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Attenzione!Prima di leggere vi ricordo che la storia non è la mia.La vera autrice si chiama _Bec_ su e.p.f.👋
-Buona lettura.‼️😘👊🏼

Quella mattina, mentre mi dirigevo verso la scuola, ebbi una strana sensazione

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Quella mattina, mentre mi dirigevo verso la scuola, ebbi una strana sensazione...come se ci fosse qualcuno oltre a me sotto quella pioggia scrosciante, come se quel qualcuno mi stesse osservando da lontano, approfittando della pioggia fitta per nascondersi.

Mi girai di scatto irritata; mio padre, iperprotettivo e per di più capo delle forze dell'ordine della città di New York, aveva ammesso di avermi fatta seguire quando andavo alle medie, da poliziotti in borghese perché mi controllassero.

Però era da diverso tempo che non succedeva più: ero cresciuta, andavo al liceo, che bisogno c'era di mettermi qualcuno alle calcagna?

Un brivido mi percosse la schiena quando realizzai che non c'era nessuno. Ero da sola. Mi ero immaginata tutto? Probabile.

Continuai per la mia strada, questa volta, però, velocizzando il passo.

Quella giornata era cominciata come le altre; mi ero alzata, tanto per cambiare, dando il buongiorno di malumore al mondo. Non sapevo ancora che in quelle apparenti e noiose ventiquattrore la mia vita sarebbe cambiata radicalmente. Avevo veramente poca voglia di alzarmi dal letto; mi aspettavano il freddo e un'invitante verifica di storia.

Con una forza raccolta da chissà dove, mi ero alzata e diretta verso il bagno.

Mi era bastata un'occhiata allo specchio per ricordarmi immediatamente di una delle notti peggiori che avessi mai passato, accompagnata da diversi incubi che nemmeno ricordavo bene.

Le occhiaie scure ben evidenti sotto i miei occhi spiccavano sulla mia carnagione chiara e, tutto sommato, volendo cercare un lato positivo, facevano risaltare i miei occhi castano chiari, quasi sul dorato.

Mi pettinai di malavoglia, ravviando con le dita i miei mossi capelli rossicci.

Odiavo da morire quella dannatissima criniera rossa che mi ritrovavo, non tanto per il colore, quanto per il fatto che non erano né totalmente mossi, né lisci, erano una via di mezzo indefinita, uno schifo insomma.

Iniziai lentamente ed incurante dell'orologio, che continuava a proseguire col suo ticchettio silenzioso, a mettermi un leggero tocco di matita sotto gli occhi per nascondere le occhiaie; il pensiero di un ennesimo ritardo non mi preoccupava minimamente immersa com'ero nella totale bambagia mattutina.

Mi stupivo ogni volta di come mi comportassi da zombie appena alzata, il sonno aveva il potere di mettermi completamente KO.

Dopo essermi un po' ripresa grazie ad una bella cioccolata calda, però, avevo dato finalmente un'occhiata all'orologio.

-Merda!- Balzai in piedi terrorizzata.

Fortunatamente non c'era nessuno in casa, altrimenti i miei mi avrebbero fatto tardare di almeno una mezz'ora rimproverandomi per il linguaggio scurrile che usavo, che avrebbe condizionato il mio povero ed innocente fratellino e bla bla bla.

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