Mi dico che non ci devo pensare.
Sono sospesa tra la confusione e la consapevolezza che non dovrei permettermi di sperare. Perchè non si spera in qualcosa che non esiste e non avrà mai i presupposti per rendermi felice, non devo sperare che la stessa persona che ora mi fa piangere di rabbia, possa un giorno rendermi la donna piú entusiasta del mondo. È come chiedere al tempo di non scorrere, al sole di non tramontare e alle stelle di non brillare. È inconcepibile chiedere che qualcosa possa andare contro la propria natura, è Josh non cambierà mai, perchè la cosa che lo caratterizza, è proprio la propenzione nel far del male agli altri, e non sarà mai lontanamente quello di cui ho bisogno nella mia vita.Credo che la definizione di patetica combaci esattamente con la mia personalità, e non trovo altra scelta che accettare la realtà.
Distolgo lo sguardo e prendo a fissare la cassiera che sorride ad una coppietta di mezza età.
Libero la mente dal flusso prepotente dei miei pensieri e scarico tutta l'ansia in una tazza di caffè, che stringo tra le dita fredde, convincendomi che i brividi che ho addosso, siano solo per il freddo.
"Allora, domani si comincia l'università, eh?"Mi risveglio dalla mia trance e scruto confusa la mia amica, quando le sue labbra si schiudono e pronunciano "università".
Ma poi mi ricordo il vero motivo per cui adesso mi ritrovo in questo strano posto, e annuisco sognante.
Non nascondo che mi ero praticamente dimenticata della scuola, perchè tutto il resto non mi ha lasciato nemmeno uno spiraglio per me stessa."Spero che vada bene, aspetto da sempre questo momento."
Faccio ondeggiare nella tazza il liquido nero."Sarà perfetto, e poi non credo che tu sia il tipo che si fa mandare a monte i piani!"
Ridacchia, contagiandomi.Odio che le cose non vadano come dico io, e lei lo sa bene.
Dopo minuti di disputa per chi deve pagare la cena, usciamo dal ristorantino.
L'aria fredda mi sferza la pelle nuda del viso, obbligandomi a chiudere gli occhi. Quel contatto mi sprona e mi risveglia dai miei pensieri, mentre mi stringo dentro il cappotto grigio.
Non vedo l'ora di tornare nella mia stanza per rivedere il programma di domani e nascondermi sotto le coperte, sperando di poter finalmente chiudere occhio.Il tragitto passa veloce e tranquillo, mentre un silenzio rilassante minaccia di farmi addormentare. Dopo una lotta faticosa contro le mie palpebre che non ne vogliono sentire di restare aperte, Ally parcheggia nel retro degli alloggi ed io esulto come una bambina. Non spero di non trovare Lexa in stanza, perchè sono le 22 e domani c'è scuola, anche se -mi pare evidente- che io e lei abbiamo canoni di "normale" abbastanza diversi, quindi non mi stupirei se tornasse alle 2 di notte anche oggi.
Saluto la mia amica con un bacio e infilo la chiave nella toppa cercando di essere veloce, per evitare che qualcuno possa andarmi a finire addosso nuovamente. Il dormitorio è completamente deserto, i corridoi semi-bui. Scarto l'ipotesi che tutti già dormano, quindi comincio a pensare ad un'altra festa in qualche villa e sbuffo, ritenendo tutta questa gente troppo patetica.
Come pensavo, la stanza è vuota, e tiro un sospiro di sollievo nel constatarlo. Sono felice di poter stare un attimo in pace da sola.
Mi sciaquo il viso e mi lavo i denti, infilandomi nel mio pigiama viola.
Agguanto il foglio spiegazzato dal comodino e comincio a passarmelo tra le mani, leggendo e rileggendo tutta la pianificazione della settimana.
Sento la toppa girare e la porta sbattere contro il muro. Non ci posso credere, voglio solo scappare."Che sballo! Certe cose non le dimentichi piú."
Sbraita Lexa ondeggiando verso il suo letto.
Si, è decisamente ubriaca. Poi, si volta verso di me e mi fissa sconcertata e divertita.
A dire il vero, non so chi delle due sia piú sconcertata, al momento."Oh, scusa nonnina, ho interrotto qualcosa?"
Ride.
Io trasecolo. Mi convinco che devo respirare."Oh, Lexa, come mai già qua a quest'ora della sera? Il tuo amichetto aveva qualche problemino, come dire... intimo?"
La fisso con un ghigno e la bella bambola smette di starnazzare.
Mi rivolge uno sguardo truce e si butta nel letto senza rispondermi.
Spero che non mi vomiti tra le lenzuola o sul tappeto, perchè allora non controllerei piú le mie azioni.Distolgo lo sguardo sospirando e decido di leggere un po'.
Riprendo da dove mi ero fermata e riaccedo al mio mondo parallelo. Lo scrittore incarna la voce della protagonista nella mia, i suoi sentimenti nel mio cuore e la poca razionalità nella mia testa, ma la pazza accende improvviasamente la tv.
Distolgo lo sguardo dal manufatto e le rivolgo uno sguardo di sfida, alzandomi dal letto."Non so cosa tu faccia la mattina, anche se mi sembra di poterlo immaginare, ma io vado a lezione, e ho bisogno di dormire, quindi quella tv resta spenta."
Sembra stia per ribattere qualcosa ma prima che possa spiccicare parola, la vedo sculettare verso il bagno.
Dio, non riesce a correre nemmeno quando ha i conati?
Nascondo il viso sotto il cuscino e mi tappo le orecchie, per non sentire il terribile rumore di lei che vomita.L'ansia sorge dentro di me ancor prima del sole nel cielo.
Sono le 6 e alle 8 ho la prima lezione in programma.
Saltello giú dal letto e corro in bagno, perchè potrei perdermi sotto il flusso dell'acqua, e non posso permettermi perdite di tempo.
L'acqua calda allenta appena la tensione dei miei muscoli, ma improvvisamente mi sento piú calma e lucida.
Con un'abilità che non sapevo avere, mi pettino i capelli lunghi e mi asciugo, coprendomi con un grande asciugamano.
Afferro il mio vestitino viola che arriva al ginocchio e me lo allaccio, scivolando dentro le mie ballerine.
Non metteró i tacchi, non mi permetteró di rovinarmi la giornata con qualche figura imbarazzante.
Lascio i capelli sciolti ricadere sulle spalle e mi spazzolo per l'ultima volta il vestito, prima di afferrare la mia borsa.
Sono le sette e mezza, ed ho ancora un po' di tempo per fare colazione fuori.Mentre controllo l'orario, il telefono mi trilla nelle mani, e noto che ho ricevuto un messaggio da un numero che non conosco.
"Ehi Alex, sono Grant, ho scoperto che abbiamo la prima lezione in comune, quindi potremmo fare colazione fuori... io sono già in caffetteria, ti aspetto qua."
Odio il poco preavviso, ma lascio correre.
Tocco la piccola foto che spunta in un angolo dello schermo e mi ritrovo davanti il bellissimo volto di Grant, e mi blocco quando incontro quei pozzi blu.Mi riscuoto dai miei sogni e gli rispondo che sto arrivando, mentre mi catapulto già dalle scale.
««««»»»»
Ciao :)
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due perfette imperfezioni.
Romance"si trova l'amore come le cose perdute, sempre nel posto che non si sarebbe mai immaginato."