Capitolo 2

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Devo trovare Cass. Devo dirle del sogno di stanotte finché Sargon è occupato.

Giro per il castello in lungo e in largo ma della ragazza nemmeno l'ombra. La residenza è enorme quindi è impossibile trovare qualcuno al suo interno se non si è assistiti dalla fortuna.

Vado in ogni ala del castello e cambio anche edificio, non si sa mai, ma di Cassandra non ce n'è traccia.

Spazientita decido di non demordere e vado a vedere in giardino.

Siamo a luglio ma siamo anche nel circolo polare artico e quindi fa freddo, molto freddo.

Mi stringo nella pelliccia che indosso e affondo i piedi nella neve. Non mi è mai piaciuto il freddo, ho sempre preferito lo scoppiettio del fuoco al silenzio della neve.

Cassandra è su una panchina an piedi di un albero che si tortura le mani, non so se per il freddo o il nervosismo.

"Cass" si gira verso di me sorpresa ed io la raggiungo sedendomi accanto a lei.

"Devo raccontarti una cosa" la sua voce atona non mi fa presagire nulla di buono.

"Anch'io" ma nel mio tono non c'è più tracia della precedente allegria.

"Parti tu" e così inizio a raccontarle del sogno.

"Dobbiamo trovare la sfera" affermo decisa " potremmo battere Salomon e riportare tutto alla normalità" sono quasi euforica ma cerco di non urlare.

"È una buona idea e potrebbe funzionare ma...io non potrò aiutarti Alex, parto questa sera. Sargon ha accordato al padrone un appezzamento nel sud della Svezia. Mi spiace"

Il mondo mi cade adosso. Cass è l'unica cosa positiva della mia prigionia ed ora quel bastardo del principe vuole portarmela via.

Mi alzo con furia e, prendendo i lembi del vestito rosso che indosso, mi dirigo a paso di marcia verso l'area del cortile dove il principe è solito allenarsi.

A dire il vero non ho nulla di signorile ora mentre cammino pesantemente per il vialetto con le caviglie libere dall'ingombrante vestito di cui tengo in mano parte per poter camminare meglio.

Questi vestiti sono splendidi ma sicuramente non sono il massimo della comodità e della praticità e darei di tutto per un paio di jeans, degli scarponcini e una maglietta.

Fortunatamente oggi non è abbastanza freddo per impedire a Sargon di allenarsi all'aperto.

"Principe" richiamo la sua attenzione ricomponendomi e cercando di non sembrare infuriata come in realtà sono.

"Che vuoi Alexia? Mi sto allenando non vedi? Credevo di averti detto di non disturbare"

Il tono duro e decisamente scocciato non mi scalfiscono minimamente

"Vi chiedo di perdonarmi ma è una cosa importante, Vostra Maestà" cerco di non far uscire un ringhio ma credo che comunque non ci sia riuscita.

Lui sbuffa ma congeda il soldato con cui combatteva e mi viene incontro.

"Perché hai accettato che Cassandra andasse in Svezia, a miglia da qui?"

Il mio sguardo ora è duro e puntato nel suo mentre, sia il mio drago che il mio lupo, gonfiano il petto anche se quest'ultimo è molto in allerta.

"Perché non avrei dovuto?" È di una calma snervante.

"Perché è lunica nota felice della mia prigionia qui!" Stavolta gli urlo in faccia e solo dopo mi accorgo dell'errore e indietreggio, anche se di poco.

la Vexillifer,  il lupo e il dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora