Capitolo 15

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«Mamma siamo qui.» Disse Maya.
«Oh, eccovi. Allora, com'è andata oggi a scuola?»
«È andata bene.»
«Sono contenta. Allora, Madison, abiti qui vicino?»
«Diciamo di sì.»
«Sono davvero felice che Maya sia tua amica, sei proprio una brava ragazza.»
«Grazie infinite.»
«Mamma, ho fame.»
«La solita.»

Iniziammo a ridere talmente tanto che sentii quasi mancarmi il fiato. Ero davvero felice che io e Maya fossimo così unite ed ero davvero felice che la madre di Maya fosse una brava anzi, bravissima, donna.

Ero davvero curiosa di conoscere il padre. Chi era e com'era?

«È pronto, a tavola.»
«Arriviamo!»

Ci sedemmo con molta tranquillità a tavola, eravamo solo noi più la madre e la cosa non mi dispiaceva affatto.

Parlammo molto quel giorno, ci divertimmo soprattutto e non pensammo a nulla. Maya sembrava serena e la cosa mi rassicurava, io invece, per un attimo avevo messo da parte le mie problematiche familiari.

«Potremmo fare un dolce oggi. Cosa ne pensate?»
«Ottima idea.» Risposi.
«Perfetto. Tu cosa ne pensi, invece?»
«Per me va bene.» Rispose Maya.
«Fantastico, non vedo l'ora.»
«Ho una madre pasticciera.»
«Hai una mamma tutto fare.» Rispose quest'ultima.

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Il pomeriggio lo passammo a decorare dolcetti al cioccolato e alla panna. Non c'era cosa più divertente, soprattutto perché io ero totalmente negata invece Maya sembrava cavarsela alla grande.

«Maya, sei anche tu una pasticciera. Sei in gamba.»
«È solo pratica: mia madre quasi sempre ha voglia di fare dolci, torte e chi più ne ha più ne metta.»

Sorrisi. Ma dentro di me divenni subito triste. Vedevo il rapporto della mia migliore amica con sua madre e mi accorgevo sempre di più di quanto fosse totalmente diverso dal mio.

Io e mia madre eravamo legate, ma non avevamo mai tempo per noi. Se prima il problema era il suo lavoro, adesso era mio padre ed era ben più grave.

«Tutto bene?» Mi chiese Maya.
«Sì, certo.»
«Sicura?»
«Assolutamente.»

In realtà niente era sicuro, era tutto in bilico. Pensavo e ripensavo a cosa sarebbe successo quando mio padre sarebbe tornato a casa. Come avrebbe reagito mia madre? Cosa le avrebbe detto? E lui?

«Dobbiamo aspettare mezz'ora e saranno pronti. Nel frattempo, se volete, potete andare al piano di sopra. Vi chiamerò io per gustare con voi.»
«Okay.» Annuimmo.

Salimmo in camera e mi sdraiai completamente sul letto della mia amica, dimenticando in un certo senso, quali fossero le buone maniere.

«Che hai, Madison? Dai, dimmelo.»
«Ti sembrerei una vipera.»
«Per quale motivo? Dai, non fare la misteriosa.»
«Per un attimo sono stata gelosa del rapporto che hai con tua madre. Passate così tanto tempo insieme, io non posso dire di certo lo stesso. Se prima il problema era il lavoro, adesso... Adesso è mio padre.»
«Madison, non è affatto così. Tua madre ti vuole bene e lo dimostra il fatto che si sia preoccupata per te. Non pensare che ciò che non avete fatto non potrete farlo in futuro. Mia madre ha adesso un po' di tempo, ma non è sempre così. In passato sono stata tanto tempo da sola o da mia nonna. Quando quest'ultima è andata a vivere in Brasile, i miei genitori hanno dovuto fare ulteriori sacrifici, dandosi i cambi e quanto altro. Adesso che sono più grande e responsabile, di certo non hanno problemi a lasciarmi da sola.»
«Lo pensi davvero? Ma perché è tutto difficile?!» Chiesi retorica.
«Nulla è difficile, tu sei forte e sono convinta che quando tuo padre lascerà casa, tu e tua madre riuscirete ad avere un rapporto solido ed indissolubile.»
«Ti voglio talmente bene che neanche te lo immagini.»
«Le amiche servono a questo, sappi che io ci sono e ci sarò.»
«Grazie di tutto Thompson.»
«Di nulla, White.»

Dopo qualche minuto venimmo interrotte dallo squillo del mio telefono. Era mia madre, ovviamente risposi immediatamente.

