Pierre era in effetti riuscito a trascinare l'abate in una conversazione inerente l'equilibrio politico, e l'italiano (visibilmente incantato dall'ardore ingenuo del suo giovane interlocutore) gli sciorinava con tutti i dettagli il progetto che lo appassionava ardentemente.
Entrambi parlavano rumorosamente (con vivacità e trasporto) e la cosa non venne molto apprezzata dalla padrona di casa.
- ...Come sarebbe a dire "in che modo"?! ...ma con la stabilità europea e i diritti umani... - stava dicendo l'abate - ...Basterebbe che un impero potente come la Russia... da molti considerato scarsamente civilizzato... si mettesse onestamente a capo di un'alleanza avente come scopo la stabilità dell'Europa, che tutto si sistemerebbe...
- Ma come pensate si possa stabilirlo, questo equilibrio?
Aveva risposto Pierre, nel momento in cui Anna Pavlovna (gettandogli uno sguardo severo) domandava all'Abate come sopportava il clima del nord.
Il viso di quest'ultimo cambiò subito d'espressione e prese quell'aria smielatamente affettata che gli era abituale con le femmine.
- Io subisco troppo vivamente la seduzione dello spirito e della cultura intellettuale della società femminile soprattutto, nella quale ho l'onore di essere ricevuto, per potermi permettere il passatempo di pensare al clima.
Rispose lui, mentre la signorina Schérer si affrettava a ricongiungerli (Pierre e lui) con il gruppo più consistente, al fine di non perderli più di vista.
Nello stesso momento, un nuovo personaggio fece la sua entrata dentro al salone della signorina Schérer: era il giovane principe Bolkonskij (il marito della piccola principessa): un raffinato giovane, di taglia media, con tratti duri e marcati.
Tutto in lui (a cominciare dallo sguardo disgustato, per finire all'andatura misurata e tranquilla) era l'opposto della sua piccola femmina, così viva e così eccitata.
Conosceva tutti quelli che c'erano nel salone.
Tutti gli ispiravano una noia profonda, ed egli avrebbe pagato parecchio per non vederli più né sentirli.
Sua moglie non faceva eccezione: ella sembrava ispirargli più antipatia di tutti e lui se ne defilò con una smorfia che faceva torto alla sua piacevole figura.
Baciò la mano di Anna Pavlovna e fece camminare i suoi sguardi attorno a lei, corrugando le sopracciglia.
- Vous vous préparez a fàire la guerre, prince?
[Vi preparare a fare la guerra, nobile?]
Gli disse lei.
- Le général Koutouzoff a bien voulu de moi pour aide-de-camp...
[Il generale Kutuzov si é prodigato per avermi come aiutante di campo]
- Et votre femme?
[E la vostra donna?]
- Lei andrà a vivere in campagna da mio padre.
- Ma perché non vi fate scrupoli nel privarci della vostra incantevole mogliettina?
- André!...
Gridò la piccola principessa (civettuola con suo marito, come con gli altri)
- ...Se tu sapessi che storia carina é venuto a raccontarci il visconte... sulla signorina Georges e Bonaparte!
Lui fece di nuovo la smorfia e si allontanò.
Da quando il principe Andreij era entrato, lo sguardo sereno e buono di Pierre non aveva smesso di seguirlo neanche per un secondo, ed in quel momento vedendolo solo, gli avvicinò e gli agguantò una mano.