Capitolo 9

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«Dove sei stata? Mi sono preoccupata per te.» Mi urlò contro la mia amica.
«Ho avuto un momento difficile, per giunta stavo anche svendendo.»
«Svenendo? Cosa? Mi spieghi cosa sta succedendo, perché io proprio non capisco.»
«Madison White!» Sentii chiamarmi.
«Sì?» Dissi voltandomi.
«Nicole, cosa vuoi?» Disse Maya mettendosi davanti.
«Oh, nulla con te, per ora. Voglio solo parlare con la tua amica.»
«Beh sappi che non ti lascerò dire nulla di cattivo nei suoi confronti.»
«Maya, lascia perdere. Voglio proprio sapere che cosa ha da dirmi.»
«Hai sentito, Thompson? Puoi andare.»
«No, non me ne andrò e rimarrò qui.»
«Come vuoi, che testarda.»

La nera subito venne verso la mia direzione, facendomi un sorriso falso più di lei, poi pronunciò le sue parole.

«Jack lo puoi vedere solo dal binocolo, intesi? Se ti becco di nuovo vicino a lui, sono guai.»
«Devi dirlo al tuo ragazzo, non a me. È lui che mi ha aiutata e mi ha accompagnata a bere. Dimmi la verità, sei un po' gelosa?» Le chiesi ridendo.
«Io? Gelosa di te? Neanche tra un milione di anni. Ti ho avvisata stupida novellina, la prossima volta non mi limiterò a dirti nulla, agirò direttamente.»
«Non sei cambiata per niente, sei sempre la solita acida.» Sussurrò Maya.
«Maya se fossi in te eviterei di parlare, è un consiglio che ti dò.»
«Io parlo quanto voglio.»
«Beh, allora attenta che il gatto ti mangia la lingua.»

Mi guardò attentamente un'ultima volta per poi deviare. Potei sentire brividi di freddo osservando quello sguardo agghiacciante e provocatorio.

Non volevo mettermi nei guai. Né per Jack e né tantomeno per questa Nicole.

«Entriamo in classe, non mi va di restare qui.» Disse Maya.

Annuii ed entrammo in classe. Jack era seduto al suo posto ed ebbi l'impressione che mi stesse osservando.

Improvvisamente mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.

*Da Sconosciuto;
A fine lezione sulle scale di sicurezza.

*Da Madison;
E tu chi saresti?

*Da Sconosciuto;
Lo scoprirai presto, tranquilla.

Mi girai in torno per capire se si trattasse di qualcuno della classe, magari di Jack, ma non mi sembrava stesse parlando al telefono, né tantomeno che stesse massaggiando.

Decisi di salvare il messaggio ma di non proferire parola neanche con Maya, sicuramente lei non mi avrebbe mandata o probabilmente mi avrebbe accompagnata ed io non avevo intenzione di metterla nei guai.

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Al suono della campanella, inventai la prima scusa che mi passò per la mente e mi allontanai da Maya, la quale nel frattempo era intenta a stare sui social.

Uscii dall'aula e mi incamminai verso le scale di sicurezza, mi nascosi non appena vidi un'assistente girovagare ed aspettai se ne andasse.

Mi sedetti sulle scale e nel frattempo mi giravo intorno per paura che il misterioso sconosciuto si presentasse alle mie spalle.

«Eccomi.»

Un brivido mi percorse su tutto il corpo quando sentii la voce di Jack. Lui era il misterioso sconosciuto.

«Tu cosa ci fai qui? Non dirmi che sei il misterioso sconosciuto.» Gli chiesi alternandomi.
«Stai zitta se non vuoi che ci mandino dal preside.»
«Mi vuoi spiegare cosa ci fai qui? Cosa vuoi da me?»
«Nicole ti ha detto qualcosa, giusto?»
«Ah sì, molto simpatica la tua ragazza.»
«Beh, mi dispiace, in fondo non si comporta mai così, lo fa quando è gelosa. Ma non dovrebbe, visto che io la amo.»

"Visto che io la amo".

«Okay, quindi è tutto risolto. Torno in classe.» Feci per alzarmi, ma venni mantenuta da lui per un braccio.
«Cosa c'è ancora?»
«Come ti senti?»
«Meglio, grazie.»
«Okay, allora... Entra prima tu in classe, non vorrei che gli altri pensassero che siamo stati insieme.»
«Per carità, caso mai inventerei di essere stata con qualcun altro.»
«Sono d'accordo. Sicuramente direi di essere stato con la mia ragazza. Quindi sbrigati e non dire niente a nessuno.»
«Tranquillo. So mantenere un segreto.»
«Mi fa piacere sapere che almeno una cosa sei in grado di farla.»
«Idiota.» Sussurrai, infine andai via.

Bussai alla porta e ad accogliermi c'era la professoressa di Storia. Mi guardò strana ma non disse nulla.

Notai l'orologio e mi accorsi che Jack non rientrasse, non capendone il motivo.

«Se Robinson non entrerà entro un minuto, per me risulterà assente.»

Pregai rientrasse e fortunatamente, dopo aver esaurito le speranze, sbucò dietro la porta.

«Alla buona ora! Ti stavo per mettere assente.»
«Mi scusi, non era mia intenzione.»
«E va bene, non importa. Ma questa è l'ultima volta che ti permetterò di entrare in aula.»

Non smisi di guardarlo. Era davvero buffo, ma allo stesso tempo mi stava interessando e questo non poteva accadere. Sia perché era fidanzato e sia perché non poteva piacermi Robinson.

Maya era talmente strana che mi preoccupai per lei. Avevo paura che ci tenesse ancora a Nicole, nonostante non sapessi che legame intercorresse tra le due. Avevo paura che da un giorno all'altro avrebbe smesso di essermi amica per tornare ad esserlo con Nicole e che magari, insieme, mi avrebbero resa la vita ancora più difficile di come già non lo fosse.

«Madison!» Mi chiamò la Mitchell.
«Sì?» Chiesi.
«Avrei bisogno di parlarti un secondo.»
«Okay.» Dissi e mi alzai.

Notando, ovviamente, che tutti guardassero verso la mia direzione. Maya mi fece una strana faccia ed io non feci nulla, ero troppo presa dalla mia insegnate non capendo cosa volesse da me.

«Ieri ho notato uno strano comportamento. Ti dò per caso fastidio?»
«Assolutamente no. Cosa mai glielo fa pensare?»
«Credo che ti dia fastidio che stia vicino tuo padre.»
«Non mi dà fastidio, so che mio padre ama mia madre.»
«Ne sei davvero sicura?»
«Cosa vorrebbe dire, scusi?»
«Oh nulla, fai finta che non ti abbia detto niente. Adesso rientriamo pure in classe.»
«No. Adesso lei mi dice che cosa voleva dire.»
«Madison White, ti ho chiesto di rientrare in classe ed esigo sia così.»

Mi trattenni per evitare altre problematiche ed i miei compagni si zittirono non appena ci videro entrare.

La mia amica mi guardò sussurrandomi qualcosa. «Questa professoressa è una stronza.»

«Zitta, altrimenti ci caccerà fuori entrambi.»
«Cosa è successo, che ti ha detto?»
«Niente, ma so per certa che prima o poi finirà male tra noi.»

Ed era così, non sarebbe finita così. Non avrebbe vinto lei e non si sarebbe presa mio padre. Lui aveva già una famiglia e Hannah Mitchell poteva solo insegnare storia ai suoi alunni.

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