia e sorrido come una bimba felice accarezzandomi la guancia.

Dovrei essere felicissima, ma non riesco ad evitare di pensare che sono successe più cose in questi due giorni che in tutta la mia noiosissima vita. E non sono abituata a questi cambiamenti così drastici della mia routine. Quindi mi viene spontaneo pormi una domanda:
Ma perché non restavo a casa mia con mia madre?

Ora so per certo che non ero pronta al 100% per l'università.
È assurdo che tutto questo mi spaventi, la vecchia Alex non era così sensibile, vulnerabile e patetica. Forse solo ora sto capendo veramente me stessa, o forse è solo lo stress.

Schiodo i piedi da terra e mi volto continuando a percorrere il corridoio. Apro altre tre porte disturbando coppiette -e non- impastate tra di loro, prima di trovare la mia amica.

È distesa sul letto a pancia sotto, ma non dorme, canticchia solo versi e parole sommesse dal sonno.
Mi avvicino a lei e la scuoto, facendole alzare il capo verso di me.

"Ah ecco dove eri, bella furbastra! Ti ho cercata in tutte le stanze di questo castello! E tu? Tu hai abbandonato la tua amica col suo ragazzo, ubriaca... e sai cosa può succ..."

"Si si va bene, non voglio sapere i particolari."
La interrompo prima che possa terminare la frase.
È ubriaca fradicia e tanfa di vodka alla pesca.
Di tutta risposta lei scoppia a ridere.

"Oh, Alex, sei sempre la solita guasta feste, prova anche tu a divertiti un po'! Scendiami giù e balliamo!"
Alza un po' la voce stridula e sembra una matta.

"Shhh, sta zitta. Dov'è lui?"

"Non lo so, mi ha lasciata qua da sola anche lui. Che cattivone."
Ride e io comincio a spazientirmi.

Dobbiamo tornare immediatamente agli alloggi, ma prima devo farle buttare tutto l'alcool che le circola in corpo, quindi la obbligo a sollevarsi e la conduco al bagno della stanza.

Le infilo due dita nella gola e mi affretto a tenerle i capelli, mentre lei si libera di tutta quella robaccia.
È stato più facile del previsto.
È incomprensibile il fatto che il suo "ragazzo" l'abbia lasciata qua da sola, da ubriaca.
Ma io non c'ero e non so come siano andate realmente le cose, quindi decido di non pensarci anche se il solo pensiero mi da fastidio, e non poco.

Passano circa 20 minuti e poi la porta si sbarra, mostrando la figura di Grant e Jack.
Ah, ecco dov'era, era solo andato a chiamare aiuto. Forse...

"Alex, tutto apposto?"
Grant mi accarezza la spalla mentre io sono china a terra con la mia amica.

"Si, ora devo solo riuscire a tornare al dormitorio."

"Che? Non se ne parla, lei è ubriaca e non è saggio tornare da sole a casa a quest'ora della notte."

Nessuno può dirmi ciò che devo e non devo fare, nessuno.
Poi però decido di controllare l'ora e vedo che sono le 2.
Caspita il tempo è volato davvero!

"Ma che possiamo fare?"
Gli chiedo confusa.

"Dormite qua, ci sono un sacco di stanze a disposizione, poi, quando volete ve ne andrete, ma non prima di domattina."

Annuisco non trovando altri escamotage.

Poi Jack mi fa alzare da terra e si siede accanto ad Ally che continua a fissare la tazza del wc, inebetita.

Mi dirigo verso Grant e gli rivolgo un sorriso imbatazzato, meno male che è buio, e non può vedere il rossore delle mie guance.

"Grazie di tutto e scusa per il disturbo, davvero."

"Tranquilla, tu non disturbi, e poi sono stato io a dirti di rimanere, no?"
Annuisco riconoscente e mi stravacco sul letto mentre i ragazzi lasciano la stanza.

Domani chiederó a Jack spiegazioni sul perché delle condizioni di Ally, visto che lei non ricorderà nulla al riguardo.

Bellissima, questa prima festa (e ultima) da universitaria, proprio come immaginavo.

《《《《》》》》

Vorrei dedicare il capitolo ai miei compagni che mi sostengono e mi obbligano ad aggiornare, :).

Ciao :)

due perfette imperfezioni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora