Capitolo 24

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«Non posso crederci.» Disse toccandosi i capelli e portandoseli all'indietro.
«La detesto, talmente tanto che prima le avrei messo volentieri le mani addosso.»
«Non devi fregartene di lei. Tu devi essere felice! È evidente che è solo una povera pazza isterica. Non vale la pena soffrire per questo motivo.» Disse abbracciandomi.
«Lo so, a volte sono troppo stupida.»
«Sei sensibile ed è una cosa bellissima.»
«Lo pensi davvero?»
«Ma certo che sì. Tuo padre ha sbagliato ad abbandonare te e tua madre, forse se ne pentirà. Magari perché capirà di avere bisogno ancora dell'amore di tua madre, o perché quella non gli darà l'amore che vuole.»
«Mi stai rassicurando.» Gli sorrisi.
«Meglio, no?»
«Sì, ovvio.» Sorrisi.

**********************************
Uscii immediatamente da scuola, senza fermarmi a parlare con nessuno. Maya mi disse che mi avrebbe chiamata nel pomeriggio e Jack avrebbe fatto esattamente lo stesso.

Raccontai tutto e mia madre non reagì per niente bene, tanto che chiamò la preside per fissare un appuntamento.

«Quella donna ha superato il limite. Ma chi si crede di essere?» Urlò tra sé.
«Non parliamo della figura che mi ha fatta fare. Avevo gli occhi puntati.»
«La farò licenziare e soprattutto ridicolizzare. Adesso basta!»
«Che succede?» Disse intromettendosi mia zia.
«Hannah Mitchell si è comportata in modo bizzarro con mia figlia e la cosa non mi va per niente bene. Per niente.»
«Ma cosa è successo, Madi?» Si rivolse a me.
«Ha fatto una scenata o meglio, ha voluto che fossi io ad iniziarla. Mi ha mandata a prenderle il registro come se fossi la sua schiava personale e non solo, nell'aprirlo ho trovato una foto di lei e papà. È normale che debba pensare che lo abbia fatto di proposito, no? Ovviamente mi sono arrabbiata parecchio, non è possibile che lei faccia la sbruffona e giochi con i miei sentimenti, pensieri ed emozioni. Abbiamo discusso lì fuori, perché è stata lei a chiamarmi nell'ora di Chimica e da lì ha iniziato a punzecchiarmi.»
«Nora, bisogna assolutamente farle un richiamo. Non esiste che si comporti così. Lei è già dalla parte del torto, figuriamoci se può permettersi di rivolgersi a Madison così, dal momento che l'uomo che ha vicino è suo padre.»
«Bisognerà assolutamente risolvere questa situazione, così vedrò negli occhi questa poco di buono.» Concluse.

Aspettai che il pranzo fosse pronto, così parlai con mio cugino sperando che avesse risolto la situazione della ragazza misteriosa.

«Come va?» Gli chiesi.
«Non va molto. Sono uscito per andare a fare una passeggiata, ma non l'ho vista.»
«Forse è a scuola, magari l'altro giorno l'aveva semplicemente saltata. Ascolta, se ti faccio vedere una ragazza, mi dici se è lei realmente?» Gli domandai.
«Ma certo. Però aspetta, per quale ragione dovresti conoscerla?»
«C'è una ragazza che conosco e che si chiama Nicole, per questo motivo volevo mostrarti una sua foto.»
«D'accordo.» Disse stando sulle spine.

Presi il telefono dalla tasca e scrissi il nome di Nicole. Nicole Zurigo.
Scelsi una foto abbastanza visibile e gliela mostrai. Avevo un'ansia terribile, una paura indiscutibile. Se fosse lei la ragazza per cui mio cugino stava perdendo la testa, non avrei saputo cosa pensare.

«Non posso crederci...» Sussultò.
«A cosa non puoi credere?» Gli chiesi, già sapendo però la risposta.
«È lei. È lei la ragazza con la quale ho parlato, che si è presentata con un sorriso meraviglioso e che penso proprio mi piaccia.» Disse ormai entusiasta.
«Lei è una ragazza pessima, te lo assicuro, per favore Patrick, non cadere nella sua trappola.»
«Con me è stata totalmente diversa. Se tu hai problemi con lei, io non posso farci niente. Ti assicuro che si è comportata meravigliosamente bene ed è per questo che non riesco a levarmela dalla testa.» Continuò.
«Accidenti- dissi sbattendo i pugni sul tavolo- Ti sto dicendo di non fidarti di lei e tu cosa fai? Rispondi così? Sai, il mio è un consiglio di vita, dal momento che so bene chi sia. Ma sai cosa? Fai ciò che vuoi, fidanzati e se riesci sposatela. Ma se rimarrai solo da un momento all'altro, non voglio che tu venga da me, perché non mi interesserà.» Dissi ormai stremata.
«Io- io...»
«Tu niente, Patrick, tu niente! Fai ciò che vuoi, fidati di lei se pensi che possa essere la tua ragazza ma gentilmente, non venirti a lamentare da me perché non sarò paziente.» Terminai.

