Mi sveglio e trovo sulla scrivania la colazione. Jason deve essere passato a portarmela ed io non l'ho sentito.
Sorrido.
-Perché sorridi?-
È una voce roca e graffiante, capisco subito che proviene dal fratello pazzo di Jason.
Salto dalla paura,e il mio cuore sembra che voglia uscire dal mio petto.
-n...niente di che. Ho fa....fatto un s...sogno bel...bello-
Accidenti! La mia voce è tremolante e rotta dalla paura,ora penserà che sono una balbuziente.
-perché balletti?-
Non rispondo. Non saprei proprio cosa dirgli.
-Rispondi quando ti faccio una domanda!- grida.
Oh no! Ora l'ho fatto arrabbiare. Cosa gli rispondo?
-certo.- dico,quasi come fosse un sibilo.
-non ho sentito bene,cosa hai detto?- sta volta,la sua voce e calma.
Certo che questo è proprio lunatico,un minuto prima è furioso dalla rabbia, e due minuti dopo è calmo e impassibile.-certo.- dico con più fermezza nella voce,stupendomi anche io.
-mangia quella roba,così sarai in forze per stasera- dice.
-perché cosa c'è questa sera?-chiedo.
Accidenti a me! Ora si arrabbierà di nuovo.
Devo imparare a stare zitta una buona volta.
Mentre mi preparo mentalmente alla sfuriata che mi farà, lui ride.
Cosa? Perché ride adesso? Mi trova divertente?
-fatti gli affari tuoi,se non vuoi morire.-
Annuisco e vado a sedermi alla scrivania dove c'è un bigliettino da parte di Jason.Lo prendo e leggo.
"Cara Susie, mi dispiace non essere lì al tuo risveglio,ma ho delle questioni urgenti da risolvere. Sempre da parte di Josh. Stai attenta a come parli con lui. E non contraddirlo mai. Ci vediamo fra una settimana. Il tuo amato.
Jason."Senza rendermene conto,Josh mi prende il biglietto e lo legge. Cercò di prenderlo,ma lui mi spinge a terra.
Come farò in questi sette giorni a stare da sola con lui?
Nel suo volto,compare un sorriso maligno.
-bene,bene. Vedo che il mio amato fratellino ti da lezioni di galateo quando parli con me. Spiacente,ma queste "lezioni" non funzionano come dovrebbero. Devi stare più attenta quando parli con me. E sopratutto devi fare quello che ti dico.-
Annuisco ancora una volta.
-bene,adesso ti porto la colazione-
-ma sta già lì..-
-zitta!-
Se ne va. Portando via la mia amata colazione.Rientra con un vassoio in mano.
-bene. Ora tu mangi questa colazione. Però.... Devi bendarti-
-cosa? Non lo farò mai!-
-ti ho detto che devi fare quello che ti dico. Altrimenti la morte si avvicina per te,e anche per quello sdolcinato di mio fratello. Pensavate di essere felici qui dentro vero? Bhe,mi dispiace informarvi che le regole non sono queste fiorellino.-
Mi trascina sulla sedia e mi benda.-bene,aprì la bocca-
Ho paura. Apro lentamente.
Subito sento il bordo di una tazza e del liquido denso scendere giù per la mia gola.
È caldo,ma è troppo denso per essere del latte.
Inizio a muovere la mano in cerca della tazza.
Riesco a togliergliela dalle mani e scoprirmi gli occhi.
Quello che vedo non mi piace, un liquido rosso,mi scende giù dalle labbra,e del liquido restante dentro alla tazza.
Ma questo è sangue!!!!-ma questo è sangue!!!!- lo urlo a squarciagola.
Lui arrabbiato più che mai cerca di acchiapparmi,ma io mi chiudo al bagno,e inizio a vomitare l'anima.
Dopo un paio di minuti,lui sfonda la porta con un calcio,e quando vede che sto vomitando si arrabbia di più.
-come ti permetti a vomitare tutto quel sangue prelibato?-
Mi sbatte la faccia sopra al water,e un rivolo di sangue inizia a scendermi lungo la testa. Lui è come se perdesse il controllo,mi sbatte contro il muro,e inizia a bere voracemente.
Sento di star perdendo i sensi,e ho la vista offuscata. Svengo.Sono contenta che il libro Vi stia piacendo! E anche se non posto frequentemente,mi fa piacere vedere che mi sostenete e mi riempite di complimenti.
Grazie per le trecento visualizzazioni!!!! Siete fantastici!!!!!
Oggi ho scritto questo nuovo capitolo,credo che sia il più lungo di tutti.
Ci vediamo in un prossimo capitolo. Ciao!!!!!
STAI LEGGENDO
Lui Il mio inferno (IN REVISIONE)
Про вампировSusie ha sempre avuto tutto dalla vita, sua madre e suo padre essendo benestanti non le hanno mai fatto mancare nulla.Ma non ha mai provato l'affetto di una famiglia. I suoi genitori preferivano le vacanze nello yacht, piuttosto di dare affetto a un...