«Mamma?» Risposi preoccupata.
«Tesoro. Volevo dirti che tuo padre sta per tornare, è qui a New York. Ero vicino al supermercato e l'ho visto passare in auto, fortunatamente ha preso un'altra strada ma non so se sia passato per casa. Io tra poco sarò lì. Tu invece tra quanto torni?»
«Tra mezz'ora penso, il tempo di tornare e mangiare un dolce che abbiamo fatto io, Maya e sua madre.»
«Va bene, non preoccuparti e salutami sua madre e lei. A dopo.»

Riattaccai e passai il messaggio anche a Maya, la quale prima ringraziò e poi mi invitò a restare calma.

Scendemmo al piano di sotto per vedere se i dolci fossero pronti ed infine aspettammo gli ultimi dieci minuti.

Fortunatamente il ticchettio ci avvisò che fosse tutto pronto. Stavo per mangiare il tutto con gli occhi, poi finalmente potei assaporare tutto.

Che dire, squisito. Tutte e tre fummo soddisfatte e felici, ricordai che mia madre avesse mandato i saluti anche a Sandra e lei fu molto felice tanto che ricambiò doppiamente.

Rimasi ancora cinque minuti per non sembrare scortese ed infine saluti a spiegando che mia madre mi stava aspettando lì vicino per fare dei servizi.

«Grazie di essere venuta e di aver partecipato con noi alla creazione questi dolci venuti così buoni.» Disse Sandra.
«Grazie mille della vostra compagnia, alla prossima. Ciao Maya- Dissi dandole un mega abbraccio- e grazie di tutto- sussurrai.»
«Ti voglio bene.» Rispose lei.

La madre mi aprii gentilmente la porta per farmi spazio ed io salutai per l'ultima volta.

Quando uscii percorsi la strada alla fine del viale, pensierosa ed incredula. Il verdetto finale si stava avvicinando.

Ero stata davvero bene in quella casa insieme alla mia amica e a sua madre. Un po' meno invece, dopo aver saputo che mio padre fosse rientrato in città.

Sentii una botta fortissima che mi fece quasi cadere per terra. Mi ero scontrata contro qualcuno e non un qualcuno qualsiasi.

«Per caso quando cammini dormi?»
«Ti trovo ovunque, mitico.»
«Non vivi solo tu in questa città.»
«Che novità.» Risposi acidamente.
«Abiti in questa zona?»
«No, qualche isolato più avanti.»
«E come mai sei qui da sola?»
«Sono andata da Maya che abita più avanti, questa è una strada di passaggio.»
«Di sera non è proprio conveniente farsela da soli.»
«Pazienza.» Dissi aggrottando le spalle.
«Se vuoi ti accompagno verso-»
«No, grazie.» Dissi senza fargli terminare la frase.
«Guarda che non voglio averti sulla coscienza. È tardi e non c'è molto movimento, altrimenti non m'interesserebbe.»

Mi girai intorno ed effettivamente non c'era molta gente. Avrei dovuto camminare per almeno altri minuti ed avrei potuto trovare chiunque disposto a prendermi e portarmi chissà dove.

«E va bene, ma non vorrei che Nicole si arrabbiasse.»
«Fa niente, lascia stare.»
«Avete litigato?» Chiesi curiosa.
«Cosa? No, perché?»
«Mhm, così.»
«Beh no, siamo ancora fidanzati.»
«Okay, okay.» Dissi alzando le mani.

Iniziammo a camminare. Naturalmente lui più avanti ed io più indietro, non avevo nessuna voglia di stargli a fianco.
Più distanza c'era e meglio era per tutti.

Non ci scambiammo neanche una parola, ma piccoli sguardi. Notai qualche sua occhiata verso di me ed io feci altrettanto.

Finalmente arrivammo verso il mio quartiere e mi sbiancai quando vidi l'auto di mio padre arrivare verso casa.

«Problemi?» Disse guardandomi.
«Nessuno.» Dissi tranquilla.
«Okay. Quindi tu abiti ancora qui?»
«Ancora? Come fai a sapere che io abito qui?»
«Non ricordi che un giorno ci fu la festa di Matthew Core e sua madre accompagnò molti di noi a casa propria?»
«C'eri anche tu a quella festa?» Chiesi sorpresa.
«Sì, esatto.» Annuì.

Rimasi quasi immobilizzata, non mi ricordavo assolutamente di questo particolare. Ciò significava che avessi qualche foto con lui da bambina, soprattutto di quella festa. Volevo assolutamente scoprirne qualcosa in più.

«Va bene, comunque io adesso vado.»
«D'accordo e comunque, grazie Jack.»
«Di nulla.» Disse quasi sorridendo.

Lo guardai per l'ultima volta ed infine avanzai il passo verso casa.

Pochi attimi ed avrei assistito ad una delle litigate mai viste prima d'ora. Cosa dovevo aspettarmi? Cosa sarebbe successo? E soprattutto, lui cosa avrebbe fatto?

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