Lo lasciai a bocca aperta, mi dispiacque tanto, ma era l'unica cosa che potessi fare. Volevo fargli capire che quella ragazza non facesse al caso suo, che prima o poi se ne sarebbe pentito.

Entrai in camera e chiusi fortemente la porta. Odiavo dover litigare con chi volevo bene, specialmente se si trattasse di persone come mio cugino, ma se volevo fargli aprire gli occhi, dovevo per forza sembrare acida e schietta il più possibile.

Sobbalzai non appena il telefono iniziò a squillare. Era la mia migliore amica che aveva mantenuto la sua promessa e mi stava telefonando.

«Ehi.» La salutai.
«Madison, come va? Oggi avrei voluto dirgliene quattro a quella vipera. Spero tu stia meglio adesso.»
«Sono molto triste, in verità. Soprattutto perché mi sono ridicolizzata e la maggior parte sa tutto ormai.» Dissi con un nodo alla gola.
«Posso assicurarti che la figura di merda l'ha fatta lei, credimi.»
«Mia madre vuole parlare assolutamente con la preside e suppongo avrà un colloquio con la Mitchell.»
«Magari è la volta buona che quella insensata vada via. Oggi è stata davvero pessima e mi ha fatto davvero un grande male vederti piangere. Anche se, ho notato che ti è venuto contro il tuo amico.» Disse sorridendo.
«Già, è stato dolcissimo, anche se non ti nascondo di avere paura. Mi sembra strano che da un giorno all'altro si innamori o gli piaccia.»
«Forse gli piaci da parecchio ed adesso è crollato.»
«Magari. Mi sembra impossibile. A proposito, tra un po' ci sarà la famosa festa.»
«Dovremmo comprare qualcosa, niente di azzardato, ma sicuramente presentabile.
«Oh, certo. Potresti venire da me, così ti presenterei mia madre.»
«E perché no? Non vedo l'ora. Adesso vado ad aiutare mia madre giù con i servizi, ci vediamo domani. E mi raccomando, Mad, non pensare negativo, sono sicura che tutto si sistemerà.»
«Lo spero, grazie tante, Maya.»
«Figurati. Ti voglio bene.»
«Anche io, tanto.»

Riattaccai e feci per spegnere, quando subito dopo mi ritrovai un messaggio di Jack e ne rimasi felice.

*Da Jack;
Come sta andando?

*Da Madison;
Sono un po' triste, ma penso che le cose cambieranno domani stesso.

*Da Jack;
Ti ricordi del famoso parco alla fine della strada?

*Da Madison;
Sì, certo.

*Da Jack;
Ci vediamo lì tra cinque minuti, okay?

*Da Madison;
Oh, okay. Arrivo!

Mi diedi una pettinata, corressi il trucco ed indossai il giubbotto, infine presi il telefono.

Giù c'era solo mia zia, così la informai che sarei uscita per tornare subito.

Mi affrettai a raggiungere il parco e lo trovai seduto su una panchina, con le mani nelle tasche del giubbotto e lo sguardo fisso sulle sue scarpe.

«Ti ho fatto aspettare?» Gli dissi sorridendo.
«No, sono appena arrivato.» Disse facendomi spazio.
«A quanto pare siamo solo noi.» Dissi guardandomi intorno.
«Già, per questo ho scelto di vederti qui.»
«Cosa volevi dirmi?»
«Volevo parlare anche del nostro, sì, insomma, del nostro bacio.» Disse fissandomi.
«E cosa- cosa ne pensi?»
«Ho sentito qualcosa, qualcosa che non ho mai sentito prima, ma non so dire se è un sentimento, se è amore.»
«Anche io ho sentito qualcosa che non mi ha lasciata indifferente.»
«Io sono stato fidanzato con Nicole per diverso tempo, non ho mai detto di amarla, eppure ci stavo insieme perché in quel periodo avevo bisogno di trasformarmi in qualcosa che non ero e non sono mai stato. Mi sono fatto coinvolgere da persone diverse da me, fino a quando non sei ricomparsa tu.»
«Perché dici questo? Avevi già un interesse per me?»
«Quando ero piccolo ti consideravo una grande amica, forse mi piacevi, ma non ho mai fatto nulla per dimostrartelo. Adesso, invece, ne ho trovato il modo e sono in una confusione totale.»
«Cosa provi adesso?» Gli sussurrai.
«Sto provando qualcosa mai provato prima- disse prendendomi le mani- Io non so cosa sia, davvero, ma vorrei scoprirlo insieme a te.»

I suoi occhi erano intensissimi, ed io ogni volta mi ci perdevo. Amavo stargli vicino, soprattutto così tanto. Tutto ciò era un sogno.

Ci avvicinammo così tanto che potevo sentire il suo respiro sul mio. Le sue labbra rosee e la sua espressione unica.

Ci baciammo di nuovo, un bacio soffice ma vero. Il bacio migliore che potessi scambiarmi con qualcuno.

«Ed ora cosa hai provato?» Domandai.
«Hai alzato di grande lunga le mie aspettative.» Rise.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 13, 2016 ⏰

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