Capitolo 23

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Tornai in classe con il sorriso e Maya ovviamente non fece altro che chiedermi quale fosse la causa.

«Dopo ti spiego.» Le sussurrai.
«No, adesso me lo dici.»
«Non qui. Dopo.»
«Eh va bene.» Brontolò.

Ormai la lezione era terminata e tutti ne approfittarono per svagare la mente. Notai che Jack avesse gli occhi puntati su di me ed io ne ero davvero felice.

Per la prima volta mi sentivo completa, nonostante tutte le preoccupazioni e le problematiche.

Avevo baciato il ragazzo che mi piaceva ed il bambino che era stato tempo prima, non potevo che non essere felice.

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Le ore passarono, alcune con più velocità ed altre più lentamente ma finalmente riuscimmo ad avere la nostra pausa quotidiana.

Uscii immediatamente con Maya ed iniziai a raccontarle qualcosa. Ovviamente lei urlò come se avesse visto un mostro.

«Dimmi che è uno scherzo.» Sussurrò.
«Non lo è, mi ha fatto piacere e sono stata così bene. Il mio cuore batteva, sempre più forte ed era una sensazione unica.»
«Parli come se ne fossi innamorata. Nel tuo cuore è così e non lo hai mai ammesso o forse sì, ma non a me.»
«Io mi sento bene quando mi è vicino, quando mi parla e soprattutto mi guarda. Ho provato un'emozione speciale e posso assicurarti che averlo al mio fianco, è stata una cosa magnifica.»
«Non è fidanzato con Nicole?»
«Hanno litigato e lui dice che non gliene frega molto. So che potrebbe succedere qualsiasi cosa, Maya. Ma a me lui piace e forse lo amo, troppo.»
«Amica mia, io voglio sperare per lui che ti sia fedele e che non abbia un secondo fine, perché potrebbe trovarsi in grave difficoltà per colpa mia.»
«Sei la migliore ed è per questo che voglio anche il tuo parere. Sapere se mi sarai vicina, se mi aiuterai e mi appoggerai qualsiasi cosa accada. Voglio essere felice ma non voglio sognare e voglio la realtà delle cose.»
«Io ti aiuterò, ti sosterrò e ti assicuro che insieme troveremo la felicità.»
«Grazie, di cuore.» Dissi abbracciandola.

Tornammo in classe e Jack era già tornato. Non diedi molto nell'occhio e tornai al mio posto senza girarmi troppo spesso.

«Come va a casa?» Mi domandò la mia migliore amica.
«Va.» Risposi senza specificare.
«Tua madre sta meglio?»
«Realmente non lo so, ma sicuramente adesso non vivrà più nelle menzogne e potrà ambire ad una nuova felicità.»
«Sai cosa? Penso che lei abbia una grande forza, che non si fermi ad una difficoltà e che continui ad andare avanti con il volto alzato. Lei merita e sono sicura che l'infelicità che sta vivendo adesso, si tramuterà in felicità molto presto. Se lo merita, te lo meriti. Ve lo meritate.»
«A volte penso che tu sia un dono. Un'amica che non ho mai avuto prima d'ora e che quasi non esista.»
«Invece sono io, Maya Thompson, in carne ed ossa.» Rise.
«E non c'è cosa più bella.»

«Buongiorno ragazzi.» Salutò il professore di Chimica.
«Buongiorno.» Rispondemmo.
«Oggi vorrei fare un lavoro di gruppo. Quindi, dividetevi in gruppi da tre o quattro e fate una breve ricerca sugli argomenti studiati. Potete usufruire dei vostri telefoni ed usare il Wi-Fi. Buon lavoro.»

Tutti iniziammo ad alzarci e a spargerci per l'aula. Maya si girò verso altre due ragazze ed io naturalmente la seguii.

«Ragazze, dobbiamo fare un buon lavoro.» Disse Maya.
«Impegniamoci, sperando di avere un buon risultato.» Rispose un'altra.

Estrassi il libro dalla borsa e lo posizionai al centro del banco. Iniziammo a sottolineare gli elementi più importanti ed approfondendo il tutto.

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«Ecco fatto!» Esclamammo in coro.
«Possiamo avvisare il professore e fargli vedere il compito. Sono sicura che gli piacerà.» Dissi.
«Già, era il massimo che potessimo fare, in fondo dovrà farselo piacere.»
«Perfetto. Adesso lo chiamo- disse Maya- Professore, noi abbiamo terminato.» Concluse.
«Okay. Alzatevi tutte e venite alla cattedra.»

