Capitolo 16

62 11 2
                                    

Gabriel non fa in tempo ad afferarmi il polso che in un balzo mi trasformo inlupo e scatto. Un odore familiare mi stuzzica le narci ma è strano,è come se fosse un odore che conosco bene ma allo stesso tempo nonriesco a collegarlo a qualcuno. Lo conosco ne sono certa ma sembrache la parte a me familiare sia sotto un altro odore simile madiverso, abbastanza da confondermi. Seguo l'odore e sono vicina alsuo possessore, lo vedo davanti a me. Salta un albero caduto e non lovedo continuare. L'ho preso. Balzo ma a mezz'aria un lampo mi accecae attero scomposamente a terra. Della mia preda non c'è traccia.Sulla neve solo un cerchio di neve sciolta e terra bruciata e l'odore aspro della magia che mi pizzica il naso.

Torno dai gemelli trovando Gabriel ovviamente irato.

"Era un cervo. Volevo prenderlo per la cena ma si è allontanato troppo"sminuisco senza guardarlo e andando oltre. Lucas mi guarda in modo strano, forse ha capito che non era un cervo ma non dice nulla.

Passiamo il resto del giorno in modo tranquillo. La tundra è un ambiente freddo ma non ostile in questa stagione. Una leggera brezza entra sotto i vestiti e ghiaccia le membra stanche dalle molte ore diviaggio. I cavalli iniziano a rallentare il passo esausti. Io mi stringo nel mantello cercando di non disperdere calore.

"Basta. Fermiamoci per oggi" dice Gabriel guardandomi mentre ancora mi stringo nel mantello. Ci fermiamo in mezzo agli alberi creando un piccolo rifugio sotto la neve per isolare il calore creato dal mio fuoco magico. Mangiamo un pasto frugale in silenzio religioso.Fortunatemente il forte nitrire di Starlight mi dà una scusa per alzarmi. Mi offro di occuparmi dei cavalli ed esco. Metto loro le coperte e so che basteranno, ognuno di loro ha addosso un incantesimo perchè possa resistere al freddo. Do poi una porzione di cibo ad ognuno e gli spazzolo. Poi devo tornare dentro.

Lucas sta preparando i giacigli mentre Gabriel studia una carta,probabilmente Vaxjö. Manca poco ormai alla nostra meta. Ci dispnoniamo vicini per scaldarci meglio ma io ancora non ho superato i sensi di colpa quindi mi trasformo e mi acciambello poco più in là rispetto ai ragazzi. Gabriel mi guarda per un attimo soltanto prima di spostarsi accanto a me e cingermi affondando le mani nel mio pelo candido. Io non oppongo resistenza. Si aggiunge anche Luke ed io mi ritrovo in mezzo al contrario di quello che avrei voluto. Mi addormento così.

- - - - - -

C'era mancato poco. Aveva sbagliato a mettere una zampa e aveva provocato un lieve rumore che però in tutto quel silenzio era parso assordante. La ragazza aveva iniziato a seguirlo. Avrebbe potuto allontanarla e ucciderla ma ogni volta che era in procinto di voltarsi decideva che sarebbe stato meglio allontanarsi un altro po'. Avreva visto quel tronco e aveva deciso che l'avrebbe attaccata quando l'avesse superato in modo da prenderla di sorpresa ma quando l'aveva vista balzare aveva cambiato idea e aveva usato una delle pietre magiche per trasportarsi altrove.

Aveva ritrovato le tracce solo un paio d'ore dopo. Li aveva seguiti a debita distanza facendo attenzione finchè non si erano accampati.Aveva provato ad avvicinarsi ma quello stupido ronzino nero aveva iniziato a nitrire attirando la ragazza fuori. La sua vista aveva di nuovo sortito l'effetto di fargli abbandonare i suoi intenti. Come poteva ucciderla se ogni volta che la vedeva non riusciva nemmeno ad immaginare di torcerle un capello? Come poteva uccidere qualcuno quando una parte di sè di opponeva in modo così deciso?

Abbandonò l'idea anche per quella volta e decise di dormire un po'.

Sognò una lupa bianca che correva. Le falcate ampie lasciavano segni profondi nella neve. I muscoli si allungavano e ritiravano senza nessun apparente sforzo. Il pelo veniva smosso dal vento e le orecchie erano appiattite sulla testa. La lingua fuori e il fiato pesante. Il suo respiro creava nuvolette di vapore in quell'aria gelida. Gli occhi celesti erano la cosa più pura avesse mai visto. La vide saltare un ostacolo immaginario e tramutarsi in un bellissimo drago nero pece con gli occhi di brace. Le ali membranose si spalancarono immense nell'aria improvisamente rovente. Volava sopra una terra di lava e fuoco senza risentire del calore. I muscoli pettorali contratti nello sforzo di sbattere le ali per tenere in aria quel corpo possente e maestoso. Il drago ruggì e lui si sentì risuonare quel suono anche nelle ossa. Si svegliò.

