13- Monsieur Pitt

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Dopo quel giorno nessuno aveva più fatto caso alla presenza di Pierre nella casa.

Lui se ne stava tutto il giorno da solo in camera.

Quando Borìs entrò, gli toccò osservare Pierre che faceva strane mosse: si spostava da un angolo all'altro della stanza ed agitava una spada immaginaria.

Trafiggeva minaccioso l'aria davanti alle pareti (come se vedesse dei nemici invisibili).

Ogni tanto si fermava (fissando serio il vuoto da sopra le lenti) e ripeteva la scena, biascicando parole incomprensibili.

Poi alzava le spalle ed allargava le braccia, come in attesa di qualcosa.

Ad un certo punto aggrottò le sopracciglia.

Puntò l'indice verso qualcuno davanti a lui (che però non c'era) ed esclamò:

- L'Angleterre a vécu, Monsieur Pitt! ...comme traître à la nation et au droit des gens est condamné à...

[L'inghilterra ha fatto il suo tempo, signor Pitt! ...In quanto traditore della nazione e dei diritti degli uomini siete condannato a..]

Ma non finì la frase contro Pitt (in quel momento era convinto di essere il suo eroe Napoleone che aveva appena compiuto la traversata della manica ed assalito Londra) perchè la vista sulla porta di un giovane ufficiale attraente ed atletico lo aveva interrotto.

Quando Pierre aveva visto Boris (bambino) l'ultima volta, era un ragazzino quattordici anni.

Adesso non si ricordava assolutamente di lui.

Con la sua consueta e spontanea cortesia, comunque, gli tese la mano e gli sorrise amichevolmente.

Borìs (con un sorriso che lasciava trasparire simpatia per il tizio che gli era venuto incontro) gli domandò tranquillamente:

- Vi ricordate di me? ...Sono venuto con la mamma a trovare il conte... ma a quanto pare non sta molto bene...

- Già... Sembra che sia messo davvero male... E la gente continua a disturbarlo - rispose Pierre cercando di mettere a fuoco con chi stesse parlando.

Borìs intuì che Pierre non aveva capito chi aveva davanti.

Non era sua intenzione, comunque, colmare questa lacuna.

Senza il minimo imbarazzo lo guardò diritto negli occhi.

Rimanendo in silenzio quel tanto che bastò per mettere Pierre in leggero imbarazzo.

- Il conte Rostòv vi prega di favorire oggi a pranzo in casa sua.

- Ah! ...Il conte Rostòv!

Esclamò sollevato Pierre

- ...ma allora voi siete suo figlio: Iljà...! ...Sul subito, pensate, non vi avevo proprio riconosciuto! ... Vi ricordate di quella volta con "madame" Jacquot alle Colline Dei Passeri? ...Ne é passato di tempo!

- Vi state confondendo...

Disse pacato Bori, con un sorriso tra il divertito e l'ironico.

- ... Io sono Boris, il figlio della signora Anna Michàjlovna Drubetzkaja... Iljà sarebbe in realtà il vecchio Rostov... suo figlio si chiama Nikolàj... io non ho mai conosciuto nessuna madame Jacquot...

Pierre si mise ad agitare le mani e la testa (come se avesse intorno una nuvola di api o moscerini).

- Oh cavolo! Ho fatto confusione... Ho così tante conoscenze, a Mosca...Voi siete Boris, certo! ... Adesso ci capiamo... Ma ditemi un po': voi cosa ne pensate dell'operazione Boulogne? ...Secondo voi, gli inglesi, non se la vedrebbero forse brutta... se Napoleone riuscisse ad attraversare la Manica? ...Secondo me la spedizione é fattibile... a patto che Villeneuve non faccia errori.

Guerra e Pace - L.N. TolstoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora