Dopo essere corsa fuori dalla saletta, Natasha era rimasta nascosta nella serra lì accanto.
Aspettava che Boris uscisse.
Se ne stava lì, con le orecchie tese.
Ascoltava i suoni che provenivano da dentro.
Era impaziente e pestava i piedi per terra perché non riusciva a star ferma.
Dato che lui non arrivava, le veniva anche un po' da piangere.
Quando finalmente sentì i passi composti e decisi di uno che non corre ma neanche va piano, si affrettò a nascondersi dietro a grandi vasi di fiori.
I passi erano di Borìs.
Il giovane ufficiale si fermò in mezzo alla stanza ed iniziò a guardarsi intorno.
Sulla parete c'era uno specchio e lui notò subito qualcosa sulla manica della sua divisa.
Si pulì e si mise a contemplarsi il bel viso.
Natascia rimaneva nascosta ed osservava la scena.
Lui (sempre rimirandosi nello specchio) fece un sorriso di autocompiacimento.
Poi si diresse verso la porta dalla parte opposta, per uscire.
La ragazza ebbe l'impulso di chiamarlo ma si trattenne.
"Lasciamolo cercare..."
Pensò.
Poco dopo dalla saletta uscì Sònja.
Aveva la faccia rossa.
Era visibilmente arrabbiata.
Piangeva e borbottava qualcosa.
Natascia dovette controllare anche l'impulso di correre verso di lei, ma restò nel suo nascondiglio.
Si sentiva come sotto al cappello magico della favola (quello che rende invisibili e ti fa guardare tutto quello che succede nel mondo).
Per lei era una sensazione nuova e piacevole.
Intanto Sonja continuava a borbottare nervosa parole incomprensibili.
La porta si aprì ed apparve Nikolàj.
- Sònja! ...Cos'hai? ...Come puoi...
E corse verso di lei.
- Niente, niente, lasciatemi!
Lei piangeva.
- Ah! ...Ho capito perché...
- Benissimo! ...Allora se avete capito tanto meglio... tornate pure da lei!
- Sò-o-nja! ...Lascia che ti spieghi! ...Vuoi davvero tormentare me... e te stessa... per una sciocchezza cosi?
E le prese una mano.
Sònja non lo respinse.
Smise di piangere.
Natascia osservava immobile dal suo nascondiglio, trattenendo il respiro.
I suoi occhi brillavano e si domandava cosa sarebbe successo.
- Sònja! ...A me non importa niente del mondo intero! ...Tu sei tutto per me... e te lo proverò!
- Non parlatemi così!
- Va bene... non lo farò... ma tu perdonami, Sònja...
E la tirò verso di sé.
Poi le diede un bacio.