                               _ _ _


Mi sveglio di soprassalto. Avevo sognato di correre sotto forma di lupo per una landa innevata e poi di volare come drago sopra una terra rovente. Le mie trasformazioni nel sogno dovevano avermi fatta rimutare in umana perché ora ero stretta fra le braccia di Grabiel mentreLuke accanto a noi stava con le braccia portate al petto. Mi sto per alzare quando Gabriel stringe la presa e apre gli occhi. Vorrei fare resistenza ma i miei occhi incontrano i suoi e ogni mia difesa cade. Sono un esile copro indifeso alla potenza del suo sguardo. Vorrei riuscire ad alzarmi, fuggire. Vorrei non sentire questa morsa allo stomaco che non fa altro che ricordarmi la mia colpevolezza. Gabriel mi guarda come non ha mai fatto. E' serio ma qualcosa brucia nel suo sguardo, qualcosa che fa tremare me, che mi rende debole e indifesa.Si avvicina ed io resto immobile. Sta per posare le labbra sulle mie quando mi riscuoto. Io non merito l'affetto dei gemelli. Troveremo Cassandra e Miky, sconfiggeremo Salomon e riporteremo il mondo alla normalità ma poi sparirò e in questo tempo farò solo il necessario. Gabriel merita di meglio. Merita un amore puro e incondizionato ed io non posso darglielo non dopo la permanenza al castello, non dopo averli abbandonati. Non finché Eaco non abbandonerà il mio cuore e non succederà mai. Gabriel non merita un amore a metà.

Mi divincolo e corro fuori. La neve cade lenta ma i miei piedi affondano nel manto bianco, continuo però a correre allontanandomi il più possibile. Le lacrime iniziano a pizzicarmi gli angoli degli occhi ma le scaccio con un gesto furioso del braccio mentre continuo acorrere. Forti singhiozzi mi fanno tremare. Non riesco ad andare avanti così. Non posso continuare a vivere con questo rimorso. Non posso continuare a stare così male ogni volta che guardo i gemelli ogni volta che mi riservano un gesto gentile. Non posso.

La mia corsa viene bloccata bruscamente da una mano che mi afferra per l'avambraccio e mi tira a sè facendomi sbattere contro un petto e imprigionandomici contro. L'odore forte di Gabriel mi riempie le narici. Piango. Piango liberandomi di tutto lo stress, dell'ansia e dei pensieri che mi hanno assillato fino ad ora. Gabriel mi accarezza lentamente i capelli e quando io mi accascio a terra lui mi segue finendo in ginocchio con me.

"Mi dispiace... Io non volevo... Non volevo... mi dispiace" continuo a ripetere con la voce rotta e soffocata dalle lacrime.

"Alexia, quante volte dovremmo dirti che quello che è successo al castello non ha importanza per noi?" mi sussurra dolcemente.

"non importa non potrò mai perdonarmi per avervi abbandonato"

"Lexi noi non volevamo che tu venissi. Una delle torture peggiori era quando ci mostravano una tua immagine. Tu ti avvicinavi, mi baciavi,mi toccavi finchè non cadevi a terra contorcendoti dal dolore, in un angolo c'ero io con gli occhi rossi e circondato da volute nere che stendevo un braccio verso di te. Ero io a farti del male e non potevo fare niente per aiutarti. A volte prima che uno di loro mi colpisse tu saltavi fuori dal nulla e prendevi il colpo al posto mio. Era peggio di essere colpito. Urlavo ma continuavano ad accanirsi su di te. Quando sei venuta nella cella ed eri veramente te, stavi bene ed era come se non fosse successo niente." mi sorride guardandomi negli occhi.

"Mi dispiace Gabriel, mi dispiace così tanto" ricomincio a piangeree lui me lo lascia fare "Mi dispiace di non poterti amare come meriteresti. Mi dispiace di avere ancora Eaco nel cuore ma io non lo voglio lasciare, il suo ricordo è tutto ciò che mi resta. Mi dispiace Gabriel ma ... "

"E'questo il problema Lexi?" mi chiede sgranando gli occhi. Io annuisco abbassando lo sguardo "Lexi, Eaco era una parte di te.Sei sopravvissuta alla morte del tuo imprinting, hai dimostrato una forza senza pari. Se credi di non potermi amare non importa, non farlo ma non mi allontanare, ti prego. Il vederti soffrire, vedere i tuoi occhi perennemente oscurati, vederti rifiutare il mio aiuto, il mio tocco, la mia presenza. Tutto ciò mi ditrugge. Alexia tu sei la Vexillifered io il Buoi, sono Tenebris, faccio parte di te e tu di me. Non importa se non mi ami ma non allontanarmi. Sarebbe la peggior tortura che potrei ricevere" Mi perdo nei suoi occhi e capisco che Gabriel mi ama e che non gli interessa altro. Sento il nodo che mi stringe lo stomaco da giorni allentarsi e infine sciogliersi.

"Grazie"ogni altra parola è di troppo. Lui mi sorride e mi aiuta ad alzarmi.Torniamo al rifiugio e troviamo Lucas che ci aspetta con un sorriso.

la Vexillifer,  il lupo e il dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora