Capitolo 11

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Dove sarà? Sbuffo irritata risponendo l'ennesimo libro sullo scaffale. Sono ore che cerco un libro sugli oggetti magici ma non ne trovo nemmeno uno decente, sono tutti recenti e con poche informazioni utili. A me serve uno di quei vecchi tomi polverosi ed infiniti no queste quattro pagine inutili su talismani artigianali e altre cavolate simili.
Ho provato a cercare fra le sezioni di libri più antichi ma nei pochi libri buoni che ho trovato non c'era l'oggetto che sto cercando. Mi sa che dovrò arrendermi.
Sto per abbandonare ogni speranza quando un'ombra familiare mi sfila silenziosa di fianco. La seguo cauta fino ad un angolo buio della biblioteca. Epica antica. Faccio in tempo a vendere gli occhi di Wikvaya scrutarmi gelidi che la la sua figura svanisce come polvere portata via dal vento.
Wikvaya mi ha sempre aiutata ma stavolta mi sa che ha preso un granchio, insomma che c'entra l'epica con la mia ricerca?
Decido di dare ugualmente un'occhiata.
Un volume di medie dimensioni attrae la mia attenzione, sembra vecchio ma non antico, avrà al massimo un centinaio d'anni. Sicuramente non ci troverò le risposte che cerco eppure lo apro ugualmente.
Sulla prima pagina scritti a mano ci sono alcuni versi:
Fatti non foste per vivere come bruti, ma per inseguire virtù e canoscenza.
Il discorso di Odisseo ai suoi compagni prima del loro ultimo viaggio secondo Dante.
Sfoglio il libro ma non trovo quello che cerco.
Rassegnata accarezzo la rilegatura sul retro, un lembo si alza e attira la mia curiosità. Con delicatezza tiro il lembo fino a intravedere l'angolo di un foglio.

Lo specchio di Artemide, il titolo spicca in cima alla pagina.

Conosco molti miti greci ma questo mi è nuovo.

Mi siedo a terra ed inizio a leggerlo.

La storia racconta di come una fanciulla abbia chiesto aiuto alla Dea Vergine, spaventata dagli uomini e dalle loro menzogne, dal loro modo di celare loro stessi. La Dea creò uno specchio che rivelasse la vera natura delle persone. Usò le corna d'oro di un cervo a lei sacro per la cornice e la luce delle stelle come superficie riflettente; infine fece cadere alcune gocce d'icore su di esso. La fanciulla ne fece uso frequentemente ma non trovò che mostri riflessi nello specchio. Credendo impossibile tanta malvagità da parte degli uomini, dei suoi stessi parenti apparsi come creature orrende e ripugnanti, si rivolse nuovamente alla Dea credendo che l'avesse ingannata. La sottopose alla prova dello specchio nonostante la Dea l'avesse avvertita che il uso riflesso le sarebbe stato fatale, la fanciulla credette fosse solo una scusa e guardò il riflesso della Dea. La vera forma degli immortali sprigiona troppa energia perché un mortale possa guardarla e sopravvivere. La giovane si tramutò in cenere. Conscia che gli uomini sono troppo orgogliosi di loro stessi per accettare di poter essere diversi dall'immagine di loro che si creano, Artemide affidò l'artefatto alle sarcedotesse di uno dei suoi templi in modo che nessuno usasse più lo specchio.

Al lato c'è un appunto scritto a mano.

Il templio in questione fu raso al suolo dall'arrivo dei persiani e lo specchio fu perduto. Si hanno testimonianze di un oggetto simile in mano ad Alessandro Magno che, secondo alcuni resoconti, lo donò alla sposa che però non ne fece mai uso. Dopo la morte di Rosanne, moglie del grande condottiero macedone, se ne sono perse le traccie.

Che sia lo specchio che ho trovato in quella stanza?

Scritto in una grafia minuscola in un angolo: Artemide affidò lo specchio alla sua sacerdotessa più fidata, la Portatrice Alexo che lo costudì fino all'invasione del Gran Re Serse e la distruzione del tempio.

"Alexia, ecco dov'eri!" La voce di Cassian mi riporta alla realtà distogliendomi dai miei pensieri.

