12 - Casa Bezuchov

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Nel salotto, intanto, la conversazione proseguiva:

- Ah, "ma chère", - diceva la contessa - la mia vita non é tutta rose e fiori... Pensi che non mi renda conto che, di questo passo, la nostra fortuna non potrà durare molto? É tutta colpa del club e di quello che ci obbliga a fare... E anche quando torniamo in campagna credi forse che ci limitiamo? ...Teatro, partite di caccia, e solo Dio sa cosa...! Ma non parliamo di me... Dimmi... Tu come hai fatto? Mi chiedo spesso, Annette, come tu riesca alla tua età ad andare da sola in carrozza da Mosca a Pietroburgo... a fare visite ai notabili e alle alte personalità... Io non ci riuscirei...

- Ah, amica mia! - rispose Anna Michàjlovna. - Il Signore non voglia che anche tu provi cosa significa diventare vedova, senza aiuto e con un figlio che ami con tutta l'anima. Si impara a fare di tutto - continuò con un certo orgoglio - La necessità aguzza l'ingegno... Quando ho bisogno di incontrare qualcuno gli scrivo un biglietto: la signora tal dei tali chiede udienza a tal dei tali. Prendo la carrozza e mi presento lì. E continuo a presentarmi lì... due, tre, anche quattro volte se necessario, fino a quando non ho ottenuto quello che voglio. Non m'interessa quello che possono pensare di me!

- E per Bòrenka a chi ti sei rivolta? - chiese la contessa. - Tuo figlio è già ufficiale della Guardia... il mio Nikoluska è soltanto allievo. Non abbiamo nessuno a cui raccomandarlo. Con chi hai parlato, tu?

- Col nobile signor Vassilij... E' stato così gentile... Non si é nemmeno fatto pregare: lo ha raccomandato subito all'imperatore - disse con soddisfazione Anna Michàjlovna, dimenticando del tutto le umiliazioni a cui si era sottoposta per ottenere il suo scopo.

- Com'è il signor Vassilij? É invecchiato? Non lo vedo dagli spettacoli teatrali dai Rumjanzòv... Mi sa che non si ricorda più di me. Il me faisait la cour.

[Mi faceva la corte]

Ricordò la contessa con un sorriso.

- E' rimasto lo stesso - rispose Anna Michàjlovna - sempre gentile e adorabile - Les grandeurs ne lui ont pas tourné la tête du tout...

[Il successo non gli ha montato la testa per niente...]

..."Mi dispiace di non poter fare di più per voi, mia cara signora, mi ha detto. Sono al vostro servizio, ditemi" ...Sì, è veramente una persona speciale, una conoscenza da coltivare... Ma tu "Natalija" sai quanto voglio bene a mio figlio. Farei di tutto per lui. Però la mia situazione é talmente brutta - aggiunse triste ed abbassando la voce - che mi sento di definirla orribile. La squallida causa legale che ho intentato consuma tutti i miei risparmi e non va avanti. Pensa che non ho in tasca neanche dieci copechi, sul serio, e non so come pagare la divisa di Boris... - Tirò fuori il fazzoletto e si mise a piangere. - Mi servono cinquecento rubli e ne ho solo venticinque... Ecco come sono messa. La mia unica speranza adesso é il conte Kirìll Vladimìrovic' Bezuchov. Se lui non vorrà aiutare il suo figlioccio (è il padrino di Boris), e destinare qualcosa al suo mantenimento, tutti i miei sforzi saranno stati inutili: non potrò fornirgli il corredo militare.

La contessa Rostova aveva aveva gli occhi lucidi ma non disse niente, stava pensando a qualcosa.

- Spesso mi capita di pensare - riprese la Drubetzkaja - e forse commetto peccato... il conte Kirìll Vladimìrovic' si limita a sopravvivere... Ha un patrimonio immenso... A quale scopo rimane in vita? La sua esistenza é sicuramente dolorosa... Boris invece si affaccia adesso alla vita...

- Sono certa che lascerà qualcosa a Borìs - osservò la Rostova.

- Solo Dio solo lo sa, "chère amie"! Questi ricchi signori sono così egoisti... Ma io andrò da lui e mi porterò dietro Boris, e gli parlerò chiaro. Non mi importa niente di cosa dirà o penserà la gente, perché é in gioco il futuro di mio figlio - e si alzò - Sono solo le due e il pranzo inizia alle quattro... Faccio in tempo a tornare!

Guerra e Pace - L.N. TolstoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora