Capitolo 3

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Notai che i nuovi compagni di classe non facessero altro che osservarmi e non capivo il perché.

Inizialmente abbassai lo sguardo, ma poi lo rialzai per vedere se ci fosse qualche posto vuoto.

C'era, ed era il secondo banco. Le classi erano tutte uguali, i banchi erano separati ed ognuno stava per conto suo, ovviamente ogni fila disponeva di due o tre compagni che erano più vicini, ma nessuno condivideva il manco con qualcun altro.

«Come ti chiami?» Domandò una ragazza vestita di
rosa, che stava limando le sue unghie con molta nonchalance.
«Madison, Madison White.»
«White? -Rise- come il colore? Che fantasia.»

In quel momento la odiai, perché tutti i componenti iniziarono a ridere e come inizio pensai che non potesse andarmi peggio.

«Che banale.» Mi limitai a dire, non potrei farne a meno.
«Scusami?» Disse smettendo di ridere.
«Sei banale.» Continuai.

Fu proprio lì che notai la ragazza dalla risata facile, con i lunghi capelli marroni finti più di lei, smettere di limarsi le unghie e fissarmi attentamente.

«Quanto siamo acide, la conosci la cosiddetta frase "Stavo scherzando?"»
«Non mi sembra opportuno scherzare, soprattutto se non mi conosci neanche un po'.» Dissi sbuffando.
«C'è stato un fraintendimento, va bene? State tranquille, non iniziamo già il primo giorno.» Si intromise un nuovo ragazzo.
«Alex ti ho già detto che stavo scherzando, la qui presente evidentemente non ha mai riso in vita sua.» Continuò la ragazza vestita di rosa.
«E va bene, ti chiedo scusa. Mi dispiace, non voglio che il primo giorno ci siano già delle discussioni. Non  ti piace il mio cognome? Lo trovi stupido? D'accordo non importa.»
«Ribadisco che stavo scherzando, non prendertela.» Continuò.
«Va bene, allora... Come ti chiami?»
«Sono Maya, Maya Thompson..»
«Che bel nome.» Le dissi sorridendo.
«A me piace il tuo.» Aggiunse.
«Ti ringrazio e ti chiedo scusa per prima.»
«Sono io a doverti chiedere scusa, non avrei dovuto. Anzi, già che ci sono, posso sedermi al tuo fianco?»
«Ovvio, mi farebbe davvero piacere.»
«Perfetto, allora. Vado a prendere la roba che ho lasciato più in là.»

La mia attenzione era rivolta verso Maya che davvero era andata a spostare la sua roba per affiancarsi a me, non mi accorsi quindi, che ci fossero altre persone che volessero fare amicizia con me.

«Ciao.» Disse un ragazzo non appena mi girai verso di lui.
«Ehi, piacere, Madison.»
«Piacere mio, io sono Sam.» Mi sorrise.
«Sam, non fare il casca morto con lei. Non è il tipo credimi.» Si intromise Maya.
«Volevo fare solo amicizia, non preoccuparti.» Quasi si giustificò.
«Sì, certo.» Sorrise beffarda.
«Io invece sono Margaret.» Mi salutò un'altra ragazza.
«Io Cage.» Aggiunse un altro.

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Bene o male feci conoscenza con quasi tutti, tranne qualcuno che non mi degnò neanche di uno sguardo. Tra questi c'era un ragazzo che mi incuriosì molto. Tentai quasi di alzarmi, ma Maya mi trattenne con un braccio.

«No, lui no.» Disse, poi abbassò lo sguardo.
«Cosa? E perché mai non potrei saltarlo? Fa parte della classe, risulterei antipatica.»
«È lui che è antipatico, per giunta è uno sbruffone. Fidati di me, è meglio che tu lo lasci stare.»
«Come vuoi tu.» Dissi sospirando.

Subito dopo entrò un professore e tutti noi ci zittimmo.
Fece l'appello ed arrivò finalmente alla persona che mi aveva incuriosita più di tutte.

«Presentati pure, la classe è nuova e non tutti vi conoscete.» Disse l'insegnante.
«Sono Jack Robinson e ho diciassette anni.» Concluse.
«Bene, hai qualcosa altro da aggiungere?»
«No.» Rispose, quasi seccamente.
«Puoi andare, grazie.»

Io avevo già visto quel ragazzo da qualche altra parte e quasi mi venne da svenire quando mi accorsi che fummo molto amici alle Elementary School o perlomeno, fummo conoscenti ed ero convinta che anche lui mi avesse riconosciuta.

Decisi comunque di non parlarne a nessuno, neanche a Maya, non lo ritenevo importante e pensai che fosse solo una sciocchezza in fin dei conti.

Dopo poco, finalmente, arrivò anche il mio turno.

Mi alzai e come tutti, esposi la mia presentazione. Dissi semplicemente che fossi Madison White e che provenissi da New York, la mia città preferita.

Il professore fu molto gentile, ed aggiunse che anche lui adorava la grande Mela, proprio come me.

Gli sorrisi e poi ritornai a sedere. Maya mi fece l'occhiolino ed io le ricambiai una smorfia.

«Dopotutto mi sei simpatica.» Mi disse Maya.
«Dopotutto anche tu lo sei.» Le risposi.
«Adesso silenzio tutti per favore, poiché ognuno di voi ha raccontato un po' di sé, adesso possiamo iniziare la lezione.» Si rivolse a noi il professore.

«Io sono il professor Adam Brown.»
«Oh, Madison hai trovato un altro tuo parente.» Mi sorride di nuovo Maya.
Io non potei evitare di non ridere, ma fortunatamente il professore non se ne accorse.

«Insegno matematica e sono molto severo, soprattutto con chi non ha vola di studiare. Sono il coordinatore della classe, nonché il principale.»

A quelle parole quasi mi spaventai. Cosa mai potevo aspettarmi da un professore così? Mi sarei trovata male?

Fortunatamente la campanella suonò e Maya mi invitò a seguirla. Inizialmente ci pensai, ma poi pensai che non c'era nulla di male e che in fondo tutti fossero usciti.

«Sei la mia prima amica qui dentro.»
«Davvero? -Le chiesi- Anche tu lo sei per me.»
«Meglio, potremmo diventare grandi amiche, ma tu dovrai essere più scherzosa, insomma, non prendetela per ogni cosa.»
«Dagli errori si impara, ho imparato.»
«Impari alla svelta a quanto pare.»
«Propri così.»

Sentii qualcuno che mi diede una spallata, mi girai e mi resi conto che colui che mi avesse fatto leggermente male, fosse già lontano e che non si fosse preoccupato neanche di chiedermi scusa.

Chi altri se non il misterioso Jack di cui Maya si era tanto raccomandata. Era meglio che non ci parlassi, secondo lei era un semplice sbruffone.

«Ma è proprio un'idiota quel ragazzo, dovrebbe sapere che è buona educazione chiedere scusa.» Urlò Maya con la speranza di farsi sentire.
«Lascia perdere, in fondo non è successo niente.» La rassicurai.
«Non è questo il fatto, Madison. Ti ha fatta del male ed avrebbe potuto chiederti scusa, da ragazzo educato che non sembra essere assolutamente.»
«Proprio perché non è educato non può capire certe cose, è solo un ragazzino immaturo e quando le cose sono immature non sono buone.»
«Da un lato sei anche saggia, che amica che ho trovato.»
«Non preoccuparti, sono un'amica anche disponibile.»
«Posso averti come riferimento?»
«Ma certo, ed io?» Le domandai curiosa.
«Considera che qualsiasi tuo problema tu abbia, io lo abbia già risolto.»
«Lo apprezzo molto, grazie Maya, sei davvero una brava ragazza ed io che pensavo fossi una sfacciata.»
«Ehi, sfacciata a chi?» Chiese retorica.
«Maya Thompson, da quanto tempo che non ci vediamo.» Qualcuno disse intromettendosi, era un'altra ragazza.
«Nicole...» Rispose Maya quasi infastidendosi della sua presenza.
«E tu sei?» Mi domandò squadrandomi come se fossi una figura a lei sconosciuta.
«Madison.» Risposi.
«È una tua nuova amica, Maya?»
«Sì, hai qualche problema forse?»
«No, ci mancherebbe. D'altronde sei così strana e lunatica che domani potrei vederti con qualche altro ragazzo o addirittura nuove amiche.» Disse per poi sghignazzare.

Non aggiunse nient'altro e se ne andò. Fissai Maya che nel frattempo abbassò lo sguardo e mi sussurrò un semplicissimo "mi allontano un attimo, ci vediamo tra poco".

Annuii, ma lei si era già allontanata di qualche metro. Chi era quella ragazza e perché Maya era cambiata in pochi attimi dopo averla vista ed ascoltato le sue parole?

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