"Che stai facendo?" Domanda curioso con un sopracciglio alzato.
"Niente cercavo qualcosa da leggere" rispondo alzandomi prima di passargli accanto e tornare in camera.

***
Continuo a guardare il mio riflesso nello specchio. Non riesco a distogliere lo sguardo da quello fiero e magnetico che lo specchio mi rimanda. Quegli occhi ambrati mi incuriosiscono ma allo stesso tempo la loro freddezza mi inquieta. È strano vedere il proprio viso così estraneo seppur familiare. Ritrovare i tratti dei miei genitori, le sopracciglia della mamma e il naso di papà, le labbra così simili a quelle della nonna, e non riuscire a vederceli, sembra che stia perdendo le somiglianze con loro eppure sono sempre la stessa.

Bussano alla porta ed io mi affreto a nascondere lo specchio in un cassetto.

"In camera non c'eri" Il principe entra nella stanza con passo leggero e si siede sul letto accanto a me. È strano ma la sua vicinanza mi infastidisce. Solitamente se è Cassian quello con cui ho a che fare non ho problemi, quando la notte mi assalgono gli incubi e rivedo la morte di Eaco e dei gemelli è da lui che mi rifugio. Ultimamente non è così. Se possibile cerco di evitarlo. Non credo ci sia un motivo logico ma il lupo dentro di me si agita talmente tanto da costringermi ad allontanarmi.

"Questa è camera mia" gli faccio notare scostandomi impercettibilmente.

" Lo so ma di solito stai in camera mia" ribatte cercando di avvicinarsi.

"Mi perdoni principe ma devo andare ora" faccio per alzarmi ma lui mi afferra per un polso bloccandomi.

"Mi stai evitando ultimamente Lexi. Posso quasi percepire la tua inquietudine in mia vicinanza e il tuo lupo interiore uggiolare voglioso di allontanarsi"

"Non è così io..." Mi blocca con un cenno.

"Non pensavo i tuoi sensi fossero così sensibili. Ma immagino che nemmeno tu sappia perché hai questo bisogno di tenermi a distanza, sbaglio?" Il mio silenzio risponde, più chiaro di mille parole. Cerco di evitare gli occhi dorati di Cassian ma non posso fuggire alla sua voce. "Dovresti iniziare a capire meglio quello che ti comunicano i tuoi sensi. Vieni dobbiamo parlare"

Quando vede che non lo seguo si gira a guardarmi quasi scioccato.

"Vuoi davvero parlare qua dove anche le assi del letto hanno occhi e orecchie?" Scuoto la testa e lo seguo.

***

"Cosa crede di ottenere così?! Distruggerà il mondo!" Esclamò sconvolta. Cassian mi fa segno di stare in silenzio.

"Lui crede di poter prendere il loro posto è mantenere l'equilibrio. Se porterà a termine il suo piano tu diverrai inutile e ti farà uccidere"

"Senza me e i gemelli non c'è equilibrio" ribatto seria.

"Userà la sfera che gli avete sottratto per uccidervi e far in modo che non rinasciate. Deve solo trovarla. Fra pochi giorni sarà qui per leggerti la mente e scoprire dove la nascondete. Devi scappare"

"Non posso. Ovunque vada mi troverà.La mia aura è potente e poi rintracerebbe il bracciale" inizio a mostrare nervosismo.

Siamo spacciati.

"Ti aiuterò a scappare e a schermare il tuo potere in modo che non ti trovi e insieme libereremo i gemelli" mi prende il viso fra le mani e dopo tempo l'odore della sua ansia non mi costringe ad allontanarmi, quell'odore acre che prima mi spingeva inconsciamente a mettere distanza fra me e lui, l'odore delle cose celate.

"Non permetterò che ti accada nulla"

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Angolo autrice:

Ovviamente il mito dello specchio l'ho inventato. Non ho trovato nessun mito sugli specchi e ho il presentimento che nell'antica Grecia non esistessero però a me serviva quindi l'ho messo tanto è una storia di fantasia ;^)

Detto ciò alla prossima, spero che il capitolo vi sia piaciuto:-)

Αιε

la Vexillifer,  il lupo e il dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora