Capitolo 4

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«Maya!» Dissi richiamando la sua attenzione.
«Cosa c'è?» Mi chiese quasi infastidita.
«Si può sapere cosa c'è che non va?»
«Sono cose personali, non mi va di raccontartelo, scusami.»
«Ma Maya, tu puoi dirmelo, mi sembrava di avertelo già detto che puoi fidarti di me.»
«Non è questo, è che ci conosciamo a stento e non ti conosco per niente.»
«Che grande considerazione che hai di me, ma fai come ti pare, io ti ho detto che ci sono, d'altronde sta a te decidere se accettare il mio aiuto oppure no.»

Detto questo, me ne andai un po' dispiaciuta, sia per ciò che mi avesse detto e sia per come l'avessi trattata.

Entrai in classe e rimasi zitta con la testa abbassata, non avevo voglia di vedere e né sentire nessuno.

Presi il telefono per controllare se ci fossero novità, ma trovai solo il numero di mio padre ed un messaggio allegato
in prima fila.

*Da Papà;
Sai già a che ora esci?

In realtà non avevo ancora chiesto a nessuno l'orario, così decisi di uscire nuovamente dall'aula e dirigermi verso la segreteria del primo piano.

Ad accogliermi c'era una signora, non troppo anziana, che stava sistemando dei fogli in delle cartelle.

«Posso chiederle un'informazione?»
«Mi dica signorina, sono qui per lei.»
«Per caso sa a che ora esce il corso D?»
«Alle tre.» Disse sorridendomi.

Guardai l'orgoglio e notai che fossero già le dodici, fortunatamente, così ringraziai la signora ed inviai un messaggio a mio padre.

*Da Madison a Papà;
Esco alle tre, va bene?

Neanche il tempo di mettere di nuovo il telefono in tasca, che mi rispose.

*Da Papà;
D'accordo, ci vediamo alle tre al posto dove ti ho lasciata stamattina.

*Da Madison a Papà;
Okay, a dopo.

***********************************

Salii le scale di fretta, avevo paura che la professoressa o il professore fosse già arrivato e che mancassi solo io, ma fortunatamente non fu così.

Maya era già rientrata, mi fissò incondizionatamente ma io non le diedi retta. Mi sedetti al mio banco ed iniziai a giocherellare con la penna.

«Madison.» Mi sentii chiamare, mi voltai e notai Maya con un'espressione totalmente triste e dispiaciuta.

Non parlai ed aspettai che fosse lei a farlo un'altra volta e fu così. Continuò a parlarmi, chiedendomi infine scusa.

«Ti ho trattata malissimo e so che non avrei dovuto farlo, mi hai mostrato la tua fiducia dei miei confronti, la voglia di aiutarmi seppure non conoscendomi ed io ti ho risposta in quel malo modo. Non so se tu possa perdonarmi, ma io ci provo e ti chiedo umilmente scusa.»

Le sorrisi, dopotutto notai che avesse quasi delle lacrime agli occhi e la cosa mi toccò profondamente. Si era davvero scusata e sembrava sincera.

«Maya, ma certo che ti perdono. Dopotutto non è successo nulla di grave, me la sono presa perché mi hai allontana senza permettermi di aiutarti, ma sono davvero felice che tu te ne sia accorta e sia qui adesso.»
«Grazie Madison, sei una ragazza davvero generosa e mi dispiace per la brutta presentazione, non era mia intenzione.» Aggiunse imbarazzata.
«So bene che non lo fosse, stai tranquilla. Non ti costringerò a parlarmene, ma qualora tu volessi raccontarmi qualcosa, non esitare a farlo. Non ho altri fini e voglio che tu questo lo sappia.»
«Ti ringrazio davvero tanto e prometto che molto presto ti racconterò tutto, spero solo che tu possa considerami lo stesso una ragazza normale.»
«Non mi importa del parere degli altri, io giudico con i miei occhi e la mia testa, gli altri possono pensare quello che vogliono.»

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