Facemmo come ci disse e li portammo gli appunti presi. Gli esaminò per filo e per segno e ad ognuna di noi fece dire qualcosa. Infine, ci espose il suo esito.

«Molto bene, mi è piaciuto come vi siete esposte. È stato un ottimo lavoro. Ho visto che ognuna di voi ha dato un contributo. Mi siete piaciute, l'esito è davvero positivo. Una A è il voto migliore che possa darvi.»

Ringraziamo e tornammo al nostro posto. Ero felice che a scuola tutto stesse andando per il meglio, non avevo problemi e potevo essere tranquilla almeno sui miei voti.

«Buongiorno professore, potrebbe uscire un attimo Madison White per favore?» Chiese Hannah.

La guardai perplessa non capendo cosa volesse ancora, così seguii con lo sguardo il mio professore di chimica che annuì.

Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lei, che alla fine chiuse la porta. Avevo davvero una grande voglia di scoprire cosa volesse da me ancora una volta.

«Mi dica.» Le dissi senza farmi troppi problemi.
«Ormai penso che tu sappia che, sì insomma, io e tuo padre siamo insieme. E penso che tu abbia visto la nostra foto.»
«E scommetto che lei mi abbia mandata a posta a prendere il registro, giusto?» La stuzzicai.

Non potevo più permetterle di giocare con le mie emozioni era diventata troppo stressante ed insopportabile, più di quanto già non lo fosse.

«Suvvia, non penso che una foto ti faccia un effetto così grande. È semplicemente una foto di due persone che...»
«Che?» Alzai il tono della voce.
«Che si vogliono bene.»
«Da quanto lei e mio padre state insieme?»
«Ci consociamo da anni, ma da quando ho scoperto che tu fossi sua figlia, non ti nascondo che mi sia messa alla sua ricerca di nuovo.»
«Poteva benissimo evitarlo dal momento che aveva una famiglia.»
«Guarda che tuo padre non se n'è poi così tanto fregato. Infatti è venuto con me.»
«Ma certo, in fondo Miami è la meta adatta per le amanti.»
«Ma come ti permetti di parlarmi così, maleducata?»
«E lei come si permette di venire a parlarmi della mia situazione privata e famigliare così? Non ha un cuore? Si rende conto che mi ha mandata per finta a prendere il registro solo per farmi vedere quella stupida foto? Si rende conto che mi ha fatto uscire qua fuori solo per dirmi una quinta volta che lei e mio padre state insieme? Si rende conto che mia madre è stata male dopo che ha saputo che suo marito l'ha tradita con un'altra donna dopo venti anni di matrimonio? Si rende conto di tutto questo o è solo una persona meschina e priva di sentimenti?» Urlai con ormai le lacrime a gli occhi.

Inutile negare che la maggior parte delle persone uscì fuori solo per assistere alla scena. Tutti i miei compagni di classe si affrettarono a bisbigliare tra loro ed il professore rimase sconcertato.

«Grazie tante per la meravigliosa figura. Si ricordi che ci ha rimesso anche lei.» Le sussurrai per poi scappare via.

«Madison.» Sentii urlare, probabilmente da Maya.

Mi rinchiusi immediatamente in uno dei bagni, con le lacrime e senza ormai nessuna speranza.

«Aprimi.» Urlò Maya.
«Maya per favore, lasciami da sola. Io sto bene, fidati.»
«Non stai bene per niente.» Continuò.
«Sto- sto bene, davvero.» La rassicurai.

Non la sentii più parlare e quindi decisi di uscire dal bagno per asciugarmi le lacrime che avevano ormai rovinato il trucco.

«Jack.» Sobbalzai non appena lo vidi.
«Adesso mi spieghi cosa succede. Cosa ti ha detto quella e perché piangi?»
«È una lunga storia.»
«Madison, devi spiegarmelo. Non ci sono né ma e né perché.» Puntualizzò.

«Okay, se proprio vuoi... Tutto è iniziato meno di un mese fa. Praticamente mio padre e mia madre si conoscono da...»

Iniziai a spiegargli un po' tutto con i minimi dettagli, avevo voglia di essere sincera con lui e di coinvolgerlo. Mi fidavo, dopo Maya, mi fidavo anche di lui.

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